La festa dellโEpifania, cioรจ della manifestazione di Gesรน Cristo, secondo la tradizione comporta tre manifestazioni importanti di Gesรน. La prima รจ alla visita dei Magi, la seconda รจ al battesimo nel Giordano, la terza รจ il miracolo dellโacqua cambiata in vino alle nozze di Cana. Nellโanno C abbiamo la fortuna di esaminare tutte e tre le epifanie in sequenza nelle prime feste dellโanno solare. Questa domenica vediamo dunque il miracolo del vino alle nozze di Cana.
Si tratta di un brano un poโ particolare. Il miracolo dellโacqua mutata in vino viene presentato come un segno che manifesta la grandezza di Gesรน e la sua natura divina. Il segno richiede di non soffermarsi su di sรฉ ma di andare subito oltre, al significato che il segno stesso veicola. Questo si vede bene nel racconto delle nozze di Cana. I particolari che incorniciano il gesto di Gesรน sfuggono, siamo a nozze, ma non si parla della sposa e solo fuggevolmente dello sposo. Non si sa perchรฉ sia venuto a mancare il vino, i personaggi principali di fatto dovrebbero essere i meno importanti (i servi e il maestro di tavola). Questo ha portato gli studiosi a leggere il brano in senso simbolico. Un miracolo avvenuto allโinizio del ministero di Gesรน diventa cosรฌ il prototipo dei segni, la chiave di lettura dellโincarnazione e della predicazione e dellโattivitร di Gesรน durante la sua vita terrena.
Lectio
1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesรน.
La festa di nozze รจ un tema caro alla letteratura biblica, soprattutto in Osea e nel Cantico dei Cantici. Anche Gesรน ha spesso presentato il regno dei cieli come un banchetto di nozze. Le nozze sono la festa umana per eccellenza, che dice lโamore dellโuomo e della donna destinati a divenire uno in conformitร con lโimmagine divina (cf. Gn 2,24). Le nozze sono il simbolo dellโalleanza di Dio con il popolo.
Questa festa ha una collocazione precisa nello spazio e nel tempo. Avviene in Galilea, la terra prediletta da Gesรน (Galilea delle genti), avviene il terzo giorno. Potrebbe essere inserita nella settimana inaugurale di cui si parla nel prologo narrativo di Giovanni. Perรฒ piรน facilmente questa indicazione vuole dare solennitร allโepisodio: la grande manifestazione di Dio sul monte Sinai รจ avvenuta il terzo giorno (cf. Dt 7,13; 11,14).
A questa festa di nozze cโera la madre di Gesรน. Sembra quasi che sia lei la padrona di casa.
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Non si parla degli sposi. La lettura simbolica ci suggerisce che i due sposi siano Israele e Dio. Israele รจ simbolizzata dalla madre di Gesรน. Non le viene dato un nome, la si chiama madre di Gesรน. Viene chiamata anche donna. Con questo termine Giovanni ci riporta alla Sion ideale, la Sion messianica, che raccoglie attorno a sรฉ i suoi figli alla fine dei tempi.
2 Fu invitato alle nozze anche Gesรน con i suoi discepoli.
Gesรน invece รจ stato invitato alle nozze, con i suoi discepoli. Vi รจ un certo distacco tra Gesรน e gliย altri invitati.
3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: “Non hanno vino”.
Il vino accompagnava normalmente un banchetto di nozze ed era offerto con abbondanza. Insieme al grano e allโolio, il vino รจ uno dei tre prodotti essenziali per la vita dellโuomo, un dono di Dio creato per la gioia degli uomini, come segno di prosperitร . Proprio per questo il vino scorrerร abbondante nelle nozze escatologiche (cf. Am 9,13; Is 25,6).
In questo banchetto di Cana, a un certo punto viene a mancare il vino. Maria lo fa presenteย a Gesรน. Molti commentatori hanno cercato di trovare i motivi di questa sua affermazione. Difficile rispondere se non si continua sul piano dellโinterpretazione simbolica. Maria รจ Israele che confessa la sua situazione di miseria in attesa del compimento delle nozze escatologiche promesse da Dio mediante gli annunci dei profeti, e che esprime la sua disponibilitร a fare ciรฒ che egli richiede.
4 E Gesรน le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non รจ ancora giunta la mia ora”.
La risposta di Gesรน letteralmente si traduce: Che cosa cโรจ tra me e te? Si tratta di una formula semitica che non ha equivalente nelle lingue europee. Viene usata nel linguaggio diplomatico e mette in questione il legame che esiste tra due alleati, per indicare una rottura o per attirare lโattenzione su un punto di divergenza. Nel dialogo tra Gesรน e sua madre unโespressione del genere sembra del tutto fuori luogo. Gesรน lascia intendere che se si decide ad agire non lo farร per un intervento umano, fosse pure di sua madre, e soprattutto che la sua azione oltrepasserร il livello delle circostanze concrete. Secondo il racconto, Maria ha chiesto a Gesรน di rimediare a una situazione imbarazzante. Gesรน invece sa che dovrร agire su di un piano ben superiore, secondo la missione ricevuta dal Padre. Egli darร compimento allโattesa di Israele, superando ogni interpretazione riduttiva della salvezza che Dio ha promesso al suo popolo. La frase di Gesรน quindi si puรฒ rendere con un โLa mia preoccupazione non รจ forse la tua?โ.
Ancora dobbiamo esaminare il modo con cui Gesรน chiama la madre: โDonnaโ. A un primo livello, negativo, Gesรน mostra che egli si pone su un piano diverso da quello di sua madre secondo la carne, lโIsraele del passato. Questo si vede anche nei sinottici, quando egli prende le distanze da sua madre e dalla sua famiglia (cf. Mc 3,33 e par.; Lc 11,27ss). Gesรน perรฒ dice qualcosa di piรน e in senso positivo. Nella madre egli vede ormai la Donna, cioรจ Sion, che attende e spera il tempo della salvezza definitiva. E in effetti con questa denominazione egli invita a una nuova presa diย coscienza: apre in modo solenne allโaffermazione che segue.
Egli dice che la sua ora non รจ ancora arrivata. Alcuni studiosi suggeriscono di leggere questa affermazione in forma interrogativa โNon รจ forse ancora arrivata la mia ora?โ. Gesรน invita laย madre a riconoscere che รจ giunta lโora di intervenire secondo il disegno di Dio.
Qual รจ dunque questโora? Il termine proviene dai testi apocalittici e indica il momento in cui si compirร definitivamente il disegno di Dio, ineluttabile, proprio come il โgiorno del Signoreโ. Questโuso si trova spesso nei Sinottici e anche in Giovanni. Lโora per eccellenza รจ quella che si compie al momento della glorificazione di Gesรน sulla croce. Tutto tende a quellโora, perciรฒ giร allโinizio della sua vita pubblica questโora รจ giร presente in tutto ciรฒ che Gesรน dice e fa, รจ giร una manifestazione definitiva della salvezza di Dio offerta agli uomini.
5 Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Maria non risponde direttamente a Gesรน. Invitata a rendersi conto che per lui รจ giunta lโora di agire secondo la volontร del Padre, cessa di parlare come madre secondo la carne e comunica ai servi la sua totale fiducia, senza sapere cosa farร il figlio. Eโ questo lโatteggiamento di Israele che nelle sue prove ripete senza posa che รจ disposto a fare la volontร del suo Signore.
Lโespressione riprende ciรฒ che il faraone disse al popolo in tempo di carestia: โAndate da Giuseppe e qualunque cosa vi dica, fatela!โ (Gn 41,55). Vi รจ unโanalogia tra Giuseppe e Gesรน. Il primo dona il pane, Gesรน del vino, cosรฌ che Gesรน da compimento alla figura di Giuseppe, di cui il faraone diceva โPotremo trovare un uomo come costui in cui vi sia lo spirito di Dio?โ (Gn 41,38).
6 Vi erano lร sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri.
Gesรน non utilizza le anfore di terracotta del vino ormai vuote, bensรฌ quelle di pietra che erano destinate a un uso del tutto diverso, cioรจ alla purificazione rituale, necessaria ad ogni ebreo prima di mettersi a tavola. Questo conferma il carattere simbolico del racconto, tanto piรน che il numero delle anfore (sei, cioรจ sette meno uno) implica unโidea di imperfezione. Il sistema di purificazione degli Ebrei, in sรฉ imperfetto, perchรฉ non portava a una vera comunione con Dio, viene reso perfetto dallโintervento di Gesรน. Ancora: le giare erano molto capienti, questo suggerisce lโabbondanza del vino che viene fornito da Gesรน. Infine erano di pietra, quindi di un materiale vecchio e durevole. Mentre altrove Gesรน dice โvino nuovo in otri nuoviโ, qui riconosce il valore delle anfore in cui per uno scopo religioso รจ stata raccolta lโacqua della creazione. Questโacqua prima รจ divenuta acqua di purificazione, ora mediante la parola di Gesรน puรฒ diventare vino. Lโalleanza con Noรจ dopo il diluvio, che significa la presenza di Dio in tutta la creazione, รจ stata raccolta da Israele, e attraverso Israele Gesรน la riprende per portarla alla perfezione nellโAlleanza definitiva.
7 E Gesรน disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo.
I servi sono il simbolo di Israele, desideroso di obbedire allโinviato di Dio; esprimono il desiderio attivo dei credenti dellโantica Alleanza. Tutto quello che devono fare lo fanno: riempire di acqua fino allโorlo le giare della purificazione.
Eโ interessante notare che durante la realizzazione del miracolo non si parla mai di vino . Lโacqua viene attinta dalla fontana o da un pozzo poco distante dalla festa. Eโ lโacqua della creazione, lโalleanza di Dio che si rinnova e si trasforma nella Nuova Alleanza.
8 Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono.
La presenza della parola ora, in un contesto in cui non ce nโรจ alcun bisogno, indica che il tempo delle nozze escatologiche รจ ormai giunto. Comincia unโepoca nuova che, pur nella sua novitร , รจ in armonia con la Promessa. In Giovanni, lโazione simbolica di Gesรน mostra che con la presenza di Gesรน lโAlleanza di Dio con gli uomini raggiunge il suo compimento. Eโ il momento inaugurale di una realtร che si prolunga tutta la vita della Chiesa, nella quale si potrร attingere e gustare di giorno in giorno il frutto dellโacqua e della parola. Questo โadessoโ si apre su una presenza che non cesserร piรน.
9 Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamรฒ lo sposo
Solo ora si dice che lโacqua รจ diventata vino. Il maestro di tavola ha la funzione di testimoniare, a sua insaputa, questa trasformazione e anche di attirare lโattenzione verso colui da cui dipendono le nozze, lo sposo.
Lo sposo occupa di fatto una posizione strana; non รจ facile assegnargli un posto tra gli attori. Spontaneamente si immagina che lo sposo rappresenti Cristo in persona. Ma questa attribuzione non risulta possibile qui: Gesรน fa parte degli invitati a nozze, si trova in una posizione distinta di fronte ai partecipanti allo sposalizio, come sua madre o i servi. Lo sposo รจ Dio, come spesso viene chiamato nella Bibbia.
10 e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si รจ giร bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”.
Lโesclamazione del maestro di tavola sgorga dunque spontanea: โtu hai conservato il vino buono fino a questo momentoโ: egli proclama che Dio, dopo avere atteso a lungo, ha esaudito il desiderio profondo di Israele.
A Cana, in attesa che si realizzi il regno del Padre, Gesรน dona un vino migliore, che dร compimento al primo vino, servito allโinizio del banchetto. Vi รจ continuitร fra i due vini, entrambi vini di nozze. Lโalleanza raggiunge in figura il suo compimento grazie allโazione di Gesรน.
11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesรน; egli manifestรฒ la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Il miracolo del vino perรฒ รจ visto solo dai discepoli di Gesรน che lo hanno accompagnato. Essi costituiscono la prima comunitร della nuova Alleanza.
Meditatio
- Mi capita mai di sentirmi โsenza vinoโ, senza motivi di gioia vera?
- Cosa sono le mie anfore per la purificazione, i mezzi che pongo in atto per avvicinarmi a Dio, ma che non danno risultati duraturi?
- Cosa mi dice di fare il Signore perchรฉ la mia vita sia piena e gioiosa come una festa di nozze?
Preghiamo
O Dio, che nell’ora della croce hai chiamato l’umanitร a unirsi in Cristo, sposo e Signore, fa’ che in questo convito domenicale la santa Chiesa sperimenti la forza trasformante del suo amore, e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne. Per il nostro Signore Gesรน Cristo, tuo Figlio, che รจ Dio, e vive e regna con te, nell’unitร dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
A cura delle Monache dell’Ordine dei Predicatori (domenicane) del Monastero Matris Domini
ALTRO COMMENTO
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยป”.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. L’amore vero รจ prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che c’รจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ l’unico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.