Iniziamo l’anno liturgico accogliendo l’invito a guardare nel futuro. Tutte le letture e il salmo ci fanno fare questo esercizio. Il profeta Geremia ci rende attenti a non dimenticare le promesse di Dio: queste stanno per realizzarsi. Esse diffondono gioia e speranza perché sono “promesse di bene”! Si realizzano portando in mezzo a noi un “germoglio di giustizia”! Dio sa che nel mondo regna l’egoismo, che rende gli uomini, anche quelli che esercitano autorità, ingiusti, avidi di denaro e di popolarità, pronti a curare i propri interessi senza badare alle sofferenze dei poveri e degli oppressi. Colui che deve venire trasformerà il mondo, inizierà a far trionfare la giustizia, tanto da dare tranquillità a tutti. Lo aspettiamo, e aspettandolo cominciamo a rallegrarci, perché il suo Tempo sarà un tempo di serenità.
Attendere… Tempo di attesa: questo è il primo atteggiamento da coltivare all’inizio del nuovo anno. Noi sappiamo chi è colui di cui parla Geremia. Già è venuto, ha già realizzato la sua Giustizia, entrando nei cuori degli uomini e trasformandoli. Egli ha davvero cambiato il mondo che lo ha accolto. Ma la sua opera di trasformazione non è terminata, perché gli uomini che nascono hanno ancora bisogno di lui, e molti altri popoli sono rimasti senza l’annuncio della sua presenza! Ogni generazione attende Giustizia, ogni epoca è sempre in attesa di colui che anche noi chiamiamo “Signore nostra giustizia”!
Nel brano del Vangelo Gesù descrive ai suoi discepoli la situazione costante del mondo. Le forze della natura e tutte le cose create, benché grandiose e misteriose, sono, nella loro limitatezza, segno di precarietà, e con la loro incapacità di soddisfare le esigenze profonde del cuore fanno aumentare la paura e l’ansia dei popoli. Anche nel nostro tempo, infatti, vediamo come molti uomini non riescono a sopportare i mutamenti del mondo e le conseguenti incertezze, oppure le malattie con le loro sofferenze, e giungono fino ad augurarsi la morte, se non addirittura a procurarsela, spinti dalla paura del futuro! Viviamo in un mondo che non ha e non dà ciò di cui l’uomo ha bisogno: cosa faranno i discepoli di Gesù? Saranno vigilanti, non si lasceranno dominare da quei beni che illudono per un momento, trascinando nelle vane e ingannevoli soddisfazioni dell’alcol, della droga, del sesso, del lusso, della moda, del divertimento e del piacere.
I discepoli saranno attenti e vigilanti, e per questo coltiveranno la preghiera, per essere pronti a vivere con serenità i cambiamenti e ad accogliere la fine di ciò che sembra garantire sicurezza. Essi sono in attesa non di cose o di eventi, ma soltanto del Figlio dell’uomo, perché è lui che dà la vita ed è lui che giudicherà, e quindi vaglierà tutto e tutti in base al suo insegnamento. Essi lo attendono con gioia, perché sanno di essere amati da lui, che ha loro promesso un posto!
Anche San Paolo, scrivendo ai Tessalonicesi, raccomanda di cercare di piacere a Dio vivendo secondo gli insegnamenti ricevuti. L’insegnamento principale è quello dell’amore, l’amore che rende l’uomo somigliante a Dio. “Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti”! L’amore deve essere orientato anzitutto all’interno della comunità, perché essa deve risplendere per l’unità e la comunione. La Chiesa non ha solo il compito di amare gli altri, coloro che hanno bisogno di cibo e di vestito, ma deve anzitutto cercare di essere essa stessa viva come comunità, vivendo al proprio interno la carità, nutrendosi di Parola di Dio, per essere edificio spirituale sicuro, costruito saldamente: allora anche il suo amore per gli altri, per gli estranei, potrà essere efficace, sarà vero, generoso, e trasmetterà l’amore stesso di Dio Padre, che vuol donare agli uomini il Figlio Gesù, il salvatore!
Iniziamo e trascorriamo il tempo di Avvento con la vigilanza cui ci esorta la Parola di Dio oggi. Cercheremo di esercitarci nel distacco da tutto, ma soprattutto nell’unirci saldamente al Signore nostro Gesù Cristo! Noi lo attendiamo, ma ancora più egli attende noi, e ci viene incontro sulla via dell’umiltà e della povertà!
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
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- Colore liturgico: Viola
- Ger 33, 14-16; Sal.24; 1 Tes 3, 12-4,2; Lc 21, 25-38.34-36
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,25-28.34-36
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Dicembre 2018
- Tempo di Avvento I,
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo C
- Anno: III
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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