S. Agostino commenta: “Quando si dice che “Dio dorme”, siamo noi che dormiamo; e quando si dice che “si sveglia”, siamo noi che ci svegliamo. Pertanto, la barca è il tuo cuore; e Gesù nella barca è la fede nel tuo cuore. Se ti ricordi della tua fede, il tuo cuore non è agitato, ma se dimentichi la tua fede, Cristo dorme, e tu rischi il naufragio”. (S. Agostino, su S. Giovanni,49,19)
Non dimentichiamo che Marco, con questo racconto, si rivolgeva ad una Chiesa spaventata dalla persecuzione, per esortarla ad avere fede. Inoltre, era una Chiesa che stava facendo l’esperienza della missione tra i pagani, e cominciava ad accorgersi che per raggiungerli, doveva abbandonare le acque calme del giudeo-cristianesimo per passare all’altra riva, rinunciando alle sue pratiche e alle sue concezioni troppo ristrette. Come trovare il coraggio per fare tutto questo, se non ricorrendo a Colui che comanda al vento e al mare, e che è sempre presente sulla barca anche se sembra dormire?
S. Teresa d’Ávila, dopo anni di lotta per la sua freddezza spirituale e mancanza di fervore, un giorno così pregò il Signore: “Signore ma tu dov’eri durante le mie tribolazioni?” Il Signore le rispose: “Ero nel tuo cuore, per vedere come lottavi”. E Teresa chiese ancora: “E io dove mi trovavo”? E Gesù le rispose: “Tu eri nel mio cuore”.
“Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. La lezione è chiara: il contrario della paura non è il coraggio, ma la fede!
I due estremi sentimenti dell’uomo sono il successo e la paura così ben descritti nella preghiera o Colletta di questa Messa: «Rendi salda o Signore, la fede del popolo cristiano, perché non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni nel cammino della storia».
La paura è fallimento perché ci opprime e ci rende incapaci di vedere che solo la confidenza in Dio può darci garanzia di successo. La paura è come la notte: non si vede più nulla, neppure Dio che pure è presente accanto a noi. Con la preghiera dobbiamo richiamare Gesù che ci dia fede fino a non svegliarlo se non quando Lui vorrà.
Il successo è tempesta perché ubriaca, esalta, ti fa pensare onnipotente, arrivato e ti fa dimenticare presenze importanti. Nel successo ci siamo noi, il risultato magari brillante che abbiamo ottenuto e cominciamo a pensare di poter fare da soli o come vogliamo noi. Rendi salda la fede, perché non ci esaltiamo nel successo… rendi salda la fede, perché possiamo sentire la tua presenza costante nella nostra vita.
Un giorno – narra un apologo molto caro a Martin L. King, e spesso citato da V. Bachelet – la paura bussò alla porta; la fede andò ad aprire: non c’era nessuno.
Ora la santa cena ci ripropone il dono d’amore che il Signore Gesù fece di se stesso, “nella notte in cui veniva tradito”, nel momento in cui le forze del male stavano per inghiottirlo, segno che egli è in mezzo a noi, vivo e operante, anche quando sembra che dorma. Sapremo trovare nell’eucaristia la forza e la fiducia che ci permettono di affrontare le tempeste della vita? E i nostri apparenti successi che possono essere tanto pericolosi?
La Madonna il cui cuore è pieno di Consolazione sia all’Annunciazione, sia alla nascita di Gesù, sia durante la vita pubblica di Gesù e sia alla morte in croce, fino alla risurrezione e alla Ascensione dia a tutti noi la certezza che nessuna burrasca può sopraffare la nostra fede in Gesù.
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XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
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- Colore liturgico: Verde
- Is 49, 1-6; Sal. 138; At 13, 22-26; Lc 1, 57-66. 80
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 57-66.80
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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