Commento al Vangelo del 20 Ottobre 2019 โ€“ p. Roberto Mela scj

- Pubblicitร  -

Pregare sempre senza stancarsi

Acqua, carne, guerra

Alle prove della mancanza di acqua dolce (Es 15,22-27) e di carne (16,1-35) che, in pieno deserto di Sin, suscitano la mormorazione di Israele che sta uscendo dalla schiavitรน dellโ€™Egitto, YHWH risponde donando acqua dolce e abbondanza di manna e di quaglie. In unโ€™ulteriore tappa, a Refidรฌm, Israele patisce la mancanza di acqua, e su ordine di YHWH, Mosรจ procura lโ€™acqua dalla roccia battendola col bastone con cui aveva percosso il Nilo (17,1-7).

ยซIl Signore รจ in mezzo a noi sรฌ o no?ยป aveva gridato il popolo (17,7), a Massa e Meriba, mettendo alla prova YHWH e litigando giuridicamente con lui. YHWH darร  ancora prova che รจ in mezzo al suo popolo.

Sempre a Refidรฌm, ecco ora la prova militare della battaglia (Es 17,8-16, pericope che purtroppo viene limitata nella lettura liturgica ai vv. 8-13, con grave perdita della ricchezza interpretativa offerta dal v. 16).

La nota della Bibbia di Gerusalemme definisce molto bene le coordinate storico-geografico-letterarie di Es 17,8-16: ยซQuesto racconto antico, probabilmente di tradizione jahvista [ma dallo studioso M. Priotto classificata come deuteronomistica e ripresa da un autore sacerdotale, nota mia], riferirebbe una tradizione delle tribรน del sud. รˆ legato redazionalmente a Refidรฌm, dove si situava lโ€™episodio precedente. Di fatto, gli amaleciti avevano la loro abitazione piรน a nord, nel Negheb e sulle montagne di Seir (Gen 14,7; Nm 13,29; 1Cr 4,42s) e in questa regione bisogna cercare Corma (Nm 14,39-45; cf. Dt 25,17-19; 1Sam 15).

Presentato da Gen 36, 12.16 come nipote di Esaรน, Amalรจk รจ in realtร  un popolo antico (Nm 24,20). Al tempo dei giudici si associa ai saccheggiatori di Madian. Davide lo combatte ancora. Poi non รจ piรน menzionato, se non in 1Cr 4,43 e Sal 83,8ยป.

- Pubblicitร  -

Fu soltanto al tempo quindi di Ezechia (716-687 a.C.) che gli amaleciti furono sconfitti definitivamente. ยซUn ricordo di questa rivalitร  sopravvive nel personaggio Aman del libro di Ester, chiamato lโ€™Agaghita (Est 3,10) dal noto re amalecita Agag (1Sam 15,32-33)ยป (M. Priotto). Refidรฌm ยซandrebbe collocata nel Wadi Refayd. Il deserto del Sinai corrisponde allโ€™altopiano er-Raha a nord del massiccio roccioso che il nome, Gebel Mรปsa (monte di Mosรจ) e tutta la tradizione biblica identificano col monte Sinai o Oreb (Horeb) della Bibbiaยป (E. Galbiati โ€“ F. Serafini).

La battaglia di Giosuรจ

Il vero comandante militare del popolo di Israele, Mosรจ, ordina seccamente al suo aiutante Giosuรจ: ยซScegli, esci, combattiยป (cf. v. 9). Nominato per la prima volta nel libro, Giosuรจ (โ€œDio salva/Yeรดลกuaโ€˜โ€) โ€“ che in Es 24,13; 33,1 รจ menzionato come โ€œaiutante liturgico/meลกฤrฤ“tโ€ di Mosรจ โ€“ col suo stesso nome giร  allude alla veritร  ultima che il brano vuole trasmettere: รจ YHWH che salva il suo popolo, non la forza militare e le battaglie degli uomini.

Mosรจ promette che il giorno seguente egli starร  ritto su โ€œil monteโ€ โ€“ letteralmente una collina (isolata) โ€“ con il bastone di Dio โ€œnella sua manoโ€. Non รจ piรน il bastone con cui Mosรจ ha percosso il Nilo (17,5); ora รจ il bastone di Dio che sta nella sua mano. ยซIl nome del giovane capo ricorda che la salvezza proviene da YHWH; il monte indica sicuramente un luogo sacro e conosciuto; infine, il bastone che Mosรจ deve prendere รจ qualificato, a differenza del bastone di 17,5 come [โ€ฆ] bastone di Dio, quasi per eliminare unโ€™interpretazione magica; si tratta, infatti, di un โ€œbastone teologicoโ€ che, come in 4,20, cosรฌ anche qui intende affermare la preminenza dellโ€™azione di Dio: non sarร  lโ€™azione di Mosรจ nรฉ lโ€™azione magica legata a un amuleto, ma soltanto lโ€™azione gratuita ed efficace di Dio a propiziare la vittoria degli israelitiยป (M. Priotto).

Giosuรจ obbedisce prontamente agli ordini di Mosรจ ed esce in battaglia. Mosรจ, il fratello sacerdote Aronne e Cur salgono sul monte quasi in una processione liturgica. Cur, che compare qui per la prima volta, รจ annoverato fra i responsabili del popolo, condivide il ministero sacerdotale con Mosรจ e Aronne e in 24,14, sempre assieme ad Aronne, compare come responsabile dellโ€™attivitร  giudiziaria.

La โ€œpreghieraโ€ di Mosรจ

Quando Mosรจ alzava la sua mano (singolare, cosรฌ il testo ebraico) โ€“ e quindi anche il bastone di Dio โ€“, Israele prevaleva in battaglia; quando Mosรจ abbassava la sua mano โ€“ e quindi anche il bastone di Dio โ€“, vinceva il nemico Amalรจk.

ยซQuando le mani di Mosรจ (divennero) pesanti, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedetteยป, mentre Aronne e Cur sostengono ciascuno una mano di Mosรจ (โ€œle sue maniโ€). Le mani alzate e aperte โ€“ col bastone di Dio in una โ€“ esprimono apertura completa allโ€™aiuto che YHWH vorrร  dare al suo popolo. รˆ il gesto tipico della preghiera. Potrebbe essere vista come intercessione, un gesto di benedizione o di maledizione, un giuramento, un incitamento alla lotta.

Simile al gesto di Mosรจ รจ quello di Giosuรจ, ยซche, su ordine di YHWH, tende costantemente il giavellotto verso la cittร  di Ai fino alla sua caduta (Gs 8,18-26); anche Mosรจ, sebbene meno esplicitamente, compie un gesto ispirato da Dio: รจ soltanto su questo piano che รจ possibile interpretare i gesti di Mosรจ e di Giosuรจ come segno dellโ€™intervento salvifico divino!ยป (M. Priotto).

Non viene riportato alcun contenuto esplicito della โ€œpreghieraโ€ di Mosรจ. ยซLa preghiera di Mosรจ non [รจ] tanto sul versante dellโ€™intercessione [โ€ฆ] quanto piuttosto della testimonianza della presenza attiva di YHWH in favore degli israeliti: vedendo il bastone di Dio che Mosรจ tiene alzato, essi riconoscono la presenza di YHWH che combatte per loroยป.

Le sue mani divennero โ€™ฤ•mรปnฤh

Continua il gioco letterario de โ€œla (sua) mano/le (sue) maniโ€. Dalla constatazione che le mani sono โ€œpesanti/kebฤ“dรฎmโ€, espressa con una frase nominale senza verbo, si passa a notare โ€“ col verbo finito โ€“ il fatto che esse divenne(ro) dinamicamente โ€œโ€™ฤ•mรปnฤh/fermezzaโ€, un termine astratto che va interpretato in senso largo. รˆ il passaggio ยซnon solo da uno stato di stanchezza fisica a una condizione di fermezza, ma anche un atteggiamento spirituale: la ferma fede in YHWHยป (M. Priotto).

La vittoria su Amalรจk รจ menzionata brevemente, rispetto alle lunghe descrizioni belliche dellโ€™Iliadeโ€ฆ: Giosuรจ ยซโ€œfiaccรฒ/wayyaแธฅฤƒlลลกโ€ Amalรจk e il suo popolo a fil di spadaยป. Non che Giosuรจ e i suoi prima lo sconfiggano e poi (cosรฌ CEI 2008!), a sangue freddo, passino a finire a fil di spada i sopravvissuti, sani o feriti che fosseroโ€ฆ In Es 32,18 il sostantivo แธฅฤƒlรปลกฤh esprime โ€œla disfattaโ€, per cui si potrebbe tradurre il v. 13 con โ€œfiaccรฒโ€, โ€œindebolรฌโ€. La versione greca della LXX traduce con โ€œetrepsato/mise in fugaโ€, che pare ben tradurre il raro verbo ebraico.

Il v. 13 non รจ quindi una descrizione (di malcelata soddisfazione) di una ferocia belluina, disumana ed efferata, ma la constatazione che YHWH ha procurato al suo popolo una disfatta del nemico โ€œcol filo della spadaโ€, tramite lโ€™azione bellica dei guerrieri. La preghiera/testimonianza di Mosรจ รจ stata quindi efficace.

Preghiera, armi e battaglie

Mosรจ โ€œpregaโ€, gli uomini combattono, ma รจ YHWH a vincere. Il bastone alzato da Mosรจ รจ il bastone di Dio.

YHWH vuole liberare il suo popolo dalla schiavitรน egiziana, un grande male. Il Dio della Bibbia non puรฒ mai sopportare il male. Egli battaglierร  sempre contro il male e si opporrร  sempre a coloro che sbarrano la strada alla sua opera liberatrice, scegliendo cosรฌ, piรน o meno liberamente, di diventare suoi โ€œnemiciโ€.

La vittoria รจ solo di YHWH, perchรฉ in definitiva la battaglia di Amalรจk era contro di lui. Lo sottolineano con forza i vv. 15b-16, con i quali si conclude la pericope, che doveva essere letta fin qui anche nella liturgia. Costruito un altare, Mosรจ ยซgli diede il nome โ€œYHWH รจ il mio vessilloโ€; e disse: โ€œUna mano contro il trono di YHWHโ€! Vi sarร  guerra per YHWH contro Amalรจk, di generazione in generazione!โ€ยป.

Lโ€™apostolo Paolo esprimerร  perfettamente la vera posta in gioco, la vera lunga โ€œguerraโ€, le sue ripetute โ€œbattaglieโ€ e le vere โ€œarmiโ€ da impiegare: ยซIn realtร , noi viviamo nella carne, ma non combattiamo secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragionamenti e ogni arroganza che si leva contro la conoscenza di Dio, e sottomettendo ogni intelligenza allโ€™obbedienza di Cristoยป (2Cor 10,3-5).

La preghiera e la battaglia. Entrambe sono necessarie.

Ma a vincere รจ solo la potenza Dio, quando vuole lui e come vuole lui.

Con le armi di Dio.

La preghiera instancabile

Lโ€™atmosfera che si respira nella sezione del Vangelo di Luca Lc 17,11โ€“18,30 รจ escatologica (cf. il nostro commento alla pericope di Lc 17,11-19 letta domenica scorsa, la XXVIII per annum C).

Si parla infatti dellโ€™opera di Dio (cf. 17,15b-16a), del Regno di Dio (17,20; 18,16), del giorno del Figlio dellโ€™uomo che รจ il giorno di Dio (17,22), della fine (18,5 ยซfino alla fineยป; CEI 2008: ยซcontinuamenteยป), del Figlio dellโ€™uomo che verrร  (18,8b), della vita eterna (18, 18.30), della salvezza (18,26).

Al tema escatologico del Regno e della venuta del Figlio dellโ€™uomo vanno quindi ricondotte tutte le sotto-tematiche presenti nelle varie pericopi.

Molto sensibile al tema della preghiera, lโ€™evangelista Luca raccoglie allโ€™inizio del c. 18 alcuni insegnamenti essenziali sul tema. Egli mette un titolo โ€œredazionaleโ€ al primo brano (18,1-8) sottolineando โ€œil dovere/to deinโ€, inculcato da Gesรน, di pregare โ€œe di non stancarsi/kai mฤ“ egkakeinโ€ in questo (18,1). Non bisogna cedere al male (โˆškak), venire meno, scoraggiarsi, desistere dal continuare la battaglia (con Dio? con noi stessi?).

Come spesso nel suo insegnamento, Gesรน racconta un parabola, dalle mille sfumature. Potrebbe dimostrare la necessitร  di pregare senza stancarsi, ma anche parlarci di Dio, del suo modo di agire, della fede dellโ€™ultimo giornoโ€ฆ

Dopo la presentazione dei personaggi e della richiesta (vv. 2-3), segue la reazione del giudice (vv. 4-5) e lโ€™applicazione compiuta da Gesรน (vv. 6-8).

Il giudice di una cittร  non aveva rispetto ossequioso per Dio, e quindi men che meno per alcun uomo/donna, sua immagine, sua presenza e trasparenza terrena.

Nella stessa cittร  abita una vedova, elemento debole e indifeso della societร , che il Dio della Bibbia protegge infatti con leggi ad hoc (decime, spigolature ecc.). Essa chiede che il giudice le renda giustizia nei confronti del suo avversario: ekdikeson me รจ un imperativo aoristo ingressivo: inizia a farmi giustizia, inizia a fare questa e questa azione sola).

La Bibbia ricorda che ยซIl Signore โ€œprotegge/ลกลmฤ“rโ€ i forestieri, egli โ€œsostiene/yeโ€˜รดdฤ“dโ€ lโ€™orfano e la vedova, ma sconvolge le vie degli empiยป (Sal 146,9), a coronamento di tutto il Salterio. Ma chi dimentica Dio, come รจ il caso del giudice, sfigurerร  anche lโ€™uomo.

YHWH: giustizia per la vedova

Is 10,1-2 ammonisce con severitร : ยซGuai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per defraudare gli orfaniยป. YHWH stesso prende le difese degli indifesi: ยซโ€ฆ il Signore, vostro Dio, รจ il Dio degli dรจi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialitร  e non accetta regali, rende giustizia allโ€™orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dร  pane e vestitoยป (Dt 10, 17-18).

ยซโ€ฆ Scomparso il distruttore della regione, allora sarร  stabilito un trono sulla mansuetudine, vi siederร  con tutta fedeltร , nella tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla giustiziaยป (Is 16,4b-5). Il Germoglio di Davide รจ atteso con trepidazione per i tempi messianici: ยซSi compiacerร  del timore del Signore. Non giudicherร  secondo le apparenze e non prenderร  decisioni per sentito dire; ma giudicherร  con giustizia i miseri e prenderร  decisioni eque per gli umili della terraยป (Is 11,3-4 a).

Fino alla fine: un โ€œocchio neroโ€?

โ€œPer un poโ€™ di tempo/epi chrononโ€ il giudice non volle rendere giustizia alla vedova nei confronti del suo avversario giuridico, ma alla fine, anche se riafferma di non temere Dio e non di non curarsi degli uomini (esiste solo lui al mondo!), cede alle insistenze della vedova solo per scrollarsi di dosso il fastidio pesante (kopon) che gli procura, perchรฉ alla fine/eis telos, presa dalla forza rabbiosa della frustrazione, non gli facciaโ€ฆ โ€œun occhio nero/hypลpiazฤ“i meโ€.

Lโ€™esasperata lo sta esasperando, facendogli forse perdere anche un poโ€™ della stima che gode in cittร โ€ฆ A malincuore, con tutta la calma possibile, le verrร  incontroโ€ฆ Non per senso di giustizia, ma per lโ€™insistenza della vedova sentita come fastidio indisponente e potenzialmente pericoloso addirittura per la propria incolumitร  fisica. Il colmo dellโ€™ironia: una donna, una povera donna vedova che fa un occhio nero a un uomo, che ricopre lโ€™alta carica di giudice nella cittร !

Il giudice avverte che deve averla esasperata oltre ogni limiteโ€ฆ

Li farร  aspettare a lungo?

Gesรน (โ€œIl Signoreโ€ risorto, come spesso lo chiama lโ€™evangelista Luca) compie lโ€™applicazione della parabola. Fornisce subito un chiaro giudizio morale negativo sul giudice indolente e irrispettoso dei propri doveri: รจ un giudice ingiusto, iniquo (โ€œil giudice dellโ€™ingiustizia/ho kritฤ“s tฤ“s adikiasโ€).

Il genitivo ebraico รจ piรน forte dellโ€™aggettivo. Quel giudice รจ tutto intriso della mancanza di giustizia, raccomandata da YHWH nella legislazione emanata da Mosรจ. Non temendo Dio, e men che meno il Dio di Israele YHWH, il giudice non mette in pratica i suoi comandi presenti nella legislazione riguardanti i suoi doveri e finisce per oltraggiare le giuste attese della povera gente di vedere riconosciuti i propri diritti anche nelle assisi giudiziarie di piรน alto livello.

Si pensi come sia attuale questa situazione. รˆ identica a quella di popoli e di continenti interi che, ancor oggi, sono vittime dellโ€™ONU dalle armi spuntate e dominata da poche potenze, bisognosa di profonda riforma nelle sue strutture di governance e di rinnovata autoritร  per imporre lโ€™osservanza delle proprie decisioni.

Gesรน si domanda retoricamente se Dio ยซnon farร  forse assolutamente giustizia/ou mฤ“ poiฤ“sฤ“i tฤ“n ekdikฤ“sinโ€ ai suoi eletti che gridano notte e giorno verso di luiยป. La domanda, aperta dalla particella interrogativa mฤ“, rafforzata da quella che la precede โ€“ ou โ€“, attende una risposta necessariamente negativa: certamente Dio farร  giustizia ai suoi eletti. Questโ€™ultimo termine รจ usato dal NT in un contesto escatologico (cf. Mc 13, 20.22.27; Mt 20.16; 24, 22.24.31), non necessariamente perรฒ da Luca che lo impiega solo in 23,35, detto di Gesรน, lโ€™Eletto.

Il contenuto della domanda retorica di Gesรน รจ ripreso dal grido che il veggente dellโ€™Apocalisse sente uscire da sotto lโ€™altare da parte degli immolati a causa della parola di Gesรน e della loro testimonianza: ยซFino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia (ou krineis) e non vendicherai il nostro sangue (kai ekdikeseis to haima hฤ“mลn) contro (ek) gli abitanti della terra?ยป (Ap 16,10).

La stessa attesa di giustizia รจ espressa in Ap 19,1-2: ยซDopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva: โ€œAlleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio, perchรฉ veri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha condannato (ekrinen) la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei (kai exedikฤ“sen to haima tลn doulลn autou ek cheiros autฤ“s) il sangue dei suoi servi!โ€ยป (trad. CEI 2008; trad. U. Vanni: ยซvendicando il sangue dei servi suoi dalla mano di leiยป].

Dio farร  giustizia ai suoi eletti (in un contesto solo escatologico?), renderร  giustizia ai credenti che gridano a lui in un contesto di persecuzione e di prova. Una preghiera fra persecuzioni, un poโ€™ diversa da quella insistente di un uomo verso un suo amico per un poโ€™ di pane, riportata quasi come una parabola gemella in Lc 11,5-13.

Dio renderร  giustizia ai suoi eletti che gridano nella prova, e perciรฒ non li farร  dunque attendere a lungo, dilazionando i tempi (makrothymei), allungando (makro-) il respiro umido (thymos) del suo intimo cosicchรฉ il tempo si allunghi allโ€™infinito?

La realtร  avvertita dai discepoli che vivono nella prova dolorosa รจ perรฒ proprio questa: Dio dilaziona la sua risposta. In questo aspetto sembra che il comportamento del โ€œgiudice dellโ€™ingiustiziaโ€ della parabola illustri positivamente quello di Dio!

Ma Dio รจ giusto, e non giudice dellโ€™ingiustizia! Il comportamento di Dio sembra conforme a quello del giudice iniquo, ma la parabola vuole ricordare e illustrare la difformitร  ontologica di Dio (che รจ giusto e vindice di giustizia) rispetto al giudice ingiusto. Questo porterร  Dio a comportarsi nella pratica in modo diametralmente opposto a quello del giudice terreno.

Agere sequitur esse. Dalla Fonte della Giustizia non puรฒ che nascere un comportamento secondo giustizia, una prassi giusta che rende giustizia a chi la attende.

Prontamente

Dio non farร  attendere a lungo i suoi, farร  giustizia โ€œen tachei/velocementeโ€ (v. 8). รˆ la convinzione di Gesรน espressa nellโ€™applicazione della parabola. Le traduzioni rendono in modo diverso lโ€™espressione avverbiale greca di natura modale-temporale: ยซprontamenteยป (CEI 2008), ยซsenza tardareยป (L. Bovon), ยซsubitoยป (S. Fausti), ยซcon celeritร ยป (G. Rossรฉ), ยซprontamenteยป (S. Grasso, F. Mosetto, L.T. Johnson), ยซpromptementยป (C. Chouraqui), ยซsoonยป (I. Howard Marshall, WYC), ยซunverzรผglichยป (Einheitsรผbersetzung), ยซquicklyยป (NIV, NLT, GNT), ยซspeedilyยป (NEV, KJV, ASV, DBT, ERV, WEB, ISV), ยซbien viteยป (TOB), ยซprompte justiceยป (La Bible de Jรฉrusalem), ยซsin tardarยป (Nueva Biblia Espaรฑola), ยซbem depressaยป (Bรญblia Sagrada, Traduรงao da CNBB-brasiliana).

รˆ evidente che i tempi e le modalitร  di esaudimento della drammatica supplica โ€œdi coloro che gridano a gran voce/tลn boลntลnโ€ in continuitร , di giorno e di notte, saranno i tempi e le modalitร  di Dio. Essi non sono rapportabili esattamente ai tempi e alle attese degli uomini, dei discepoli che pur sono nella prova e nella sofferenza. Il taglio della parabola รจ escatologico (solo?).

Testimonianza

La risposta di Dio ci sarร , รจ certa, โ€œveloceโ€. I tempi e le modalitร  non sono invece prevedibili. Tra il tempo di Gesรน e quello della parusia cโ€™รจ il tempo della Chiesa, il tempo della testimonianza. Luca lo ricorda chiaramente in una delle due parti del suo discorso escatologico (cf. Lc 21,12-19), specialmente in Lc 21,12: ยซMa prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianzaยป. Piรน corrispondente al testo greco (apobฤ“setai hymin eis martyrion) sembra perรฒ essere la traduzione: ยซQuesto risulterร  essere una testimonianza per voiยป. Una testimonianza che la vostra persecuzione รจ una chiara attestazione che siete nella veritร , perchรฉ state ricalcando fedelmente le orme del vostro Signore, che ha sofferto, รจ morto ed รจ risorto.

In Lc 21,19 si preannuncia la salvezza finale, il segreto che deve sostenere lโ€™attesa prolungata e sofferente della comunitร  ecclesiale scossa dalle prove: ยซCon la vostra perseveranza (en tฤ“i hypomonฤ“i hymลn) salverete la vostra vitaยป. รˆ la capacitร  di ยซrimanere (menล) sotto (hypo) una situazione sopportandola con costanzaยป.

Alla Chiesa destinataria del Vangelo di Luca e a quella di tutti i tempi, tentata di cedere alla sfiducia nelle prove e nelle persecuzioni, รจ indirizzato un forte messaggio di speranza certa, fondata sulla personalitร  intima di Dio, giudice giusto e attento al cammino dei suoi figli e di tutti gli uomini nella storia. La qualitร  della sua persona garantirร  lโ€™efficacia salvifica della sua risposta. La salvezza non comporta perรฒ necessariamente anche la non sopravvivenza integra a livello fisicoโ€ฆ

Sarร  il tempo necessario e tipico della Chiesa, perchรฉ in essa si realizzi la pienezza (โ€œteologicaโ€ piรน che numericaโ€ฆ) della testimonianza ecclesiale, anche martiriale.

Questa รจ infatti la risposta data alla drammatica questione da Ap 6,9-11: ยซQuando lโ€™Agnello aprรฌ il quinto sigillo, vidi sotto lโ€™altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce: โ€œFino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?โ€. Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco (hina anapausontai eti chronon), finchรฉ fosse completo il numero dei loro compagni di servizio (lett.: fossero completi i loro compagni di servizio/heลs plฤ“rลthลsin hoi syndouloi autลn) e dei loro fratelli, che dovevano (hoi mellontes) essere uccisi come loroยป.

Troverร  la fede?

La tonalitร  escatologica erompe pienamente nellโ€™ultimo versetto dellโ€™applicazione della parabola.

Gesรน, il Signore risorto, si domanda se quando verrร  nella pienezza escatologica quale Figlio dellโ€™uomo che ha sofferto sรฌ, ma che รจ anche giudice ultimo โ€“ come ben scritto nellโ€™apocrifo libro di 1Enoch โ€“ troverร  la fede in lui, la fiducia e lโ€™affidamento della propria vita alla sua persona di Signore risorto.

รˆ lโ€™ultimo โ€œscivolamentoโ€ (glissamenet) semantico della parabola. Forse la โ€œpuntaโ€ dellโ€™applicazione, dopo โ€œla punta/le punteโ€ della parabola. Si passa, infatti, dallโ€™insegnamento circa la preghiera instancabile (conforme a quella della vedova), alla certezza della giustizia che Dio renderร  โ€œvelocementeโ€ ai suoi eletti nella prova e nelle sofferenze (difformemente dal giudice ingiusto) โ€“, pur perรฒ apparentemenete conforme allโ€™atteggiamento indolente del giudice ingiusto โ€“, alla domanda cruciale sul ritrovamento o meno della fede sulla terra al momento della venuta escatologica del Figlio dellโ€™uomo.

Una pericope, questa di Luca 18,1-8, ricca dโ€™insegnamenti, drammatica per il morso che dร  alla carne viva dei discepoli del Signore, disseminati fra tanti popoli in testimonianza martiriale del loro Signore, ma partecipi con loro di tante ingiustizie che โ€œgridano vendetta al cospetto di Dioโ€.

Non una โ€œvendettaโ€ capricciosa, efferata e disumana/non divina, ma un โ€œrendere giustiziaโ€ alla veritร  delle cose, un far fiorire finalmente nella vita piena la testimonianza di fede sofferta data al Signore risorto della storia da parte della sua sposa che cammina fra le prove e le persecuzioni.

La sposa grida a voce alta, a nome di tutti, che possa apparire finalmente dove sta la vera vita, dove trova casa la vera ricchezza dellโ€™umano, dove abita la vera felicitร  dei discepoli, dove trova consistenza la riconosciuta dignitร  dellโ€™uomo e del creato, casa comune dellโ€™umanitร .

Occorre pregare con una preghiera instancabile, non tanto per stancare Dio e piegarlo ai nostri voleri (come nella parabola, che conserva la sua veritร  ad altri livelli), ma per allargare il nostro cuore alla sua volontร  e alla sua giustizia. Perchรฉ inizi a rivelarsi pienamente fin dโ€™ora, in attesa dellโ€™ultima ora.

La preghiera costante ricorderร  a Dio di ricordarsi dei discepoli del suo Figlio che soffrono e di far fiorire presto la sua veritร  e la sua vita sulla terra.

La pregherร  instancabile โ€œsmuoverร โ€ Dio, ma soprattutto smuoverร  il cuore dellโ€™uomo, perchรฉ non diventi un animale senza timore di Dio e incurante degli uomini.

Bestia solinga in un universo desertificato, senza Dio e senza uomini.

Troverร  il Veniente la fede? Sรฌ!

Lo Spirito di Dio non farร  seccare il suo dolce flusso di vita filiale.

Il Figlio di Dio, lo Sposo, non abbandonerร  la sua sposa nei meandri grevi di sangue e di ingiustizia della storia.

Dio Padre troverร  la fede perchรฉ non si stancherร  di guardare i suoi figli, la gioia dei suoi occhi.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj

Fonte del commento: Settimana News

Altri Articoli
Related

Missionari della Via โ€“ Commento alle letture di domenica 18 Maggio 2025

Pace e bene cari fratelli e sorelle, questa domenica...

Con il Cuore, i progetti sostenuti nella 23^ edizione

Sabato 24 maggio il concerto in diretta su Rai1...

fra Stefano M. Bordignon โ€“ Commento al Vangelo del 16 Maggio 2025

"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in...

don Roberto Fiscer โ€“ Commento al Vangelo per bambini di domenica 18 Maggio 2025

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il...