Commento al Vangelo del 21 Novembre 2021 โ€“ Piccole Suore della Sacra Famiglia

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IO SONO RE

In quel tempo 33. Pilato allora rientrรฒ nel pretorio, fece chiamare Gesรน e gli disse: โ€œSei tu il re dei Giudei?โ€.

La trentaquattresima domenica del tempo ordinario รจ posta alla fine dellโ€™anno liturgico ed รจ dedicata a Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโ€™Universo. Questa solennitร  ci ricorda che tutto ciรฒ che esiste procede verso una meta finale: la manifestazione definitiva di Cristo, Signore della storia e di tutto il creato. Siamo in cammino verso il suo regno eterno, verso la sua vittoria definitiva.

Lโ€™episodio che la Liturgia offre alla nostra meditazione รจ tratto dalla Passione secondo il Vangelo di Giovanni. Invece di presentarci un Cristo trionfatore, il Vangelo ci presenta il Signore dellโ€™Universo umiliato: accusato, arrestato nel Getsemani, condotto dal governatore, processato sommariamente, legato, insultato, condannato, crocifisso, sepolto. Lโ€™Innocente sembra aver perduto tutto, sembra inutile quanto ha fatto, predicato, amato. Eppure non รจ lโ€™ultima parola: Dio lo risuscita.

โ€œPilatoโ€: รจ stato governatore romano della Palestina dal 26 al 36 d.C. Gli storici parlano di lui come di un uomo autoritario e crudele, deposto poi da Vitellio. In apparenza รจ forte e duro contro i Giudei, tuttavia รจ incapace di resistere ai loro ricatti e in questo sta la sua debolezza. Ha paura di essere denunciato allโ€™imperatore come nemico di Roma e di perdere il posto di governatore.

โ€œSei tu il re dei Giudei?โ€: Pilato, autoritร  civile romana, entra nel pretorio, pensa di trovarsi davanti a uno zelota, a un capo rivoluzionario, a una persona con lโ€™intenzione di soppiantare le autoritร  locali ammesse dai Romani. I capi dei Giudei hanno condannato a morte Gesรน, ma la legge non consente loro di eseguire la sentenza. Lo portano dal governatore romano perchรฉ sia lui a sentenziare e a procedere allโ€™esecuzione. Rimangono fuori dal pretorio, luogo pagano, proibito ai Giudei, per non contaminarsi in vista della festa di pasqua. Gesรน รจ solo davanti al governatore, senza testimoni.

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Gesรน non si รจ mai fatto chiamare โ€œreโ€ per evitare equivoci politici, perchรฉ il suo รจ un regno ben diverso. La sua regalitร  si attua nei cuori e si manifesta attraverso lโ€™amore, lโ€™offerta di sรฉ, il perdono, lโ€™accettazione della croce.

  1. Gesรน rispose: โ€œDici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?โ€.

Gesรน risponde con una contro-domanda, chiedendo a Pilato di formulare la sua opinione personale. Di fronte a Gesรน dobbiamo esprimerci esplicitamente, senza addurre discorsi altrui. Il suo sguardo su di noi ci interpella per aiutarci a prendere coscienza personalmente: chi รจ Lui per noi?

  1. Pilato disse: โ€œSono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a Che cosa hai fatto?โ€.

Pilato risponde a una domanda con unโ€™altra domanda. Si dimostra indifferente nei confronti di una questione che ritiene interna al mondo ebraico. Afferma che sono le autoritร  giudaiche le sole responsabili delle accuse contro Gesรน e della sua condanna a morte.

โ€œChe cosa hai fatto?โ€: nel Vangelo cโ€™รจ la risposta a questa domanda. Gesรน rivela in ogni momento della vita i segni del suo amore: dona il vino per la festa, perdona i peccati, risuscita i morti, guarisce i paralitici, cammina sulle acque, ridona la vista ai ciechi, lโ€™udito ai sordi, la salute ai lebbrosi, ama i nemici, perdona i crocifissori, riabilita chi lo rinnega, dona misericordia, salva chi si affida a Lui. รˆ molto chiaro il suo stile di vita: dare gratuitamente, senza ricompensa, diversamente dai re di questo mondo che bramano ricchezze e onori. Ha predicato ciรฒ che prima ha vissuto.

  1. Rispose Gesรน: โ€œIl mio regno non รจ di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perchรฉ non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non รจ di quaggiรนโ€.

โ€œIl mio regno non รจ di questo mondoโ€: nel dialogo, Gesรน afferma che la sua regalitร  รจ spirituale, non terrena; infatti, nessuno รจ venuto a difenderlo, come avrebbero fatto per un re del mondo. Il suo potere viene dal Cielo e si esercita sulla terra, ma agendo nel cuore degli uomini. In Gesรน non cโ€™รจ alcuna ambizione, nessuna sete di potere. Ha sete, sรฌ, ma della nostra salvezza eterna. Vuole attirare a sรฉ lโ€™umanitร  intera, del passato, del presente, del futuro, perchรฉ tutti siano una cosa sola con Lui, nellโ€™eternitร  beata.

โ€œI miei servitori avrebbero combattutoโ€: Gesรน contrappone alla logica del mondo, alla violenza e alla sopraffazione, la mitezza, lโ€™umiltร , il perdono a tutta prova. Il regno di Gesรน non si realizza con le armi nรฉ con la guerra. Tutto รจ perduto con la forza; tutto รจ guadagnato con lโ€™amore.

  1. Allora Pilato gli disse: โ€œDunque tu sei re?โ€. Rispose Gesรน: โ€œTu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla veritร . Chiunque รจ dalla veritร , ascolta la mia voceโ€.

Pilato riporta il discorso sulla materialitร  della domanda, e chiede nuovamente se Egli sia re.

โ€œPer dare testimonianza alla veritร โ€: per Giovanni la regalitร  di Gesรน รจ come quella di Jahwรจ che, nellโ€™Antico Testamento, ha dato la Legge. La Legge che Gesรน dร  รจ lโ€™Amore. La Veritร  รจ lโ€™Amore. Amore che si consuma, che si dona, che non chiede nulla in cambio, che รจ coerente e fedele fino allโ€™effusione del sangue. รˆ venuto a dare testimonianza al Padre e alla veritร , a portare a tutti gli uomini il dono della comunione con Dio, a estendere a tutto lโ€™universo il comandamento dellโ€™amore.

โ€œTu lo diciโ€: rimane lโ€™ambiguitร  della risposta. Gesรน si dichiara re, ma in modo diverso da quello che intende Pilato e da come si intende comunemente secondo la logica mondana. Lโ€™umanitร  cerca il riferimento in persone importanti, prende come modello chi ha successo. Viceversa, Gesรน si fa servo, affronta il martirio crudele e cruento, fidandosi del Padre.

โ€œIo sono reโ€: รจ la dichiarazione della regalitร  universale di Cristo, come portatore della veritร  di Dio. รˆ un re al contrario: senza potere mondano, senza gloria terrena, senza esercito, senza territori, senza forzieri, senza trionfo.

Se accettiamo la signoria di Gesรน, accogliamo che Egli ci indichi la via della veritร  e dellโ€™amore. La nostra sudditanza consisterร  nel volere quello che Egli vuole. Egli รจ la nostra pace e la nostra salvezza. Nello stesso tempo, contiamo non su di noi, ma sul fatto che Egli ci dร  la forza di vivere secondo il suo esempio.

Egli รจ passato attraverso la croce, non รจ scappato, non ha fatto valere le sue prerogative divine, non ha fatto proclami altisonanti, รจ rimasto in silenzio, inchiodato e immolato. La sua gloria consiste nellโ€™amare fino alla fine, nel dare la vita, nel rimanere nellโ€™amore, nella fedeltร  al Padre in modo dichiarato e vissuto.

Ha regnato sul dolore e sulla morte ed ha trionfato con la risurrezione. In questo modo ha dimostrato la sua regalitร  e noi siamo fieri di appartenere al nostro Re. Scaturisce, pertanto, in ogni cristiano, lโ€™impegno ad annunciare Cristo, perchรฉ tutti possano conoscerLo e aderire a Lui.

Gesรน ci faccia comprendere che servire รจ regnare, che donare รจ gioia, che morire รจ risorgere con Lui, Nostro Signore e Re dellโ€™Universo.

Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia


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