TACI, CALMATI!
- In quel giorno, venuta la sera, Gesรน disse ai suoi discepoli: โPassiamo allโaltra rivaโ.
Nel brano precedente a quello che la liturgia ci offre da meditare in questa domenica, Marco aveva raccontato la giornata di Gesรน, che era stata molto impegnativa. Egli aveva parlato tutto il giorno al popolo, sulla riva del lago, esprimendosi in parabole.
โVenuta la seraโ: quante volte la storia dellโuomo ha sperimentato il buio di situazioni tenebrose, come quelle che stiamo attraversando a causa della pandemia e della crisi economica. Viene la sera non in senso climatico, ma come situazione morale.
โPassiamo allโaltra rivaโ: si conclude la giornata. Passare allโaltra riva รจ chiudere un capitolo per trovare un poโ di ristoro. Viene spontaneo pensare alla conclusione non della nostra giornata lavorativa, ma della nostra giornata terrena e al raggiungimento del riposo eterno verso il quale siamo diretti.
- E, congedata la folla, lo presero con sรฉ, cosรฌ comโera, nella barca. Cโerano anche altre barche con lui.
La folla rimane tutto il giorno ad ascoltare Gesรน: la Sua parola entra nel cuore e lo rinvigorisce. Alla sera รจ Gesรน che congeda la folla tramite i discepoli.
I versetti indicano una certa fretta di salire in barca e di allontanarsi.
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- Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era
Il lago di Genezaret (chiamato impropriamente mare per la sua grande importanza allโinterno di un territorio arido) รจ soggetto a repentini cambiamenti climatici. La tempesta giunge con furia e la barca presto si riempie di acqua. I discepoli si trovano in difficoltร .
Anche noi siamo travolti da eventi improvvisi, inaspettati, che mettono a repentaglio la vita umana, non solo di una nazione o di un continente, ma del mondo intero.
La tempesta ci fa sentire fragili e indifesi, in balia di flutti furiosi che si avventano sulla fragile barca del nostro vivere. Soprattutto ci troviamo indifesi dentro, mancanti di appigli interiori, perchรฉ troppo ci siamo adagiati a contare sulla scienza, sullโeconomia, sulla tecnologia. Crollano certezze, sicurezze, abitudini troppo umane. Ci siamo radicati alla terra, dimenticandoci che siamo solo di passaggio. Abbiamo ritenuto che lโuomo fosse in grado di prevedere e gestire qualsiasi calamitร , invece i fatti ci ridimensionano e ci riconducono alla nostra fragile creaturalitร .
Per resistere alla tempesta non basta assicurarci di avere una barca potente. Occorre avere fondamenta interiori, cioรจ capacitร di fondarci sulla certezza di essere amati da Dio, dal quale nulla ci puรฒ separare.
- Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: โMaestro, non tโimporta che siamo perduti?โ.
Gesรน si trova nella parte posteriore della barca, quella piรน alta e non ancora raggiunta dallโacqua. Probabilmente la stanchezza della giornata รจ tale che il Maestro รจ in un sonno profondo. Secondo alcuni esegeti, il sonno di Gesรน รจ riconducibile non alla debolezza fisica, ma alla sua interiore sicurezza nella propria sovranitร . Egli non si preoccupa di quanto sta accadendo perchรฉ sa di poter vincere qualsiasi evento.
I discepoli, invece, sono molto agitati, perchรฉ si sentono in grave pericolo. Soprattutto, avvertono un senso di abbandono e di non partecipazione al problema incombente da parte di Gesรน, che riposa
tranquillo. Si rivolgono a Lui in tono di rimprovero, reclamando il suo contributo alla comune ricerca di scampare il pericolo di affondare e annegare.
Quando siamo in difficoltร ci viene spontaneo unirci agli altri, perdiamo automaticamente la nostra autosufficienza. Comprendiamo che solo lโunitร ci rende forti, mentre da soli siamo destinati a perire. Il frangente da affrontare diventa il cemento che unisce tutti nel comune tentativo di salvarsi.
- Si destรฒ, minacciรฒ il vento e disse al mare: โTaci, calmati!โ. Il vento cessรฒ e ci fu grande
Lโagitazione dei discepoli contrasta con la calma maestosa di Gesรน che si sveglia, si rivolge alle forze del vento e del mare e impone loro di calmarsi. Il suo comportamento richiama il potere di Jahvรฉ sulla creazione quando mette ordine nel caos primordiale. Gesรน si manifesta come partecipe della divinitร del Padre, si manifesta come Dio.
Questa circostanza evoca lโesodo, quando il popolo, senza paura, passava in mezzo alle acque del mare (Esodo 14,22). ร un richiamo al profeta Isaia: โQuando attraverserai le acque io starรฒ con te!โ (Isaia 43,2). In Gesรน si realizzano tutte le scritture.
Gesรน interviene sempre nella nostra vita perchรฉ gli stiamo a cuore. Non รจ vero che non gli importiamo! Proprio perchรฉ siamo preziosi, calma la tempesta e ci sostiene nel dolore, nello smarrimento, nella tentazione, quando ci sentiamo delusi da tutti e anche da Lui.
- Poi disse loro: โPerchรฉ avete paura? Non avete ancora fede?โ.
Avviene un cambio di scena: i discepoli, che prima avevano sgridato Gesรน, ora sono loro ad essere rimproverati per la poca fede, per non averlo compreso nel tempo trascorso insieme in fraternitร .
La comunitร di Marco, sommersa dalle persecuzioni, trova in queste parole un incoraggiamento molto forte per proseguire il cammino di fedeltร a Cristo, anche a costo della morte.
La comunione di vita con Gesรน dovrebbe aiutare i discepoli di ogni tempo a vivere in abbandono fiducioso anche i tempi difficili della prova. Cristo puรฒ sedare ogni guerra, ogni tempesta, ogni pandemia, se solo lo invochiamo e confidiamo in Lui. Quando i discepoli lo invocano, Lui, infatti, risponde!
- E furono presi da grande timore e si dicevano lโun lโaltro: โChi รจ dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?โ.
I discepoli riconoscono la potenza di Cristo, ma il timore li invade. Invece di esultare di gioia, si interrogano circa la sua identitร : โChi รจ mai costui che fa cose cosรฌ straordinarie?โ. ร talmente straordinario quanto รจ avvenuto che si trovano di fronte al mistero di Cristo e temono.
Chi รจ costui per me, per te?
La risposta a questa domanda diventa di grande importanza per scoprire non solo il senso del nostro esistere, ma anche il centro di unitร della nostra comunione di fratelli che si trovano, appunto, nella stessa barca.
Se crediamo che Gesรน รจ il Signore, il Figlio di Dio, lโOnnipotente, la barca dalla nostra vita potrร procedere anche in condizioni avverse. Credere รจ fidarsi di Lui anche quando non lo sentiamo, non lo vediamo, ci sentiamo abbandonati. Dopo, solo dopo, quando tutto รจ risolto, scopriremo che in realtร Lui era con noi, proprio in quel momento in cui ci sentivamo abbandonati.
Siamo chiamati a scegliere se continuare a lottare da soli contro una tempesta che ci travolge oppure creare comunione e, insieme con gli altri fratelli, ritornare a Dio con tutto il cuore, affidando a Lui la nostra vita, certi di essere in mani sicure. La sua potenza, che opera prodigi, puรฒ trasformare la nostra debolezza, se solo noi gli concediamo fiducia. Dio, il Tutto, puรฒ tutto nel nostro niente.
Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia