Il commento al Vangelo di domenica 24 gennaio 2016, Battesimo del Signore, a cura di Paolo Curtaz.
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Terza Settimana del Tempo Ordinario
- Colore liturgico: verde
- Ne 8, 2-4. 5-6. 8-10; Sal 18; 1 Cor 12, 12-31; Lc 1, 1-4; 4, 14-21
[ads2] Lc 1, 1-4; 4, 14-21
Dal Vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 24 Gennaio – 30 Gennaio 2015
- Tempo Ordinario III, Colore Verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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Inizi
Ci sono due inizi cuciti insieme, nel vangelo che abbiamo proclamato oggi.
L’inizio del vangelo di Luca, che ci accompagnerà durante questo anno e l’inizio della vita pubblica di Gesù nella “sua” Nazareth.
Così come abbiamo iniziato da poco l’anno nuovo e l’anno giubilare.
Così come le nostre vite sono un continuo inizio, un ininterrotto divenire, un fecondo crescere.
O non sono.
Una vita interiore che non avanza, o perlomeno cammina, è destinata a spegnersi. Come un rapporto di amicizia o una relazione affettiva che si congelano nell’istante presente. Siamo chiamati ad imitare i magoi sempre per poter gioire del vino nuovo che Dio ha custodito fino ad ora.
E se la sensazione è quella di vivere in un mondo che sta implodendo, con una violenza ed un egoismo crescenti e l’inesorabile declino del cristianesimo, travolto dai radicalismi religiosi e laicisti, dobbiamo moltiplicare la nostra attenzione, il nostro desiderio.
Ricostruire una civiltà a partire dalla Parola che Dio dona agli uomini.
Senza manipolarla, senza esserne i proprietari, ma i servi.
Coma ha saputo fare Esdra.
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Gli ebrei sono tornati dall’esilio in Babilonia da quasi un secolo ma non c’è traccia della rinascita. Violenza e anarchia si susseguono nella città ridotta a macerie e frettolosamente ricostruita. Bisogna intervenire, trovare un punto d’appoggio, qualcosa di condiviso.
Esdra, mandato da Artaserse, re di Persia, ha un’intuizione geniale. Raduna il popolo per un’intera giornata e solennemente fa leggere la Torah che, ormai, giaceva dimenticata nelle sacrestie del tempio distrutto. La reazione del popolo è straordinaria: ora hanno un orizzonte, una norma da seguire, un punto di vista condiviso, una Parola che Dio ha donato ed è stata dimenticata.
E che ora vogliono nuovamente accogliere.
È quello che possiamo fare noi, sostenuti dallo Spirito, incoraggiati da papa Francesco.
No, non è più il tempo dei trionfalismi e delle azioni di forza, siamo davvero rimasti un piccolo gregge, soprattutto nelle parrocchie. Ma la forza del vangelo ci riempie il cuore di gioia e di fiducia.
Noi sappiamo dove andare. E come.
Persone serie
Mettendo la Parola al centro, cioè la testimonianza di chi c’era.
Come ha fatto Luca, pagano di Antiochia, discepolo di Paolo. Ha preso informazioni, messo in ordine le notizie che ha ricevuto perché chi legge, la sua comunità, noi, possa rendersi conto della solidità degli insegnamenti ricevuti.
È finito il tempo di un cristianesimo di abitudine, di facciata. È il tempo delle motivazioni vere, capaci di perforare la Storia. Non siamo andati dietro a delle favole, ma alla testimonianza di chi ha vissuto quei momenti e ce li annuncia.
Luca si è messo d’impegno, ha ascoltato i ministri della Parola, coloro che la servono, non coloro che la manipolano. E questo annuncio è giunto fino a noi, qui, ora.
Dio è misericordia. Dio è Padre. Dio è amorevole e desidera e collabora al nostro bene, lasciandoci dimorare nella piena libertà di scelta. Così ci ha detto Gesù, rivelatore del Padre, uno con Dio. lo ha annunciato e ha chiesto a noi di fare altrettanto, di annunciare ad ogni uomo di ogni tempo che è amato e salvato e che l’ombra, il peccato, la violenza, che albergano nel nostro cuore sono sanate e superate. In lui anche noi possiamo amare.
A Nazareth
Gesù frequenta la sinagoga. Non la snobba, non si sente migliore. Partecipa alla messa domenicale un po’ noiosa e frequentata, ormai, solo da persone anziane. Non si ritaglia una fede a sua misura (potrebbe farlo!), vive la quotidianità in sana obbedienza.
Sale a leggere la Parola.
Due dettagli riportati da Luca ci incuriosiscono: è lui ad aprire il rotolo del profeta Isaia. Di solito era l’inserviente a farlo. Il messaggio è chiaro: solo in Gesù possiamo aprirci all’intelligenza delle Scritture, capire come l’Antico testamento fosse una preparazione alla venuta del Messia.
Alla fine della lettura chiude il rotolo e si siede.
Chiude il rotolo: ormai l’attesa del Messia si è conclusa. E si siede, come fanno i rabbini prima di insegnare. Non era difficile fare un commento: bastava mandare a memoria una delle interpretazioni fatte da qualche autorevole studioso e che circolavano negli ambienti delle sinagoghe.
Ma Gesù non fa commenti altrui. Proclama: quanto annunciato dal profeta Isaia si realizza qui, ora.
Oggi
Oggi si compie la salvezza, la liberazione, la consolazione.
Oggi è il tempo di Dio.
Oggi il Signore è qui.
Non quando le nostre chiese erano piene e la nostra Chiesa autorevole e influente. Non quando, da giovane, frequentavo quel gruppo con quel giovane viceparroco strabiliante. Non quando avevo una parrocchia vivace che mi aiutava e mi seguiva.
Oggi.
Con l’Isis, la crisi cinese, l’atomica nord-coreana, le frontiere blindate, le chiese svuotate, la violenza crescente, lo scoraggiamento dilagante.
Oggi è la salvezza.
Ditelo in giro.
il blog di paolo curtaz: www.paolocurtaz.it