Collocazione del brano
Il brano si colloca all’interno dei Vangeli dell’infanzia, che si trovano nei primi due capitoli del Vangelo di Luca. In questi capitoli l’evangelista applica un parallelismo, al fine di confrontare Giovanni Battista e Gesù e mostrare la superiorità di quest’ultimo. In questa sezione Luca imita il greco biblico della Bibbia dei Settanta, per avvolgere questi particolari racconti con un’atmosfera da Antico Testamento. Attraverso accostamenti, allusioni, situazioni tipiche, Luca ci riporta così al tempo delle promesse e dell’attesa, nell’ambiente della religiosità di Israele e dei poveri di Jahvé che aspettano tutto dalle mani di Dio, mondo nel quale di fatto, Dio poteva dare compimento al suo disegno: la venuta del Messia. Il brano della nascita e circoncisione di Giovanni Battista costituisce la prima parte del secondo dittico che mette in parallelo i racconti della nascita di Giovanni Battista e di Gesù. In questo brano non vi è un interesse di tipo biografico, ma piuttosto ci si concentra sull’imposizione del nome e sugli eventi che l’accompagnano. Inoltre il testo è costituito in modo da agganciarsi al racconto dell’annunciazione a Zaccaria, al quale serve da compimento. Al tempo stesso questo brano rende comprensibile al lettore la scena dell’accordo provvidenziale tra Zaccaria ed Elisabetta. La futura grandezza di Giovanni si manifesta già nelle circostanze meravigliose che si sono verificate all’inizio della sua esistenza. Il lettore è preparato a quanto Giovanni annuncerà in seguito (Lc 3).
Lectio
57Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58 I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Con termini che ricordano il parto di Rebecca (Gn 25,24), l’evangelista parla della nascita di Giovanni. La sterile dà alla luce un figlio. La parentela e i vicini vi riconoscono un intervento divino a favore di Elisabetta. L’intera proposizione «che il Signore aveva magnificato la sua misericordia verso di lei» si rifà probabilmente a Gn 19,19 (secondo i Settanta): «il tuo servo ha trovato misericordia ai tuoi occhi, e tu hai magnificato la tua giustizia che hai compiuto per me». La gioia è grande e si diffonde, come nel caso della nascita di Isacco «chi lo saprà si rallegrerà con me» dice Sara (Gn 21,6): fin d’ora sta per avverarsi ciò che l’angelo aveva detto a Zaccaria: «molti si rallegreranno per la sua nascita» (Lc 1,14).
59 Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa.
Il momento centrale del racconto è però la circoncisione di Giovanni. La legge prescrive di circoncidere il neonato all’ottavo giorno; con questo rito il bambino maschio è ammesso nella comunità di Israele, entra dunque nell’alleanza di Jahvè e partecipa alle sue benedizioni.
Solitamente nell’AT il nome ai bambini veniva dato alla nascita. Qui appare un usanza dell’ellenismo e del giudaismo più recente. L’intervento dei vicini e della parentela per imporre il nome Zaccaria al bambino appare sorprendente: questo diritto appartiene ai genitori, soprattutto al padre (gli altri possono suggerire). Inoltre fatto che volessero chiamarlo come il padre, cosa inconsueta nell’AT, potrebbe essere stato suggerito dall’età ormai avanzata di Zaccaria.
60 Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61 Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62 Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63 Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
Nella scena centrale, resa più vivace dall’impiego del discorso diretto, l’interesse di Luca si concentra sulla miracolosa imposizione del nome Giovanni. Sia la madre che il padre, senza essersi messi d’accordo prima, prima, indicano lo stesso nome.
Storicamente, l’intervento della madre può apparire fuori posto, visto che in generale spetta al padre dare il nome al bambino. Ma nel nostro racconto importa che sia la madre, sia il padre diano rispettivamente questo nome: serve a mettere in luce l’accordo provvidenziale che è visto come un segno dal cielo: Giovanni è un nome che proviene da Dio.
Dal fatto che i presenti facciano cenni a Zaccaria per chiedere il suo volere, implica che egli fosse diventato anche sordo. Spesso la sordità è accompagnata al mutismo. Di fatto il testo non lo specifica, però il termine utilizzato, kofos, può avere entrambi i significati (sordo: Lc 7,22; muto: Lc 11,14)
64 All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Scrivendo il nome di Giovanni Zaccaria obbedisce al comando dell’angelo e manifesta così la sua fede. Perciò egli può di nuovo parlare. Si compie dunque quanto l’angelo aveva predetto: «non potrai parlare fino al giorno in cui avverranno queste cose» (Lc 1,20). Il miracolo diventa anche segno della veracità di quanto Gabriele aveva annunciato a Zaccaria sul futuro bambino. E Zaccaria prorompe in lode: da scettico diventa uomo di fede.
65 Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
A questo nuovo prodigio, come un ritornello, risponde il timore dei presenti, caratteristico della reazione umana dinanzi a una manifestazione soprannaturale. La notizia dell’insieme si diffonde: l’evangelista sottolinea la grandezza e l’importanza dell’evento e dà alla finale del racconto l’aspetto di un coro di lode.
66 Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Appare il tema del «custodire nel cuore» (cf. Lc 2,19.51 per Maria). I presenti non soltanto sono stati testimoni di fatti straordinari, ma hanno saputo mettersi nell’atteggiamento giusto, accogliendoli in loro. E’ un discreto invito al lettore ad avere un atteggiamento di fede, a non guardare soltanto da spettatore a questi eventi, ma ad aprirsi al messaggio come lo farà Maria. Nel corso del racconto, l’attenzione dei presenti si è spostata, raggiungendo l’orientamento voluto da Luca: dalla misericordia divina in favore di Elisabetta alla missione del futuro Battista. «La mano del Signore era con lui»: con questa espressione biblica, la vita del futuro profeta viene messa sotto la protezione e la guida di Dio.
Ai versetti 1,67-79 si trova il cantico di Zaccaria, comunemente chiamato Benedictus. La liturgia di questa festa lo omette, riportando però il versetto 80 che segue il cantico.
80 Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Forse, prima dell’inserimento del Benedictus nel contesto attuale, il v. 80 seguiva il v. 66. Si presenta comunque come un ritornello conclusivo, preso in prestito da un modello dell’Antico Testamento (cf Gn 21,8.20; Gdc 13,24ss; 1 Sam 2,21.26), senza grande valore biografico.
Giovanni cresce fisicamente e matura spiritualmente in disparte, lontano dalla vita degli uomini, ma vicino a Dio, nel deserto, il luogo dove Jahvé può educarlo e prepararlo alla sua missione.
Il deserto è anche il quadro geografico che più si adegua alla figura di Giovanni nella tradizione; là infatti egli ha esercitato la sua attività battesimale. Luca ha così trovato una buona transizione che colma i vuoti di informazioni sull’infanzia del Battista e prepara il lettore all’apparizione di Giovanni nel deserto. Questo versetto è stato giudicato un buon esempio della tecnica che Luca adopera per allontanare un personaggio dalla scena in modo da puntare la luce del riflettore su un altro. D’ora in poi, infatti, e per tutto il capitolo 2, Giovanni abbandona la scena e Luca riserva la sua totale attenzione alla venuta di Gesù.
Meditatio
– Mi è mai capitato di gioire profondamente per un bell’avvenimento accaduto a qualcun’altro?
– Quando non ho creduto alle promesse di Dio e mi sono sentito “muto” come Zaccaria?
– Sono capace di guardare gli eventi grandi e piccoli che accadono intorno a me non come semplice spettatore, ma a mantenerli nel mio cuore per comprendere in essi il messaggio di Dio per me in essi contenuto?
Preghiamo
(orazione colletta della messa del giorno della Natività di San Giovanni Battista)
O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, allieta la tua Chiesa con l’abbondanza dei doni dello Spirito, e guidala sulla via della salvezza e della pace. Per il nostro Signore…
A cura delle Monache dell’Ordine dei Predicatori (domenicane) del Monastero Matris Domini
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
DOMENICA di PENTECOSTE (Messa del giorno)
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Rosso
- At 2, 1-11; Sal.103; Gal 5, 16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15
Gv 15,26-27; 16,12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Maggio 2018
- Tempo Pasquale Pentecoste
- Colore Rosso
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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