Gesù ha appena istituito la comunità dei dodici apostoli. Sta compiendo guarigioni miracolose e la folla che lo segue, che si getta su di lui per toccarlo ed essere guarita, è tale che rischia di schiacciarlo. Entra in una casa con i discepoli e la folla gli impedisce persino di mangiare.
I suoi familiari sono scandalizzati da tutto il clamore che sta sollevando: dicono “è fuori di sé”, ed escono di casa con l’intenzione di andare a prenderlo per farlo rientrare a Nazareth.
Ma Gesù, pur vivendo in un contesto socio-culturale in cui la famiglia patriarcale ha centralità assoluta, non torna a Nazareth. Sceglie diversamente. Resta nella casa dov’è entrato con i discepoli, una casa luogo di familiarità e affetti, dove non basta avere in comune la parentela per entrare: infatti i suoi parenti, quando arrivano, restano fuori. D’ora in poi, Gesù sceglierà sempre così: entrerà nelle case di pubblicani e peccatori con i quali desidera parlare, ma anche nelle case degli amici quando sentirà il bisogno di essere loro vicino, o il bisogno di comprensione e sostegno quando avrà il cuore turbato. Amerà le case dove il legame, la relazione è intessuta non dalla parentela o da qualunque imposizione, ma dalla bellezza del vivere insieme.
Gesù decide di avere non una famiglia tradizionale, fondata su vincoli di carne e sangue, bensì una nuova famiglia composta da coloro che fanno la volontà di Dio. Questa scelta atipica, che suscita scandalo e opposizione perché minaccia l’equilibrio sociale e religioso del tempo, si rivela per lui fonte di una grande libertà: libera il suo tempo e le sue energie, offrendogli la possibilità di mettersi interamente a disposizione dell’annuncio e dell’attesa del Regno.
Gesù persegue la libertà di obbedire a Dio, di amare, con determinazione e senza guardare ai risultati immediati. È libero di riconoscere le opacità della vita senza mascherarle; è libero di non illudersi nell’ora del successo (quando le folle lo cercano e i ricchi lo invitano alla loro tavola); è libero di non scoraggiarsi nell’ora dell’insuccesso, quando vive le esperienze di infedeltà e tradimento da parte dei suoi, senza deviare dal suo cammino. È libero da qualsiasi interesse personale. È una libertà capace di offrire speranza a chi non ha speranza.
Del resto senza questa libertà, quale amore potremmo vivere? È in questo esercizio di libertà che diventiamo figli: entriamo nella casa dove lui è, entriamo in quell’ascolto reciproco che ci fa essere gli uni per gli altri sorella e fratello. È l’anelito cantato dal Salmo 133 (132):
Ecco com’è bello, com’è dolce
vivere insieme come fratelli e sorelle !
È come olio prezioso e profumato
versato sul capo di Aronne
che scende profumando la sua barba
che scende fino al bordo delle vesti.
È come rugiada dell’Hermon
che scende sui monti di Sion
là il Signore manda la benedizione
la vita per sempre.
sorella Antonella della comunità monastica di Bose
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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