Gesù è fuori di sé: ed è vero. Tutta la sua vita è esposta. A Betlemme, in una grotta aperta a tutti, persino agli animali e dove lui è coperto solo di paglia e di poche fasce; durante la fuga in Egitto dove è spogliato della casa e della sicurezza della vita stessa. A Nazareth dove, è “straniero”, in patria e sulla croce dove è nudo, ferito, spogliato per mostrare la povertà dell’amore che ricolma, sazia, disseta, per sempre: la Misericordia del suo cuore.
Poesia
Ancora folla.
Ancora ressa.
Ancora confusione e folla.
Non riesci a riposare.
Non riesci a mangiare.
Non riesci a entrare.
Non riesci a uscire.
Non sei pazzo.
Sei innamorato pazzo.
Ti vorrei per me.
E c’è sempre folla.
Ti vorrei con me.
Ma è sempre ressa.
Ti vorrei vicino a me.
Ma non riusciamo neanche a sederci alla stessa tavola.
Vorrei tutto di te.
E ce l’ho.
Perché avere tutto di te vuol dire avere tutti.
È vero sei fuori di te.
Perché sei in tutti.
Non è pazzia.
È amore.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mc 3, 20-21
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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