Il bambino messo al centro dalle mani di Gesù è come il paralitico calato dal tetto dagli amici e messo al centro della casa davanti a Gesù; è come la donna peccatrice che, in mezzo alla casa di Zaccheo, non ha parole ma solo lacrime e capelli da offrire come atto d’amore. Il bambino messo al centro dalle mani di Gesù è l’innocenza nutrita dall’umiltà, l’attesa nell’obbedienza, la fiducia nella volontà del Padre che tutto può e dona ai propri figli.
Poesia
Non è un regno con i grandi.
È un regno con l’amore.
Non ci si entra da grandi.
Ci si entra da amati.
Non ci si entra con la propria grandezza.
Ma con il tuo amore grande.
Non c’è un chi, non c’è un come.
C’è un bambino.
Lasciami chiamare da Gesù.
Mettimi dove mi mette lui.
Davanti a sé.
Davanti a tutti.
Questa è la misura.
È piccola.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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