“Redbull ti mette le aliiii !!” dice lo slogan di una famosa bevanda molto energetica. Secondo i produttori questa bevanda è capace di farti “volare” nelle forze con la giusta carica nelle situazioni di stanchezza soprattutto fisica.
Anche Giuseppe è molto stanco, soprattutto nello spirito, perché si trova difronte ad una situazione personale non facile da affrontare.
Nei Vangelo non ci viene raccontato molto dello sposo di Maria, ed è soprattutto l’evangelista Matteo che ci consegna qualche ricordo di questa figura narrativamente secondaria di tutta la storia di Gesù, ma che ha ispirato moltissimo nella storia del cristianesimo.
Quando ci troviamo difronte alla scena del presepe, così bella e carica di sentimenti di amore e unità, non dobbiamo dimenticare che la strada verso quella scena non è stata facile per i suoi protagonisti. Non è stata facile per Maria, ma nemmeno per Giuseppe. Lui si ritrova la sua promessa sposa in attesa di un figlio che non è suo e davanti a sé non pare avere molta scelta, secondo le consuetudini del suo tempo. L’unica opzione è quella del ripudio. L’unica scelta che sembra avere Giuseppe è quella del ripudio in segreto, per non esporre la sua sposa alla lapidazione. Già in questa scelta davvero controcorrente, Giuseppe mostra una umanità più grande delle regole. Ma a parte questo ripudio nel segreto non rimangono molte altre strade.
È a questo punto che nel sonno Giuseppe è raggiunto dal messaggio di Dio che gli propone una strada alternativa e che da solo non aveva pensato. Nel sogno, che per la Bibbia è simbolo della preghiera, Dio parla a Giuseppe e gli fa vedere la sua storia da un altro punto di vista, più alto e più libero.
Noi raffiguriamo sempre gli angeli con le ali. È una raffigurazione tradizionale che non corrisponde sempre all’idea di angelo della Scrittura. L’angelo richiama la stessa parola di “vangelo” e quindi è un messaggero. Ma stavolta vorrei davvero pensare ad un messaggio/messaggero che arriva a Giuseppe con le ali, e queste ali le dona al cuore e alla mente di Giuseppe.
“Giuseppe figlio di Davide…”. Con queste parole Giuseppe ricorda che lui fa parte di una grande storia, quella di un popolo che ha avuto nel grande re Davide una figura mitica, segno di libertà e dentro la missione di Dio. Giuseppe è figlio di questa storia, anche nella piccolezza della sua vita di falegname.
“… non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo…”. Giuseppe è rassicurato e quel messaggio che riceve da Dio è per liberarlo da paure e dubbi che sono parte integrante della vita di ogni credente e di ogni essere umano quando deve affrontare gli imprevisti della vita. Giuseppe è invitato a vedere Dio dentro la propria storia e in quella della sua sposa. Con “le ali” della fede Giuseppe vede che la sua vita con Maria non è al capolinea, ma c’è ancora strada davanti e molto più grande di quella che pensava quando volava basso, anzi quando non volava affatto.
“e tu lo chiamerai Gesù”. Giuseppe non è un semplice spettatore dell’opera di Salvezza di Dio, ma è chiamato a essere protagonista e a metterci del suo con quel bambino, destinato, come dice il suo stesso nome, a salvare il popolo e l’intera umanità.
“Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo”. Giuseppe dopo questo incontro con il messaggio/messaggero di Dio, ha davvero messo le ali alla sua vita e non ha più paura.
Diventa a suo modo anche lui un angelo, e sotto la sua ala protettrice si prenderà cura di Maria e del bambino, che sono suoi, non tanto per il legame di sangue, ma per scelta personale e adesione al progetto di Dio.
Questo è quello che accade a Giuseppe, e mi viene raccontato perché è lo stesso per me.
Anche per me c’è un posto da protagonista nella storia di Dio nel mondo. Anche per me c’è un messaggio che mi toglie la paura e mette le ali alla mia vita.
È proprio il Vangelo che mette le ali al cuore e alla vita, e mi trasforma da spettatore pauroso della storia in angelo che vola spiritualmente in alto, per dare forza a chi incontro e mi vive accanto. Così anche io con le ali del Vangelo, come Giuseppe posso prendermi cura di quel bambino Gesù che sta in chiunque mi vive accanto.