Oltre la carne, lo Spirito
I suoi discepoli mormoravano
Per ben 15 volte nell’antico testamento si racconta del popolo d’Israele che mormora. Questo verbo, mentre descrive l’atteggiamento dell’insoddisfazione umana, รจ un severo giudizio sull’uomo che non riconosce l’azione di Dio e ne diventa in qualche modo ostile. Non racconta semplicemente un malumore ma una sorta di ribellione dell’uomo che non accetta la fatica e il sacrificio ma vorrebbe vedere le promesse realizzarsi subito e “tenta” Dio per provocarne una reazione imponendo la propria volontร . La mormorazione รจ peccato contro Dio, manifesta l’incapacitร dell’uomo di fidarsi e affidarsi a Lui.
[ads2]Dal mormorare dei Giudei (Gv 6,41.43) siamo passati ai discepoli mormoranti che, in continuitร con la storia d’Israele, persistono ad affermare le proprie convinzioni su Dio e la Salvezza non accogliendo l’opera di Dio in atto: Questa parola รจ dura! Un Messia che risolve i problemi dell’uomo sfamandolo รจ facile da accettare, ma non un Dio che chiede l’impegno dell’accoglienza nella debolezza della carne.
ร un atteggiamento anche dell’uomo moderno la cui mormorazione dopo aver espresso un giudizio su Dio raggiunge l’indifferenza. Troppo egocentrico con una tecnologia potente รจ l’uomo di oggi capace di cercare Dio nelle difficoltร ed emergenze e non lo riconosce nella quotidianitร ; cerca Gesรน partendo da se stesso, non dalla sua Parola, non lo trova dove lo sta cercando perchรฉ Gesรน รจ “oltre”.
Quello che stupisce nel vangelo รจ che si parli dei discepoli, non i cosiddetti lontani, ma i frequentanti; le persone piรน vicine possono essere, nei fatti, le piรน lontane. Non basta essere vicini fisicamente, non basta frequentare la Messa domenicale per lasciarsi comprenderne dalla Fede; Gesรน stesso, che afferma di aver scelto i dodici, dice anche uno di voi รจ un diavolo (Gv 6,70).
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ร lo Spirito che dร la vita, la carne non giova a nulla
I discepoli dopo aver ascoltato, mormoravano; non basta udire la Parola del Signore, occorrono orecchi capaci di essere in quell’“oltre” dove Gesรน abita.
Se รจ vero che Gesรน รจ la parola fatta carne (Gv 1,14) รจ anche vero che le parole che ci ha detto sono spirito e sono vita. Se la carne in cui la Parola si รจ calata รจ il paradigma della fragilitร umana, quella stessa Parola, fatta comprensibile all’uomo fragile, non ha ceduto alla carne la sua forza perchรฉ appartiene allo Spirito (cfr. Gv 1,32). Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dร lo Spirito (Gv 3,34).
Ogni sforzo umano per quanto eccelso, proprio perchรฉ appartiene alla carne, non arriva a nulla, anche gli impegni religiosi e devozionali finiscono per essere controproducenti quando giunge la stanchezza e ciรฒ che volevamo non รจ stato raggiunto; allora scopriamo di aver chiacchierato da soli invece di aver cercato un dialogo col Signore, crediamo di essere a lui vicino perchรฉ assidui ai luoghi che pensavamo fossero i suoi, ma Lui รจ “oltre” le apparenze, le forme e gli atteggiamenti devoti; in fondo avevamo cercato solo la nostra realizzazione, la tranquillitร , il riempimento dei nostri vuoti.
Signore, da chi andremo?
Sull’altra riva del lago la folla che aveva seguito Gesรน e che era stata sfamata contava circa cinquemila uomini (Gv 6,10), a Cafarnao la Parola del Signore allontana la folla, anche i discepoli si dileguano, rimangono solo i dodici, anche loro pieni di dubbi incapaci di leggere in profonditร ciรฒ che Gesรน stava dicendo. Gesรน non sembra che cerchi di spiegarsi meglio o di semplificare il messaggio, lascia che ciascuno faccia la sua strada dietro le proprie convinzioni, anche ai dodici domanda Volete andarvene anche voi? Davanti alla facilitร del pane tutti si muovono per l’interesse, quando si chiede il coinvolgimento della vita si fa il vuoto; si possono riempire le chiese la domenica ma รจ nelle scelte quotidiane di caritร , accoglienza, sacrificio, condivisione che si misura il discepolo di Cristo. La Parola del Signore non sazia come il pane, anzi espone all’ebrezza dello Spirito, al bisogno incontenibile di farsi dono, ci immette “oltre” la quotidianitร della storia: Tu hai parole di vita eterna.
Vangelo diย Giovanni Gv 6, 60-69 – XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Gs 24, 1-2.15-17.18; Sal.33; Ef 5, 21-32; Gv 6, 60-69.
60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: ยซQuesta parola รจ dura! Chi puรฒ ascoltarla?ยป. 61Gesรน, sapendo dentro di sรฉ che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: ยซQuesto vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dellโuomo salire lร dovโera prima? 63ร lo Spirito che dร la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credonoยป. Gesรน infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: ยซPer questo vi ho detto che nessuno puรฒ venire a me, se non gli รจ concesso dal Padreยป.
66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano piรน con lui. 67Disse allora Gesรน ai Dodici: ยซVolete andarvene anche voi?ยป. 68Gli rispose Simon Pietro: ยซSignore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dioยป. 70Gesรน riprese: ยซNon sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi รจ un diavolo!ยป. 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net