Commento al Vangelo del 21 Aprile 2019 – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD

PASQUA – ANNO C

MEDITAZIONE NUM. 521

GV 20, 1-9

«Maria!… Rabbunì!… Va’ dai miei fratelli…».

Mio Dio come sei divinamente tenero!…  Come sei affettuoso, come sei buono!…  Risuscitato, le tue prime apparizioni sono due apparizioni di  consolazione alle due anime  più morenti di dolore per la tua Passione e  la tua morte: a  tua Madre innanzitutto,  «alla  quale apparisti in primo luogo, e vicino alla quale rimanesti a lungo», come hai detto a santa Teresa; a Maria Maddalena poi… Con quale dolcezza apparisti a questa cara santa, la tua «adoratrice appassionata», come la si chiama! Quale dolcezza in  questo  «Maria!»…  Da quale voce sarà stato detto!… E  poi, mio Dio, quale divina tenerezza per noi  tutti, per tutti  gli uomini di tutte le età, nelle parole che lasci cadere: «Va’ a dire ai  miei  fratelli»! Ci chiami tutti «tuoi fratelli»! Come questo è dolce, come sei buono!

Siamo teneri come Gesù, affettuosi come lui… Consoliamo come lui gli afflitti, e in primo luogo coloro che lui stesso ha messo più vicino a noi nella vita, una madre, un’anima cara; e quelli che hanno più bisogno di consolazione, quelli che sono più vicini a cedere sotto un dolore più straziante… Consoliamo, consoliamo come lui i suoi fratelli che son o i nostri, consoliamo le sue membra, le parti del suo stesso corpo, queste sue membra di cui ha detto:

«Ciò che farete a uno di questi piccoli, lo farete a me»… Siamo come lui dei  teneri consolatori, dei fratelli affettuosi per tutti gli afflitti, per tutti gli  uomini, soprattutto per  quelli di cui ci ha più specialmente incaricato, ma per tutti, poiché di tutti ha detto: «Ciò che farete a uno di questi piccoli, lo farete a me»… Poiché Gesù si degna di chiamarci  suoi fratelli, mostriamoci veramente suoi fratelli, amandolo, tenendogli compagnia, con una imitazione e una contemplazione continue, cercando incessantemente di essergli graditi per mezzo di una obbedienza perfetta, servendolo, facendo tutti i nostri sforzi per aiutarlo (cioè: per servirgli da strumenti fedeli; poiché come aiutare Dio un uomo che non può nulla se non per mezzo di Dio?) a compiere la sua opera sulla terra, cioè a glorificare Dio (cosa che si fa cercando di santificare più che si può se stessi e tutti gli altri uomini e per questo bisogna santificare se stessi il più possibile e santificare se stessi consiste nell’amare Dio più che si può…

Tutto ritorna sempre ad amare Dio, amare Dio: è lì  che tutto inizia, lì  che tutto  finisce; è da lì che dobbiamo noi stessi iniziare e finire; è questo amore che deve riempire l’inizio, il centro e la fine di tutti i nostri istanti, di tutti i nostri atti, di tutta la nostra vita… Amiamo Gesù perfettamente e saremo suoi fratelli perfetti, suoi veri fratelli… L’amore contiene il compimento di tutti i doveri, di tutte le perfezioni: amiamo, amiamo Gesù!)

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.Libro disponibile su Amazon.

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