Commento al Vangelo del 22 Aprile 2018 โ€“ Don Francesco Cristofaro

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Quarta domenica di Pasqua:
Il Buon Pastore

Prima Lettura  At 4, 8-12

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
ยซCapi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioรจ per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo dโ€™Israele: nel nome di Gesรน Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesรน รจ la pietra, che รจ stata scartata da voi, costruttori, e che รจ diventata la pietra dโ€™angolo.
In nessun altro cโ€™รจ salvezza; non vi รจ infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale รจ stabilito che noi siamo salvatiยป.

Pensiero.
Pietro e gli altri Apostoli annunciano con franchezza e forza il mistero di Cristo e con lo stesso coraggio annunciano: non vi รจ infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale รจ stabilito che noi siamo salvati. Pietro รจ chiaro e categorico: non cโ€™รจ nessun altro. Questa determinazione a noi manca. Noi prendiamo di tutto e โ€œtuttoโ€ per noi รจ uguale, sullo stesso piano e quindi abbiamo fatto passare il vangelo come uno dei tanti libri, Gesรน come uno dei tanti fondatori, il cristianesimo come una delle tante religioni.

Perรฒ rifletto ad alta voce e mi chiedo: Se Gesรน non รจ piรน il solo nome nel quale รจ stabilito che siamo salvati, allora a nulla serve la Chiesa, i suoi ministri, i suoi sacramenti, i suoi papi e i suoi vescovi con presbiteri e diaconi. Sono residui di unโ€™antica credenza che oggi non esiste piรน. Perchรฉ allora conservarli in vita, quando sono ininfluenti in ordine alla salvezza. Perchรฉ tutto un apparato deve rimanere in piedi se non รจ piรน non solo non necessario, ma neanche piรน utile alla salvezza, dal momento che Cristo non รจ piรน nรฉ utile, nรฉ necessario, nรฉ indispensabile? La mia vuole essere solo una provocazione per far riflettere.

Seconda Lettura  1 Gv 3,1-2

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Dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perchรฉ non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin dโ€™ora siamo figli di Dio, ma ciรฒ che saremo non รจ stato ancora rivelato. Sappiamo perรฒ che quando egli si sarร  manifestato, noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจ.

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Pensiero.

Qual รจ il limite dellโ€™amore di Dio nei riguardi dellโ€™uomo? Se leggiamo il Vangelo di Giovanni scopriamo che questo amore non ha alcun limite: lo crea a sua immagine e somiglianza, lo fa figlio nel Figlio suo. Il cristiano, perรฒ ancora non รจ tutto ciรฒ che dovrร  essere. Lui รจ in cammino verso la pienezza di questi beni che a lui sono stati dati in Cristo Gesรน.

Ora Lui รจ realmente figlio di Dio, realmente รจ reso partecipe della divina natura, realmente รจ ricolmo di Spirito Santo, realmente รจ corpo di Cristo. Ma lui ancora รจ in un corpo di carne, mentre Cristo รจ in un corpo di spirito, di luce. Lui รจ sulla terra, Cristo รจ nel Cielo. Lui vive camminando verso la morte, mentre Cristo risorto ormai non muore piรน. Lui รจ ancora sotto il regime della prova e della tentazione, mentre Cristo vive vittorioso sul peccato e immortale sopra la morte.

Sappiamo per fede ciรฒ che ci attende. Non conosciamo perรฒ per visione ciรฒ che ci attende. Viviamo perรฒ andando incontro a Cristo Risorto per entrare in possesso della salvezza in modo eterno, definitivo, esaustivo. Questi beni che ci attendono sono cosรฌ alti, cosรฌ grandi, cosรฌ profondi, che nessuna mente umana potrร  mai immaginarli. Allora, camminiamo con coraggio e forza verso la Patria celeste. Coraggio!

Vangelo  Gv 10, 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse: ยซIo sono il buon pastore. Il buon pastore dร  la propria vita per le pecore. Il mercenario โ€“ che non รจ pastore e al quale le pecore non appartengono โ€“ vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perchรฉ รจ un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, cosรฌ come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perchรฉ io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo รจ il comando che ho ricevuto dal Padre mioยป.

Pensiero.

Chi รจ il Pastore? รˆ colui che protegge, cura, sfama, guida, indirizza il suo gregge. Da sempre Dio รจ pastore del suo popolo e da sempre Dio ha cercato modi, vie e ha inviato uomini in mezzo al suo popolo per prendersi cura di loro affinchรจ non si smarrissero per sentieri non buoni. Quante volte perรฒ questo popolo รจ stato dalla dura cervice e dal cuore inquinato. Allora Dio ha deciso di mandare suo Figlio, il Pastore Buono delle pecore che ha dato tutta la sua vita per salvarle.

Ogni pastore in Cristo e per Cristo, se vuole essere anche lui buon pastore, deve dare la vita per le pecore. Ma come si dona la vita per le pecore? Vivendo per compiere ogni Parola di Gesรน, cosรฌ come Gesรน viveva per compiere ogni Parola del Padre. Oggi preghiamo per i pastori che hanno il delicato compito di prendersi cura del gregge di Dio e preghiamo per tutti noi perchรฉ possiamo essere pecore docili dietro il pastore.

Mi metto in discussione.

  1. Annuncio la veritร  del Vangelo con franchezza e forza oppure accomodo il vangelo nelle diverse situazioni?
  2. Sto camminando verso il paradiso?
  3. Analizzando il mio cammino posso ritenermi una pecora docile allโ€™ascolto della voce del pastore?

don Francesco Cristofaro

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