GEMELLI DEL SIGNORE NELLA CHIESA LO POSSIAMO VEDERE E TOCCARE VIVO NELLA CARNE DEI FRATELLI PER AMARLI DA RISORTI, OLTRE I LIMITI DELLA CARNE
Una fede sperimentabile nella carne, ma che va oltre la carne, come quella imparata da San Paolo. Eโ questa la parola del vangelo di oggi: Gesรน oltrepassa la porta sprangata delle paure e dei dubbi, il velo ostinato che copre occhi, mente e cuore, e impedisce di riconoscere, oltre le apparenze, nelle pieghe della carne e della storia, la sua presenza certa e amorevole. Dio รจ. Dio รจ oltre la morte, oltre il peccato, oltre la contingenza che ci atterrisce. Ma, per riconoscerlo, occorre un supplemento dโanima, uno sguardo diverso, una testimonianza piantata nel cuore.
Occorre una rivelazione celeste, il soffio dello Spirito Santo a sigillare nel cuore ciรฒ che appartiene ad una dimensione che va oltre la semplice umanitร . Ecco quello che รจ mancato a Tommaso, ciรฒ di cui, la sua povera carne piena di esigenza, aveva bisogno, come la nostra oggi. Abbiamo bisogno della fede adulta, che va al di lร del sentimento, retta e incorruttibile.
Ma la fede si impara. Per questo Gesรน non rimprovera Tommaso, ma lo invita a porsi in cammino, a diventare un โcredenteโ, ad imparare la fede adulta e autentica, su cui radicare la propria vita.
I segni che Gesรน ha mostrato agli altri apostoli una settimana prima, i sacramenti della sua risurrezione, sono ora davanti a Tommaso. Ma, soli, non bastano. Eโ necessario ricevere lo Spirito Santo, come lo era stato per i suoi fratelli, la Rivelazione del Padre che ha fatto beato Pietro, quel supplemento dโanima che libera lo sguardo oltre le ferite nella carne e induce ad oltrepassare le porte della sola ragione, spesso esigente di prove e conferme. Eโ lโamore di Dio, lโamore di Cristo sigillato dallo Spirito Santo, lo stesso che ha fatto conoscere Cristo a San Paolo non piรน secondo la carne, e lo ha colmato della speranza che non delude.
- Pubblicitร -
Eโ lo Spirito Santo che, nel cammino della storia, condurrร san Tommaso, e ciascuno di noi, a riconoscere il nostro Signore e il nostro Dio, nelle nostre stesse piaghe, nelle ferite della nostra vita. La Croce gloriosa, la vita oltre la morte. Eโ questo il senso piรน profondo del Vangelo di oggi, della stessa figura di Tommaso, un gemello nel cui cuore risuona sempre lโeco della presenza del proprio fratello. Il suo nome infatti deriva dalla radice ebraica taโam, che significa โappaiato, gemelloโ: Tommaso appare come il gemello di Gesรน, immagine di una relazione particolare, intima, esclusiva, quella di ogni uomo โcreato in Cristo per camminare nelle opere buone che Dio ha predisposto per luiโ (cfr. Ef. 2,10).
Secondo la scienza quella tra gemelli รจ una comunicazione stretta, totale, che inizia a livello fetale, con reciproche sollecitazioni e risposte che proseguiranno per tutta la vita. Tommaso era legato a Gesรน da un unico destino, unโaffinitร e un sentire comune che solo i gemelli possono sperimentare. La scomparsa di Gesรน per lui era stata devastante, una parte di sรฉ era scesa nel sepolcro con il suo Gemello. In questa prospettiva si comprende lโesigenza carnale di Tommaso, quella condizione posta per poter credere. Doveva toccare le ferite, non solo per incredulitร , ma anche e soprattutto per affinitร , doveva avere la certezza che colui che gli altri apostoli avevano visto fosse proprio il suo Gemello.
Tommaso non aveva altra via che toccare la prova inequivocabile dellโidentitร di Gesรน, le ferite del suo amore. I due infatti erano gemelli in quellโamore infinito, unico, irripetibile, inconfondibile. In quelle ferite erano lโuno immagine dellโaltro, il dolore dellโuno era stato il dolore dellโaltro; Tommaso non poteva riposare, era alla ricerca del suo Gemello, e la notizia che non fosse piรน nella tomba lo aveva sconvolto.
Il rapporto unico che li legava gli faceva risuonare dentro il mistero di quanto accaduto, ma aveva la necessitร di riannodare la sua esistenza a quella del suo Gemello. Quella condizione posta sulla soglia della fede costituiva il grido estremo dellโamore che, attraverso la carne, giungeva al cuore; Tommaso non aveva paura di essere attratto nel mistero della Vita nuova che aveva coinvolto Gesรน, voleva solo riunirsi a quella carne nella quale era stato creato, riunire quello che la morte aveva separato.
Tommaso รจ una Parola meravigliosa per tutti noi; il suo cammino approda alla piรน bella professione di fede โ Mio Signore e mio Dio! โRiconoscendo il suo Gemello, Tommaso apre gli occhi sulla identitร divina di Gesรน; in essa scoprirร anche la sua propria identitร , gemello di Dio, figlio nel Figlio! La carne ha spalancato a Tommaso la via del Cielo; per questo Gesรน gli dice: โE non diventare incredulo, ma diventa credenteโ: โQuando Gesรน sottopone le sue ferite alla โprova empiricaโ richiesta da Tommaso, accompagna questa offerta con unโesortazione: โE non diventare incredulo, ma diventa (ฮณฮฏฮฝฮฟฯ ) credenteโ. Significa che Tommaso non รจ ancora nรฉ lโuno nรฉ lโaltro. Non รจ ancora incredulo, ma non รจ nemmeno ancora un credente. La versione CEI, come molte altre, traduce invece: โE non essere incredulo, ma credenteโ. Ora, nel testo originale, il verbo โdiventareโ suggerisce lโidea di dinamismo, di un cambiamento provocato dallโincontro col Signore vivo.
Senza lโincontro con una realtร vivente non si puรฒ cominciare a credere. Solo dopo che ha visto Gesรน vivo Tommaso puรฒ cominciare a diventare โcredenteโ. Invece la versione inesatta, che va per la maggiore, sostituendo il verbo essere al verbo diventare, elimina la percezione di tale movimento, e sembra quasi sottintendere che la fede consiste in una decisione da prendere a priori, un moto originario dello spirito umano. Eโ un totale rovesciamento.
Tommaso, anche lui, vede Gesรน e allora, sulla base di questa esperienza, รจ invitato a rompere gli indugi e a diventare credente. Se al diventare si sostituisce lโessere, sembra quasi che a Tommaso sia richiesta una fede preliminare, che sola gli permetterebbe di โvedereโ Gesรน e accostarsi alle sue piaghe. Come vuole lโidealismo per cui รจ la fede a creare la realtร da credereโ (Ignace de La Potterie).
I segni delle ferite sono quelli offerti da Gesรน anche ai discepoli una settimana prima; senza i segni del suo amore non si puรฒ credere, sarebbe un salto nel vuoto che non ha nulla a che vedere con la fede cristiana. La Chiesa, infatti, esiste proprio per essere segno e sacramento universale di salvezza.
Tommaso, nellโimpulso tutto carnale del gemello cui รจ stato sottratto il fratello, e che ha sperimentato lโamputazione di una parte fondamentale di se stesso, ha esigito di vedere e toccare quei segni che la memoria del cuore teneva vivi come unica prova per credere. La beatitudine che annuncia Gesรน si riferisce a coloro i quali credono pur non avendo la possibilitร di vedere il Cristo storico della carne, ma si appoggiano e si abbandonano fiduciosi ai segni del suo amore disseminati nella storia, annunciati e mostrati dalla Chiesa.
Tommaso era legato alla carne, la sua relazione con Gesรน era ancora al di qua della soglia della vita immortale, era esclusiva, e per questo incapace di vivere la comunione di fede della comunitร ; la settimana prima infatti non era nella sala con i suoi fratelli; lโamore carnale, come tante volte accade tra fidanzati e amici, ma anche nelle nostre comunitร , tende ad escludere chi non fa parte del โcerchio magicoโ degli affetti piรน appassionati; questa chiusura della carne sui sentimenti passionali ed esclusivi, anche su interessi che divengono assoluti e idolatrati, o sui propri criteri e ideali, chiude gli occhi alla fede, e rende incapaci di aprirsi alla novitร di Cristo, allโamore che unisce nella stessa carne redenta i discepoli del Risorto.
Ma Gesรน si piega alle esigenze della carne, con un amore che sconvolge; Gesรน risorto continua ogni giorno, come quella sera nel Cenacolo, ad aspettare le settimane delle nostre passioni, con la pazienza misericordiosa di chi sa aspettare che le delusioni scavino in noi e ci rendano urgentemente bisognosi di riposo e certezze che superino la carne.
Gesรน scende ancora laddove la carne ci schiaccia, e ci cerca, come ha cercato Tommaso, proprio laddove, esausto, aveva esaurito ogni sua ricerca; Gesรน scende per incontrarci laddove la carne fallisce e, solo, puรฒ aprirsi alla novitร assoluta della trascendenza: Gesรน scende per portarci il Cielo sulla terra dove siamo caduti, gemelli inconsolabili e affamati dโamore, chiusi nellโegoismo di ogni rapporto che cerca la realizzazione e lโappagamento di se stesso in tutto e in tutti, per liberarci dalle catene della carne e fare di essa il veicolo per amare e aprirsi agli altri, gratuitamente e senza preferenze. Come gli altri apostoli, Tommaso doveva ricevere il dono celeste dello Spirito Santo che lo introducesse in quella dinamica nuova della comunione, della fede ecclesiale che unisce indissolubilmente tutti i gemelli celesti del Signore risorto.
Nel Vangelo รจ rivelata la grande notizia di una fede piรน grande dei nostri peccati, dei limiti affettivi e razionali della carne: โnon guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesaโ. Tommaso, amato e attirato nelle pieghe del suo gemello, ha visto e toccato in esse le sue stesse piaghe luminose, gloriose, trasfigurate.
In Gesรน risorto ha visto la sua vita risuscitata, e ha potuto entrare nella comunione della Chiesa, la sua ricerca aveva incontrato il suo gemello. Ora aveva intrapreso il cammino del credente, quello nella notte oscura dei santi, senza consolazioni, senza prove carnali, con la sola certezza sigillata istante dopo istante, quella della fede, di un amore che mai ci abbandona, mai.
Gv 20, 19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano idiscepoli per timore dei Giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: ยซPace a voi!ยป. Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesรน disse loro di nuovo: ยซPace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiยป. Detto questo, soffiรฒ e disse loro: ยซRicevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiยป.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dรฌdimo, non era con loro quando venne Gesรน. Gli dicevano gli altri discepoli: ยซAbbiamo visto il Signore!ยป. Ma egli disse loro: ยซSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credoยป.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cโera con loro anche Tommaso. Venne Gesรน, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: ยซPace a voi!ยป. Poi disse a Tommaso: ยซMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!ยป. Gli rispose Tommaso: ยซMio Signore e mio Dio!ยป. Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป.
Gesรน, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo, il Figlio di Dio, e perchรฉ, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.