โVi do un comandamento nuovoโ
Ispirandosi al genere letterario dei โdiscorsi di addioโ e utilizzando alcune tradizioni degli โaddii di Gesรนโ, Giovanni ha composto nei capitoli 13-17 del suo vangelo un lungo e straordinario discorso che il Nazareno pronuncia prima di affrontare la sua Ora. Queste pagine sono di una profonditร spirituale senza paragoni, anche nello stesso quarto evangelo, e il breve brano proposto dalla liturgia ne costituisce il vertice.
Siamo di fronte infatti a quello che รจ stato giustamente definito il โtestamento spiritualeโ di Gesรน, imperniato su due motivi fortemente sottolineati dallโevangelista e strettamente legati tra di loro: la glorificazione del Figlio dellโuomo e il comandamento nuovo dellโamore.
Se nellโAntico Testamento la gloria divina รจ la manifestazione della potenza di Dio nelle forme sensibili del fuoco o della nube, nel Nuovo โ e particolarmente nel quarto evangelo โ essa compare come inscindibilmente legata alla persona e allโazione di Gesรน.
Nel Verbo incarnato abita e si rivela la gloria del Figlio unico di Dio che splende nelle tenebre (prologo); essa accompagna il Profeta di Nazareth โpotente in parole ed opereโ, ma soprattutto rifulge nella sua morte, in quella misteriosa Ora in cui โil principe di questo mondo viene gettato fuoriโ (Giov. 12,31) e nella sua resurrezione.
Allโocchio credente dellโevangelista proprio lโora piรน oscura nella vita terrena di Gesรน โ quella del fallimento e della sconfitta segnata dalla condanna a morte โ si rivela come lโora della glorificazione perchรฉ in Lui, che ama fino al dono della propria vita, si manifesta la vera natura della potenza di Dio, che รจ potenza di amore. Per questo โDio รจ stato glorificato in Luiโ (v.31). Eโ la piรน grande delle teofanie!
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Ma lโOra della Passione-glorificazione รจ anche lโora del distacco di Gesรน dai suoi discepoli (โancora per poco sono con voiโ โ v.33), lโora delle ultime volontร . Egli, ben consapevole di ciรฒ che lo attende, dal momento in cui Giuda รจ uscito nel buio della notte per mandare ad effetto il suo tradimento, si rivolge ai discepoli con grande affetto โ espresso dal termine โfigliuoliโ che ricorre solo qui โ e comunica il suo testamento spirituale, quel โcomandamentoโ dellโamore, in cui si concentra lโereditร piรน profonda che lascia loro.
Infatti รจ ancora soprattutto nel vangelo di Giovanni che emerge come lโamore (โagapeโ in greco) sia allโorigine, al cuore e al termine dellโopera divina in Gesรน Cristo. Egli non รจ venuto, non ha agito e non รจ morto che per amore: verso il Padre e verso tutti gli uomini ai quali il Padre lo ha inviato. E ora, nellโattesa del Suo ritorno, anche gli uomini potranno e dovranno amarsi allo stesso modo di Gesรน.
โDovrannoโ amarsi? Eโ possibile โcomandareโ lโamore? O non รจ forse meglio che tale sentimento vada rispettato nella sua spontaneitร ?
Unโattenta analisi dei termini e del contesto scritturistico consente di andare oltre una visione โprecettisticaโ delle parole di Gesรน.
Anzitutto Egli โdonaโ (questo รจ il primo significato di โdidomiโ) un โcomandamentoโ nuovo, e questโultimo non รจ tanto un ordine o una legge, analoga a quella del Primo Testamento, ma piuttosto una disposizione, un incarico, una possibilitร di โentrare nella volontร del Padreโ che Gesรน rivela e che Egli stesso attua donando la sua vita.
Inoltre la novitร di tale โcomandamentoโ e anche la novitร dellโamore rivelato e vissuto da Gesรน non รจ cronologica, ma qualitativa. Si tratta di qualcosa di assolutamente originale, non paragonabile a situazioni precedenti e superiore a qualsiasi forma di amore. โAmate i vostri nemiciโ, Egli aveva detto nel Discorso della montagna e nel momento della sua morte avrebbe pronunciato parole di perdono verso i suoi persecutori.
Cosรฌ lโespressione โcome Io vi ho amatoโ ha un duplice significato. Quello immediato, comparativo, richiama lโesempio di Gesรน che poco prima ha lavato i piedi ai discepoli; dunque viene proposto lโamore nella sua dimensione di servizio umile e gratuito. Ma la frase puรฒ essere tradotta anche con โpoichรฉ Io vi ho amatoโ. Cioรจ: รจ solo in forza dellโimmenso amore di Gesรน che anche noi, nella nostra piccolezza, possiamo amare i fratelli. E questo รจ molto confortante!
Infine โ e siamo allโultimo versetto della pericope โ solo dallโamore che avranno gli uni per gli altri, potranno venire riconosciuti i discepoli di Gesรน. Il che spiega molto bene la ragione del โcomandamentoโ: come Egli viene riconosciuto Figlio perchรฉ รจ unito al Padre e lo ama fino al dono della sua vita, cosรฌ i discepoli di Gesรน saranno riconosciuti da tutti come i โsuoiโ se saranno uniti tra loro da un tale amore.
Sappiamo bene quanto sia difficile vivere questo comandamento non solo verso i nemici, ma anzitutto tra i fratelli nella fede della comunitร cristiana! Eppure Gesรน ha potuto pronunciare quelle parole proprio perchรฉ รจ Lui a darci non solo lโesempio, ma la possibilitร e la forza di amare cosรฌ. O non รจ forse vero che solo chi si sa e si sente amato รจ capace a sua volta di amare?