Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
LASCIATI TRASFORMARE
Nell’Antico Testamento viene esaltata Gerusalemme, ma in realtà era poco più di un villaggio su una collina sassosa e brulla. È una esagerazione? No la città è davvero meravigliosa perché è abitata dal Signore. S. Paolo parla dei diversi doni che arricchiscono la comunità. Chi ha qualche capacità particolare potrebbe inorgoglirsi e credere di avere dei meriti. L’Apostolo sottolinea che ogni carisma viene dallo Spirito Santo che agisce nei singoli a vantaggio della collettività. Queste letture ci facilitano la comprensione dell’episodio proposto nel vangelo di Giovanni. Dopo la visita dei Magi e il Battesimo, il miracolo delle nozze di Cana è considerata la terza epifania di Gesù, cioè la sua terza manifestazione. A Betlemme viene adorato dai Magi e l’adorazione è riservata a Dio, nel Giordano è indicato dallo Spirito Santo come il Messia e qui a Cana dimostra la sua onnipotenza. Il Maestro non voleva esporsi, ma la grande attenzione di sua madre per il prossimo, lo costringe a compiere il miracolo. Appare evidente che Gesù non riesce a sottrarsi alla volontà della Madonna. Maria lo mette con le spalle al muro e, anche se lui cerca di tirarsi indietro, lei si rivolge direttamente ai servitori: fate quello che vi dirà; non ha nessun dubbio che sarà obbedita dal figlio. Ecco perché è importantissimo pregare la Vergine, perché se lei si fa patrona della nostra causa, suo Figlio non può rifiutarle la grazia! L’intercessione di Maria è la chiave di accesso alla misericordia di Gesù. È interessante che il suo primo segno sia per allietare la festa dei suoi amici. Egli è nel mondo non solo per essere pane, ma anche come vino che scalda il cuore. C’è poi da notare che il Maestro non compie mai i miracoli senza la collaborazione degli uomini. Qui si avvale dei servitori, che devono riempire le giare d’acqua. Il vino che ne attingono è il migliore. Il significato di questo avvenimento è notevolissimo per la nostra vita spirituale. Vuol dire che l’importante è mettersi a disposizione, il resto lo fa il Signore. Le nostre poche capacità sono come quell’acqua, ma se le offriamo a Lui, diventeranno ottimo vino. Quindi nel rispondere al Signore che ci chiama a compiere il nostro dovere, ciascuno secondo la sua vocazione, non dobbiamo preoccuparci di noi stessi, di fare brutta figura o di non essere capaci, se ce lo chiede Lui e noi ci mettiamo con fiducia nelle sue mani, le nostre piccole energie diventano la Sua forza. Non bisogna avere mai paura, ma essere generosi e pronti, perché è Lui che trasforma, come un grande artista che fa di un sasso qualsiasi una scultura di valore inestimabile.
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Gv 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.