Commento al Vangelo del 21 novembre 2010 – mons. Andrea Caniato

12PORTE del 18 novembre 2010 – XXXIV domenica del tempo ordinario.

Vangelo Lc 23,35-43
Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno.

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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“C’era una scritta sopra il suo capo: questi è il re dei Giudei”: è la motivazione della condanna a morte di Gesù di Nazaret, così come sentenziata da Ponzio Pilato. Gesù è un ribelle che ha attentato alla sovranità unica dell’imperatore romano.
Siamo alla fine della vita terrena di Gesù, ma anche l’ingresso nel mondo del Figlio di Dio fatto uomo è stato accompagnato da un conflitto con l’autorità di un sovrano terreno, Erode, che ordina la strage degli innocenti, sentendo minacciato il suo trono dalla semplice esistenza di un bambino.
Erode e Ponzio Pilato sono i personaggi-simbolo della logica del mondo, la logica del potere, del possesso, dell’affermazione di sé.
Un compromesso non sarà mai possibile. Il Regno di Cristo è in questo mondo, ma non è di questo mondo.
La pagina commovente della crocifissione e del buon lavoro, celebra la solennità di Gesù Cristo, re dell’universo, che chiude l’itinerario dell’anno liturgico.
“Ha salvato altri, salvi se stesso”. Proprio nel triste episodio della strage nella cattedrale di Baghdad, di cui abbiamo parlato in questa puntata, è accaduto che un terrorista 15enne ha colpito con il mitra il crocifisso, urlando in tono di sfida: “Vediamo se viene a salvarvi!” e facendosi saltare in aria.
Proprio l’apperente sconfitta di Gesù e dei suoi discepoli è il segno della sua onnipotente sovranità: perché Gesù ha un’arma potentissima e invincibile. È l’arma del perdono e della misericordia e niente può superarla.
“Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno!”: il buon ladrone parla al futuro, ma Gesù parla al presente. “Oggi”: oggi è possibile aderire a questo regno ed esserne legittimamente cittadini, se accogliamo la forza del suo dono e trasformiamo la nostra vita nella direzione dell’amore, come Gesù, con la forza che Gesù ci dona, dando la vita per noi.

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