Commento al Vangelo del 19 Dicembre 2021 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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Questo piccolo grande amore

Quasi cinquanta anni fa usciva una delle canzoni d’amore italiane più famose, “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni. E’ una canzone che narra di un amore piccolo e breve ma che cambia una vita, fatto di piccoli gesti e tanta voglia di sperimentare la cosa più bella della vita umana.

Come nasce un amore tra due persone? Quando incontro qualche coppia che vuole prepararsi al matrimonio spesso mi faccio raccontare come si son conosciuti, in quale modo è nato quel percorso che li ha portati ora a chiedere di unirsi per sempre. Ma trovo molto interessante e arricchente anche sentire come nascono quelle belle amicizie che durano una vita. La mia è un po’ curiosità umana ma è soprattutto desiderio di capire come un fatto a volte piccolo, un incontro all’apparenza banale, una coincidenza di eventi, hanno portato le due persone a incrociare le proprie strade, a conoscersi e innamorarsi. È bello vedere come dentro eventi piccoli c’è il misterioso e potente seme dell’amore che porta a cambiare la propria vita e nutrirla con un’altra persona al fianco.

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La Bibbia, che racconta il rapporto tra Dio e l’uomo, è piena di racconti epici e straordinari, ma anche di piccoli fatti e di eventi tutto sommato marginali nel contesto della Storia generale. Sembra che proprio nei più piccoli eventi si nasconda ancora di più la forza dell’azione di Dio. Questo è evidente proprio nel racconto più importante per noi cristiani che è quello del Vangelo. I personaggi e i luoghi del racconto evangelico sono piccoli e secondari nel contesto della Storia antica. Non siamo a Roma o in qualche altra capitale delle grandi nazioni di allora, e anche i personaggi coinvolti sono davvero degli “sconosciuti” dal punto di vista storico. Eppure dentro questa piccola storia si rivela la presenza di Dio in terra, e il dispiegamento di tutto il suo grande amore.

Il racconto della Visitazione, di Maria di Nazareth che va ad incontrare ed assistere la più anziana parente Elisabetta in una sconosciuta città di Giuda (di cui manco viene detto il nome), è un racconto esternamente insignificante per chi lo guarda con gli occhi della grande Storia umana. Eppure dentro questo incontro di donne si rivela tutta la presenza di Dio per loro stesse e per l’umanità. È l’evangelista Luca che ci porta “dentro” questo incontro e ci fa conoscere quello che avviene nel cuore di queste due donne.

Elisabetta appena vede Maria sente che la viene a visitare il Signore stesso. Elisabetta “vede” con il cuore più che con gli occhi, e scorge il dono meraviglioso che Maria porta dentro di sé, il Figlio di Dio, il suo Signore. È lo Spirito di Dio che rende più “lunga” la vista di Elisabetta. La moglie dell’incredulo Zaccaria (che nel Tempio non aveva creduto all’angelo…) ha una vista spirituale che la fa gioire della gioia di Maria, la fa esultare fin nel suo intimo con il figlio che porta dentro. È tutta una esplosione di gioia che fa scattare un amore ancora più profondo della parentela tra le due donne. Anche Maria in questo suo incontro arriva a lodare Dio, e anche lei assume uno sguardo “spirituale” così profondo da farle vedere come tutta la storia umana anche se sembra apparentemente triste, violenta e limitata in realtà ha dentro di se Dio.

E’ questo un incontro normale tra due donne che in realtà contiene Dio, il Dio dell’amore che fa innamorare di lui e del prossimo, che cambia la vita e dona forza anche quando la situazione sembra piccola e limitata.

Vorrei pensare così la mia vita, piena di incontri di Dio dentro il cuore e la vita del prossimo. Non sempre riesco a scorgere Dio che viene a visitarmi, perché il mio pregiudizio, le mie chiusure mentali, il mio egoismo (io penso per me e basta…) mi impediscono di “vedere oltre” e mi fermo all’apparenza. Quante occasioni ho sprecato negli avvenimenti della vita perché anche la pigrizia mi ha fermato nel cogliere la ricchezza di Dio che mi voleva raggiungere? Quante occasioni di felicità ho sprecato fermandomi a vedere solo i difetti del prossimo o fermandomi a valutare quel che “già conosco” di chi mi incontra, impedendogli di manifestarmi quel pezzetto di Dio che c’è in tutti?
Quando ascolto le storie d’amore, quasi sempre hanno la caratteristica di essere iniziate per caso, per un fatto banale e piccolo, per una occasione però colta al volo che poi si è rivelata eccezionalmente bella.

Tra qualche giorno ricorderemo che la stessa cosa è successa a Betlemme, quando in un piccolo normalissimo infante deposto in una mangiatoia, era racchiusa tutta la grandezza di Dio, tutto il suo amore e tutta la salvezza del mondo. I primi ad accorgersene son stati coloro che tutto facevano tranne che gli esperti di Dio, e che avevano la testa e l’interesse di vita altrove, i pastori. Eppure sono i primi ad incrociare la loro strada con quella di Dio, diventando i primi testimoni del suo amore, del suo piccolo grande amore… per sempre.


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)