Un uomo, di fronte a Gesù, gli rivolge una richiesta riguardo a una questione di eredità. Vuole che il Maestro si erga a mediatore tra lui e suo fratello per fargli ottenere ciò che gli spetta. Gesù avrebbe potuto ritenere un onore essere considerato giudice sapiente, maestro in questa materia; tuttavia non accetta di interpretare quel ruolo.
Perché? Forse Gesù ritiene che le cose di questo mondo non lo riguardino? Distinguerebbe le realtà celesti, di sua competenza, da quelle meramente materiali, che non lo riguardano? No, tutto il vangelo indica il contrario: quante volte il Maestro, attraverso i suoi insegnamenti e le sue parabole, ha descritto le realtà “del cielo” con esempi e immagini “di quaggiù”. O allora Gesù – che altrove manifesta così tanta cura per ogni situazione di infelicità che incontra – chiuderebbe gli occhi e il cuore di fronte alla situazione di smarrimento di quest’uomo che si considera spossessato dal proprio fratello?
In verità quello che Gesù non vuole sostenere è l’atteggiamento unicamente orientato verso di sé, isolato in se stesso, del suo interlocutore. Infatti, reclamando la condivisione, l’uomo che lo interroga esige, in realtà, la sua parte di eredità unicamente nel proprio interesse. Afferma: “Di’ a mio fratello che divida con me l’eredità” (v. 13), e non: “Aiutaci a dividere tra noi fratelli l’eredità che spetta a ciascuno dei due”. Ora per Gesù la ricchezza può essere valutata in modo positivo solo quando altri possono prendervi parte. I beni materiali non sono mai una benedizione se non vengono condivisi con altri.
Invece di considerare il caso specifico di questa ripartizione, Gesù risale allora alla radice del conflitto: si tratta per lui di tenere i suoi ascoltatori lontano dalla cupidigia, da quella bramosia di possesso che pretende di avocare tutto a sé nel tentativo risibile di scampare così alla morte.
Lo illustra con una parabola: un proprietario terreno prevede di ingrandire i propri granai per mettervi al sicuro un abbondante raccolto. L’intento egoista del suo progetto si manifesta attraverso un monologo accentratore il cui ragionamento si focalizza sul proprio possesso e il benessere personale intravisto. Ora questa sicurezza è illusoria, dice Gesù: se l’uomo deve morire “questa stessa notte” (v. 20), tutto il suo piano verrà vanificato.
La parabola mostra così l’assurdità di un investimento per sé, e cerca di orientarlo verso una finalità che tenga conto dell’amore di Dio e del prossimo. “Arricchirsi davanti a Dio” (cf. v. 21) implica la condivisione. Accumulare per sé invece allontana sia da Dio, sia dagli altri. Il comportamento egocentrico dell’avaro lo esclude automaticamente dalla comunione.
Questo insegnamento riguarda in realtà ogni settore dell’esperienza umana: si applica non solo ai beni materiali, ma anche alle conoscenze o alle competenze, al potere o all’autorità. Trattenerli unicamente per sé è contrario alla logica di Dio, la quale prevede sempre la condivisione, la solidarietà, la sinodalità, la comunione.
Accaparrare tutto solo per sé sarebbe come contrarre un’assicurazione sulla vita, che perderebbe il proprio valore in caso di morte: è inutile e insensato.
fratel Matthias della comunità monastica di Bose
Leggi il brano del Vangelo
Lc 12, 13-21
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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