Dopo la grande immagine nuziale che il Signore ci ha data con la parabola dei vers.1-14 , immagine che delinea il legame esclusivo e radicale che Gesù cerca con ogni suo fratello, sorgono domande da parte dei suoi oppositori, tendenti a metterlo in difficoltà : la domanda sul tributo nei vers.15-22 che oggi celebriamo, il tema della risurrezione nei vers.23-33, la domanda sul primo dei comandamenti nei vers.34-40. Tutto ciò per tentarlo, per provarlo. Nel testo parallelo a quello di oggi in Lc.20, 20-26 l’insidia del problema dovrebbe esporlo all’autorità e all’intervento del governatore romano. Nel testo di Matteo a me pare prevalente un problema spirituale connesso appunto all’esigenza espressa ieri di aderire radicalmente al geloso invito di Dio verso le nozze del Figlio. Se le cose stanno così, come si potranno – oppure si dovranno – adempiere quei doveri che sembrano porsi pure essi in
maniera del tutto esigente? Così sembra darsi – o per una legale esigenza della società, o per un sopruso del potere straniero – il tema del tributo a Cesare.
Mi sembra sospetta, e francamente “non cristiana”, anche tutta la premessa del ver.16, che pure contiene la bella annotazione della “via di Dio” insegnata da Gesù: non mi convince cioè una certa durezza che viene attribuita all’opera del Signore. Faccio fatica ad esempio ad accettare che per svolgere la sua missione, il Signore passi con tanta violenza sulle persone!
Gesù, che ben comprende l’intenzione provocatoria del quesito, li porta a considerare che la moneta reca l’immagine (l'”ikona”) di Cesare, dell’imperatore romano, e la sua iscrizione. Questo gli consente di distinguere in modo assoluto ciò che va’ reso (restituito) a Cesare e ciò che va’ restituito a Dio: al cuore della sua risposta sta, secondo me, appunto l'”immagine”; ciò che resta decisivo, e che anche la parabola di ieri esigeva è che a Dio si restituisca ciò che reca la sua immagine; e noi siamo “a immagine di Dio” ora pienamente per l’opera compiuta dal Cristo che del Padre è l’immagine perfetta, come si dice, per esempio, in Colossesi 1,15:”Egli è immagine del Dio invisibile”. Il cristianesimo chiede ai discepoli non solo la legalità ma anche la mitezza, e, al limite, anche l’accettazione del sopruso: il modello è sempre il Cristo della Passione!
Ma ciò che non può essere tralasciato è il senso profondo della nostra vita, il suo segreto, il suo cuore: il nostro legame amante, esclusivo, con il Signore della nostra vita. A nessuno possiamo cedere il volto profondo della nostra esistenza, la “ragione” stessa del nostro esistere, si potrebbe dire – anche se a me l’espressione non piace tanto – la nostra “dignità di figli di Dio”. E figli di Dio noi rimaniamo anche nell’abiezione di un Lager. Per questa immagine di Dio che è in ogni persona noi consideriamo di supremo, divino
valore, anche l’esistenza umana più piccola e più ferita. Siamo “gelosamente” di Dio; non possiamo essere di nessun altro e di nessuna altra cosa.
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XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 45, 1. 4-6; Sal.95; 1 Ts 1, 1-5; Mt 22, 15-21
Mt 22, 1-14
Dal Vangelo secondo Matteo
15Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 22 – 28 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXIX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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