“Dal profondo a te grido, o Signore”: così inizia il salmo che oggi ci ha aiutato a pregare dopo la lettura della profezia della risurrezione che ci attende. Soffriamo nell’abisso profondo del nostro peccato, della miseria che il peccato del mondo ha causato ovunque. Gridiamo al Signore, poiché abbiamo speranza che si realizzi la promessa di vita nuova. La vita sarà nuova, perché in essa agirà lo spirito che Dio farà “entrare” in noi. Non vivremo più una vita dominata dall’egoismo, dal pensare a noi stessi, dal preoccuparci delle nostre paure. Vivremo invece una vita animata dai desideri che il nostro Padre ci ha fatto conoscere: egli desidera inaugurare in questo mondo il suo regno, desidera compiere i suoi progetti improntati all’amore, desidera manifestare a tutti la santità del suo nome, formandosi un popolo che testimoni in tutti i modi il suo amore.
Della venuta dello Spirito, e quindi della novità di vita, parla oggi pure l’apostolo San Paolo. Quando lo Spirito di Dio entra in noi, la nostra vita è davvero diversa, nuova, perché non siamo più “sotto il dominio della carne”. Invece facciamo o faremo l’esperienza della risurrezione: da una vita materiale, dominata dalle cose create, passeremo ad una vita che gioisce dell’amore del Padre e lo fa proprio, diffondendo attorno il profumo e il sapore del cielo. Gesù è già del tutto in questa vita nuova, noi invece in modo debole e altalenante, soltanto quando ci uniamo a lui.
Quest’annuncio ci ha preparato ad ascoltare l’episodio del ritorno in vita di Lazzaro. Questo episodio ci preparerà a non essere del tutto increduli quando sentiremo la notizia della risurrezione di Gesù stesso. La malattia di Lazzaro è seria, tanto da allarmare le sue due sorelle, che mandano a chiamare Gesù. Gesù è il loro medico, epiù che medico. Egli si era allontanato da Gerusalemme, città divenuta pericolosa per lui: era infatti ricercato a morte dai Giudei. La notizia della malattia dell’amico non lo allarma, non gli dà fretta. Per due giorni si intrattiene ancora nel suo nascondiglio. Quando decide di tornare in Giudea per l’amico ormai morto, i discepoli allarmati e spaventati cercanodi dissuaderlo. L’intervento di Tommaso attesta che erano ben consapevoli che ritornare sarebbe stato pericoloso anche per loro. Gesù però non si preoccupa per la propria vita, e nemmeno per quella dei discepoli, bensì per “la gloria di Dio”. E davvero il suo rientro a Betania dà gloria a Dio. Sia Marta che Maria hanno avuto l’occasione dimanifestare il contenuto della loro fede. Forse nemmeno comprendevano il senso profondo delle parole che hanno pronunciato: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.
Quest’affermazione precede e prepara quella che la Chiesa poi farà propria e la proporrà a tutti i suoi figli. Restiamo sbalorditi anche noi quando Gesù, dopo aver ricevuto il saluto delle sorelle e dopo aver versato lacrime sulla morte dell’amico, dà l’ordine di togliere la pietra dal sepolcro. Agli uomini dà questo ordine, mentre al Padre rivolge il ringraziamento: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato”. E per aiutare la fede dei presenti, e la nostra, si rivolge direttamente al morto, che già puzza, con un grido che ci lascia impressionati: “Lazzaro, vieni fuori!”. Non è un comando azzardato? Come può un morto ascoltare? Come può ubbidire?
La voce di Gesù dà vita ai morti. Il fatto è avvenuto, tanto che i Giudei poi decreteranno la seconda morte di Lazzaro, perché il suo ritorno in vita era una testimonianza troppo evidente della divinità di Gesù.
Per noi questa parola rivolta al morto è motivo di forte speranza. Quante persone si muovono attorno a noi e fanno parte della nostra vita, ma interiormente sono morte! Come dar vita a chi pare morto, far sì che questi cominci ad aprire gli orecchi e gli occhi per ascoltare e per vedere l’amore che lo circonda, per riconoscere che Gesù è la via, la vita e laverità unica? Fagli udire la Parola, raggiungilo con qualche frase del Signore, prima di tutto vivendola e poi facendola risuonare ai suoi orecchi chiusi. Comincerà a muoversi qualcosa dentro di lui. Egli avrà ancora bisogno di aiuto, come Lazzaro, che ha dovuto essere liberato dalle bende e dal sudario. Qualcuno obbedirà a Gesù, con delicatezza e amore, percompiere questo servizio di fargli scoprire quali sono le cose o le abitudini o le credenze che lo avevano ridotto ad essere come morto. “Liberatelo e lasciatelo andare”: aiutatelo a disfarsi di tutto ciò che impedisce la fede e l’amore, così che possa camminare da solo e ritornare alla vita di comunione con gli altri figli di Dio.
Io mi chiedo pure: sono anch’io ancora come morto? Faccio fatica ad ascoltare la Parola di Gesù? Ho bisogno di essere aiutato a disfarmi di ciò che mi impedisce di essere un suo fedele discepolo? Oltre ad aiutare gli altri, con umiltà e con gioia accetterò gli aiuti che mi vengono offerti dalla Chiesa del Signore!
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A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
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V Domenica del Tempo di Quaresima
- Colore liturgico: Viola
- Ez 37, 12-14; Sal.129; Rm 8, 8-11; Gv 11, 1-45
Gv 11, 1-45
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Aprile 2017
- Tempo di Quaresima V, Colore – Viola
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 5
Fonte: LaSacraBibbia.net
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