Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2019 – don Eduard Patrascu

Il commento al Vangelo di domenica 22 dicembre 2019 a cura di don Eduard Patrascu.

“I confini della terra hanno visto la salvezza del Signore”

Quanto sfavillare a Natale! Quante lucine e addobbi natalizi dilettano i nostri occhi per le strade, appese ai fuori i balconi, in ognidove! É veramente bello camminare per le strade e lasciarsi affascinare dalla bellezza variopinta dell’atmosfera tipica di questa festa. Per non dire poi la bellezza dello stare insieme in famiglia. Vedevo, dalle nostre parti, già dagli inizi di novembre, i negozi ed i supermercati “invasi” dalle cose per il Natale, quasi-quasi facendomi dire che, ecco, anche questo ci aiuta a proiettarci verso il Natale… con così tanto anticipo. Sto parlando di tutto ciò che ognuno può vedere, perché tutte queste cose – sottolineo, COSE – stanno al CENTRO della vita dei nostri paesi… ci sono messe davanti, al centro del nostro campo visivo. Per non accennare poi all’importanza quasi indispensabile dei regali – guai se mancano! –, della cena e tutto il resto, babbo natale in testa.

Il CENTRO. La vita umana gira in centro, attorno a questo centro, di cui le istanze del mondo hanno cura di non perdere di ribadire. Questo centro è tanto pieno, si corre tantissimo, c’è un pullulare di cose, di urgenze, di situazioni imprevedibili che sembra che nulla è più controllabile e tutto è privo di… un vero centro.

Anche al tempo della nascita di Gesù il centro era tanto affollato di cose da fare, di urgenze che contavano tanto. E il vangelo ci dice che Gesù non nasce in questo centro, ma al margine, alla periferia, come direbbe il Papa. L’evangelista Luca ci dice che, quando è Nato Gesù – che è il vero CENTRO del Natale, ricordiamocelo per bene! – Maria l’ha partorito e lo ha poggiato in una mangiatoia, perché NON C’ERA POSTO PER LORO” (Lc 2,7), la gente arrivava a Betlemme preoccupata dal censimento e, perché no, del sentirsi bene, tanto che le locande erano strapiene. Il centro di quel mondo era tanto pieno, tanto affollato che Gesù è dovuto nascere alla periferia. Anche il vangelo di oggi lo ribadisce molto più tragicamente: “è venuto dai suoi ma i suoi non lo hanno accolto”.

Siamo a Natale, la celebrazione dell’Emanuele, del Dio con noi. Tanta luce fuori e dentro le nostre case e.. chiese. Ma la domanda è: c’è luce vera nei nostri cuori? C’è il Signore, la Luce vera, dentro la nostra vita o sta alla periferia? La vita di tutti i giorni ci deve dire chi sta per davvero al centro del nostro cuore e chi alla periferia.

Il cristianesimo dei nostri tempi sembra stanco e in realtà – nonostante tutto ciò che può sembrare – non è più al centro della società in cui viviamo. Sta un pò alla periferia, spinto ad essere lì da tantissime istanze, anche dalla indifferenza degli stessi cristiani e della nostra debole e a volte mancata testimonianza. Eppure, proprio in questa situazione di periferia, una rinnovata accoglienza vera e profonda del Salvatore può dare un nuovo inizio a ciascuna persona, ad ogni comunità di ricentrare tutto in Gesù l’Emanuele.

Auguro ad ogni cristiano di fare in modo che questo Natale sia pieno non tanto delle luci esteriori, dei regali che riceveranno o dei cibi che diletteranno la bocca, ma soprattutto della gioia che invade il cuore, quella che Gesù, Dio-bambino porta. Non si preoccupi chi non è preso in considerazione e si sente abbandonato, chi sta alla periferia dell’attenzione degli altri o delle luci del mondo: Gesù è nato al margine di Betlemme, “non nella casa del pane”, ma fuori di essa. Perché non dovrebbe nascere anche oggi così? Il Signore ci regali a tutti la grazia di tenere al centro del campo visivo del nostro cuore il vero necessario del Natale: Gesù. Tutte le altre cose teniamole a parte. Buon Natale a tutti, in qualsiasi parte del mondo siate. “Tutti o confini della terra vedano la salvezza del Signore”.


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