Commento al Vangelo del 20 Ottobre 2019 – Don Luciano Condina

Non stanchiamoci mai di pregare

Nel vangelo di questa domenica incontriamo un tema fondamentale della vita cristiana: la preghiera incessante. Da notare che il testo comincia parlando di preghiera e termina parlando di fede, sottolineando una circolarità tra le due: per pregare bisogna credere, ma per credere bisogna pregare.

Come si fa a pregare senza stancarsi, senza provare noia, senza avere la voglia di tirare un po’ il fiato?

Gesù parla di una vedova: una donna che non ha nessuno che possa occuparsi di lei, e in Israele era proprio ai margini totali nella scala sociale; infatti, molto spesso, diventavano mendicanti, non avendo più nessuno che le sostenesse. La vedova del vangelo va da un giudice dall’animo cattivo: a lui non interessa fare le cose bene ma che sarà costretto a farle bene. La realtà, molto spesso, somiglia a questo giudice svogliato, pigro, cattivo, disonesto; sembra portatrice di una dose di caos, di malizia, di cose malfatte.

La vedova continua a importunare l’uomo di legge, senza fermarsi. Perché non smette? Perché per lei è necessario: il punto della parabola è tutto qui. È necessario perché è una questione di vita o di morte. Chi, dunque, grida giorno e notte? Chi ha capito che è vitale avere un rapporto con Dio.

Purtroppo è molto comune non sentire tutta questa urgenza. Ma necessario significa che senza non vivo, perché appartiene alle mie urgenze vitali. La forza della vedova è che ha visto chi è l’avversario, ha capito di dover combattere la sua battaglia, è consapevole della rilevanza della sua vita; ha capito che lasciando andare così le cose, senza lottare, se il giudice non le renderà giustizia l’avversario se la mangerà.

Chi smette di pregare è come uno che smette di correre perché si è dimenticato della tigre che lo insegue. Troppe volte conviviamo con cose pericolosissime per noi. Il problema è che abbiamo un avversario – in ebraico si dice satan – che ci mette in pericolo. Quando siamo angosciati da qualcosa che ci minaccia seriamente allora, normalmente, preghiamo. La cosa strana, però, non è pregare quando siamo in condizioni di necessità – dovrebbe essere la cosa più naturale – bensì è credere qualche volta di non avere necessità di farlo! Il problema è pensare di sussistere da soli, in piedi, con le nostre forze. Questo è il grave inganno della nostra cultura che parla all’uomo della sua autosufficienza. L’intelligenza, i sentimenti, la dotazione di bordo elementare, diventano sufficienti se il bersaglio si rimpicciolisce: come tirare a campare e riuscire a fare delle vacanze dignitose ogni tanto. Ma se siamo chiamati all’immagine di Dio impressa nel profondo di noi stessi, alla grandezza, alla bellezza, all’amore, alla creatività, alla fine della nostra vita conterà se abbiamo amato veramente qualcuno, se gli abbiamo dato anche più di quanto dovevamo, se siamo andati oltre la giustizia: in sintesi, se siamo entrati nel campo dell’amore.

Se questa è la chiave di lettura di me stesso, allora abbiamo un’enorme necessità di pregare. Somigliare a Gesù Cristo non è un optional, ma una questione di vita o di morte. Non entrare nel sublime è un fallimento, non entrare nella bellezza è uno spreco della grandezza della propria vita: allora preghiamo. Abbiamo bisogno ogni mattina di pregare seriamente, di metterci davanti a Dio, perché non raggiungeremo mai la grandezza da soli. Abbiamo bisogno, ogni sera, di riconsegnargli la nostra vita; abbiamo bisogno in ogni istante di dialogare con Lui; e non ci stancheremo perché troppo bello è ciò che gli chiedo.

Fonte

Letture della
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva.

Dal libro dell’Èsodo
Es 17,8-13

 
In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
 
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
 
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
 
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 120 (121)
R. Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R.
 
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. R.
 
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. R.
 
Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R.

Seconda Lettura

L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 3,14 – 4,2

 
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
 
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
 
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Parola di Dio

Vangelo

Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8

 
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
 
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
 
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore

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