Entriamo nella preghiera di questa VII domenica ordinaria. Il testo latino, antichissimo, incredibilmente profondo e allo stesso tempo sintetico, è stato tradotto forse con un po’ troppa libertà da chi ha curato il messale in italiano.
Vi propongo una traduzione letterale:
Concedi, ti preghiamo, onnipotente Dio,
che noi meditanti sempre le cose razionali
compiamo ciò che ti è gradito
con le parole e con i fatti.
Meditanti: un participio presente, non un gerundio. Meditare, più che un’azione da compiere, è qualcosa che riguarda l’essere.
Non possiamo trascorrere la nostra giornata facendo la meditazione, ma, con la luce della fede, in ogni situazione della giornata possiamo trovare il senso in rapporto al disegno di Dio.
Non stiamo chiedendo allora dei tempi di meditazione, ma la continua inclinazione a trovare in tutte le cose, il legame con Dio.
A un primo impatto ci spiazza il modo con cui la preghiera enuncia l’oggetto della nostra ricerca di vita: “le cose razionali”.
Potremmo fare un lungo excursus nella filosofia greca e nel pensiero dei Padri della Chiesa per cercare che cosa significa “razionale”, parola che peraltro troviamo in alcuni passi decisivi di San Paolo.
Ma forse è molto più semplice se ricordiamo che la “ragione”, in greco “il logos”, nient’altro è che il Figlio di Dio che si è fatto uomo: il Verbo, la Ragione, il Logos si è fatto carne, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14).
Le cose della vita, anche quelle più difficili e confuse, hanno un senso e uno scopo, perché tutto è stato fatto per mezzo del Logos e in vista di lui.
La felicità della vita è proprio in un continuo desiderare, cercare il legame di tutti e di tutto con Cristo, vivere ogni situazione della vita sempre in rapporto a lui.
È così che la nostra vita diventa “gradita” a Dio, a noi stessi, ma anche agli altri.
Non ci sarà differenza tra le cose che diciamo e quelle che facciamo, perché Cristo — che è il senso, il valore, la bellezza, il “perché”, il Logos di tutte le cose — sarà l’unico centro di attrazione della vita e la spinta a continuare a cercare ancora, fino ad essere una cosa sola con lui. (don Andrea Caniato)
Il Vangelo
Mt 5,38-48
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.