Dramma di veritร
Alla luce dellโinsieme della liturgia del Venerdรฌ Santo, potremmo leggere il famoso โQuarto Canto del Servo di YHWHโ (Is 52,13โ53,12) come il dramma circa โla veritร โ di questa misteriosa persona.
Il Canto ci pone infatti davanti a un dialogo tra YHWH (52,13-15; 53,11-12), il popolo (53,2-10) e il Servo stesso (53,1). Il brano potrebbe essere la descrizione del vita del profeta Isaia, o di Geremia, o della parte dellโIsraele fedele a Dio rispetto a quella che ha voltato le spalle al suo Dio.
Al di lร del problema dellโidentificazione del personaggio totalmente al servizio di YHWH e del popolo โ in ogni caso un annunciatore della parola del Signore (cf. 53,1) โ, emerge drammaticamente il fatto di una vicenda, della vita di una persona che non รจ stata capita nella profonditร di senso dei suoi giorni, di ciรฒ che la muoveva, dellโeffettiva posta in gioco. Alla fine, perรฒ, la sua veritร รจ stata appurata e confermata da YHWH stesso.
Errore giudiziario
YHWH in persona inquadra il dramma nelle sue vere proporzioni. Il suo servo sarร ignorato, ma poi esaltato e innalzato grandemente dopo che il suo corpo รจ stato sfigurato dallโopposizione violenta e dalle torture dei suoi nemici.
Il dramma รจ radicale. Gli avversari, a partire dai potenti non solo di Israele, ma di tutte le nazioni terra (โmolteโ = tutte), dovranno tapparsi la bocca di fronte al venire a galla della veritร ultima su questo โprofetaโ. Un clamoroso errore giudiziario.
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Egli รจ stato sfigurato e distrutto nella sua umanitร e nella sua dignitร , ma il servo di YHWH incontrerร una sorte definitiva che farร meravigliare il mondo intero. Un vero e proprio capovolgimento della realtร finora pensata come giusta e veritiera.
Annuncio inascoltato
In 53,1 si alza una parola disincantata, una parola di delusione, amareggiata per un non ascolto generalizzato da parte dei presenti, del popolo, di tutte le nazioni. ยซChi ha creduto al nostro annuncioยป oppure ยซChi ha creduto a ciรฒ che abbiamo annunciatoยป?
Il termine ebraico meลกuโฤh rimanda a qualcosa che si รจ ascoltato (verbo ลกamaโ). In questo secondo caso, le nazioni straniere ยซconfermano in prima persona che ciรฒ che avevano udito a proposito del servo รจ qualcosa di incredibile, di inaudito. La prospettiva รจ ancora quella dello stupore circa il destino di tutto Israele, identificato col servo che ha portato i peccati di tutte le gentiยป (A. Mello, che propende per unโinterpretazione collettiva del servo).
La traduzione greca della LXX โannunciammo/anฤggeilamenโ rimanda invece alla costatazione sfiduciata del servo (= una parte di Israele, quella fedele a YHWH?), che riconosce il proprio fallimento, perchรฉ il suo annunzio non รจ stato creduto.
Lโidentificazione di chi prende la parola in questo momento รจ importante, ma non decisiva. Rimane un messaggio inascoltato dellโannuncio di un servo e o di quello che del servo รจ stato annunciato. Importante รจ stabilire la veritร delle cose.
Disprezzato, si รจ caricato
Il coro/il popolo prende la parola (52,2-10). Gli inizi del servo sono stati modestissimi. Un virgulto stentato, senza bellezza particolare che attirasse lo sguardo chi adesso sta meditando sulla sua sorte (ยซnon splendore che potesse piacerciยป). ร stato una figura disprezzata ed emarginata dalla societร , probabilmente non tanto per il suo aspetto, ma per quanto annunciava, in contrasto con la mentalitร e lโatteggiamento comune del vivere sociale e religioso.
Il servo รจ stato disprezzato in vita, ricoperto di contrasti, di violenze e di torture che ne hanno fatto un โespertoโ della sofferenza umana. Disprezzato, โegli si รจ caricato/nฤลฤโโ volontariamente come un asino il carico delle sofferenze e dei dolori degli spettatori di un dramma dalle proporzioni โmondialiโ (โle nostre sofferenzeโ). Noi โ invece, allโopposto, sbagliando completamente valutazione โ lo giudicavamo colpito (waโฤnaแธฅnรป แธฅฤลกabnuhรป nฤgรปaโ), da YHWH, evidentementeโฆ Pensavamo che YHWH lo avesse colpito, piagato e umiliato con malattie ributtanti e con percosse ben meritate per le sue colpe religiose nascoste.
Invece, quel servo di Dio รจ stato trafitto dalle nostre colpe, schiacciato dalle nostre iniquitร . Non รจ una sofferenza puramente sostitutiva: a lui la punizione per le nostre colpe. Il testo ebraico impiega la preposizione min, che indica il complemento dโagente. Riconosciamo che sono state le nostre colpe e le nostre iniquitร a trafiggerlo, a schiacciarlo. Eppure lui รจ uno di noi, รจ della nostra gente, del nostro popolo. Non ha sofferto puramente al posto nostro, ma in solidarietร con noi. Sofferenze comuni, che tutti conosciamo. Perรฒ lui era innocente, noi colpevoli.
Conversione
Il servo era innocente, eppure ha preso su di sรฉ il nostro peso, le nostre colpe. Questo ci ha fatto riflettere e cambiare opinione su di lui. Ci ha fatto cambiare idea, ci sta convertendo il cuore. Quel che noi pensiamo sia un castigo su di lui, di fatto รจ una lezione โsalutareโ, un insegnamento sapienziale, un mรปsar (Gb 33,16; Pr 10,17), molto severo in questo caso (cf. Ger 30,14, Pr 15,10, Pr 22,5). Lui era uno di noi, ma diverso da noi. Sofferenze simili a quelle di tutti gli uomini, sofferenze che abbiamo patito anche noi in esilio. Lui perรฒ era innocente, noi colpevoli.
La โlezione sapienzialeโ che ci viene dalle sue piaghe sopportate da innocente ci sta cambiando il cuore, ci sta convertendo, ci sta portando pace. Una lezione salutare di pace รจ su di lui, ma โla nostra guarigione /yirpฤโ-lฤnรปโ ci arriva proprio โdentro/baโ la sua ferita (baแธฅฤburฤtรด). Come ebrei sentiamo la solidarietร , la comunione, e non tanto e non solo la sostituzione: lui soffre a favore nostro, con noi, e non solo al posto nostro.
Adesso cominciamo a capire che era il nostro rappresentante, il migliore di noi, il meglio del nostro popolo. Un servo fedele, una parte di Israele fedele anche nella sofferenza dellโesilio patito con gli altri, a favore degli altri, anche a colpa degli altri. Lo ammettiamo: anche al posto di altri, che ne sono usciti senza gravi conseguenzeโฆ
Scambio di persona. Agnello afono
Sentiamo che la nostra pace viene da lui, da come lui ha โportatoโ i nostri mali, da come lui ha sop-portato come asino paziente il peso delle nostre colpe. Ci ha colpito la sua sofferenza ingiusta, sofferta per noi e anche al posto nostro.
Ma ci ha colpito soprattutto il modo in cui lui ha sofferto per noi. ร stato paziente, non si รจ ribellato, non ha recriminato. Non ha chiesto vendetta, non ha continuato a voler esporre le sue buone ragioniโฆ Non ne ha avuto neanche la possibilitร a dire il veroโฆ
Eravamo sperduti come delle pecore cieche, ognuna in preda del proprio egoismo narcisista. Un popolo senza unitร , senza guida, senza collante. Abbiamo capito che YHWH, nel suo piano per noi troppo profondo da capire, ha abbracciato con larghezza di cuore che le nostre colpe ricadessero di fatto su di lui, innocente. Forse voleva farci capire come lui ci amaโฆ ร stato tolto di mezzo con una sentenza ingiusta, un processo farsa, praticamente senza potersi difendere. Senza/min (interpretato come privativo) processo. Per colpa del โsuoโ popolo (non โmioโ, con 1QIsa e 4QIsd) fu colpito allโeccesso, fino allโestremo. Nessuno si curรฒ di lui. Fu seppellito con gli empi, come un senza Dio. Ci fu perรฒ qualcuno di ricco che se ne prese cura con affetto (affermazione che desta perplessitร nel contesto, comprensibile solo alla luce di Mt 27,57-60).
La sua vita in espiazione
Il suo stile di vita non comprendeva alcuna โviolenza/แธฅฤmฤsโ nรฉ inganni vari. A YHWH รจ piaciuto prostrarlo con dolori, ma โse avrร offerto liberamente la sua vita in sacrificio di espiazione/โim tฤsรฎm โฤลกฤm napลกรดโ bucherร il velo nero della morte e โallungherร i suoi giorniโ. Vedrร una discendenza fisica e spirituale, vivrร a lungo nella nostra memoria e nel seme da lui sparso. Riuscirร a far sรฌ che la volontร di YHWH sia fatta da molti. Grazie al suo libero sacrificio totale di sรฉ, innocente e a favore di altri fratelli malvagi, YHWH espierร i nostri peccati, laverร via le nostre colpe. Veramente questo servo di YHWH รจ stato un nostro eccellente rappresentante.
ร morto in mezzo al suo popolo, unito ad esso, senza disprezzarlo. ร morto per noi, con noi, al posto nostro, possiamo ben dirlo.
Giustificherร
YHWH interviene nuovamente nel dialogo. Riprendendo il suo annuncio e la sua valutazione iniziali circa il giusto suo servo (cf. 52,13-15), proclama ora alle genti (53,11-12) il suo โgiudizio finaleโ su di lui.
YHWH sigilla con le sue parole il percorso di conversione del popolo che, di fronte alla vicenda del servo, cambia opinione su di lui, e arriva alla veritร della sua persona e della sua vicenda. Secondo le interpretazioni successive della traduzione greca della LXX e dei manoscritti ebraici di Qumran, lโinterpretazione collettiva della figura del servo vedrร in lui la parte fedele di Israele che opera a favore degli altri e, in definitiva, di tutte le genti. Ad esse ora YHWH proclama le sue parole decisive sulla figura del suo โservoโ.
Il popolo ha capito che, al di lร delle apparenze che parlavano tutte contro di lui, il servo di YHWH mite e innocente ha dato la vita a favore dei suoi fratelli, ed รจ stato ucciso anche in rappresentanza di loro. โAvendo sofferto di persona/mฤโฤmal napลกรดโ, vedrร โuna luceโ (seguendo la variante di Qumran 1QIsb che aggiunge al Testo Masoretico il termine โluce/โรดrโ e il greco della LXX che aggiunge โphลs/luceโ). Il servo vedrร la luce della vita, โrisorgerร โ โฆ Il giusto โ anticipando, secondo il suggerimento della Biblia Hebraica Stuttgartensia in apparato, il โแนฃaddรฎq/giustoโ che segue โ si sazierร della sua conoscenza.
Grazie allโโofferta sacrificale ed espiatoria di sรฉโ (โฤลกฤm napลกรด), il servo si addosserร come un asino paziente il carico (yisbลl), le colpe del popolo e cosรฌ โgiustificherร /yaแนฃdรฎqโ molti (= tuttiโฆ). Grazie a lui, sarร YHWH a โgiustificarliโ, a riportarli cioรจ alla fedeltร nel rapporto di alleanza che li legava a YHWH, rapporto che avevano infranto allontanandosi da lui.
Le moltitudini in ereditร
YHWH annuncia (alle genti) che, โcome parte che gli spetta darร al suo servo/โฤแธฅalleq-lรดโ una porzione fra i molti, fra coloro che sono ricchi per il bottino fatto dopo una battaglia vittoriosa.
Solo alla luce della risurrezione di Gesรน Cristo queste parole trovano la loro realizzazione piena. Con la sua morte e il suo ritorno alla vita di Dio, egli porterร con sรฉ il bottino dei prigionieri liberati (cf. Ef 4,8 ยซPer questo รจ detto: Asceso in alto, ha portato con sรฉ prigionieri [lett.: ha fatto prigioniera la prigionia], ha distribuito doni agli uominiยป (cit. di Sal 68,18).
Tutto questo perchรฉ egli โha denudato/scoperto/riversato/svuotato/heโฤrฤhโ โfino alla morte la sua vita/lammawet napลกรดโ ed รจ stato annoverato fra gli โempi-colpevoli/pลลกeโรฎmโ.
Massima contraddizione fra โesternoโ e โinternoโ, fra ciรฒ che si vedeva esternamente e quello che rimaneva nascosto, fra lโapparenza esterna negativa e la veritร intima delle cose costituita dalla donazione totale di sรฉ da parte del servo. Paradosso tragico dellโincomprensione totale, dello stravolgimento della realtร . Sofferenza morale enorme, acutissima, per il servo e per chi lo amavaโฆ (sarร questa la causa delle lacrime di sangue di Gesรน nel giardino del Getsemani? cf. Lc 22,44).
Nel Vangelo di Luca Gesรน applicherร esplicitamente a sรฉ il semiversetto di Is 53,12bb come chiave interpretativa globale autorevole per comprendere la sua vicenda terrena, e in modo particolar la sua morte e risurrezione (cf. Lc 22,37b: ยซPerchรฉ io vi dico: โDeve compiersi in me questo che รจ scritto: E fu annoverato tra gli empi (anomลn/senza legge/illegali)โ. Infatti ciรฒ che mi riguarda โvolge al suo compimento/termine ha/telos echeiโยป.
Guardando a Gesรน crocifisso, si possono gustare in pienezza le parole ispirate del profeta e poste in bocca a YHWH a valutazione ultima sul suo servo. Dipingono Gesรน: ร stato annoverato far gli empi, mentre in realtร /in veritร egli portava il peccato di โmolti/rabbรฎmโ.
La mentalitร semitica non oppone โunoโ a โtuttiโ come fanno i greci, ma โpochiโ a โtantiโ, ma intendendo con questi ultimi โla moltitudineโ, cioรจ tutti. Il servo โportava/nฤลฤโโ su di sรฉ โ per โportarlo via/toglierloโ evidentemente โ il peccato di molti, cioรจ quello di tutti. Questo poteva farlo perchรฉ egli, mentre viveva e moriva da innocente, โintercedeva/yipgรฎaโโ โper i colpevoli/lappลลกeโรฎmโ.
La veritร
Al termine del drammatico dialogo, YHWH rivela quindi in pienezza la veritร della figura del suo servo, il significato profondo della sua sofferenza e della sua morte e, infine, lโesito estremamente fecondo del suo patire solidale, intercessorio, rappresentativo, โespiatorioโ.
Nel servo di YHWH si potrร vedere una figura individuale e/o una collettiva. Si potranno scorgere i lineamenti di un profeta inascoltato e perseguitato oppure la parte fedele e โinnocenteโ di Israele contrapposta alla maggioranza del popolo infedele, con una funzione intercessoria ed espiatrice nei suoi confronti.
Sulla scorta di una โcitazione di compimento/Erfรผllungzitateโ pronunciata da Gesรน nellโUltima Cena (cf. Lc 22,37), i cristiani vi vedono la dolce figura di Gesรน, che integra in sรฉ senza eliminarli, ma portandoli alla pienezza della loro opera, i profeti inascoltati e respinti con violenza, come pure anche lโIsraele fedele che soffre (nellโesilio, ma non solo), insieme a e al posto di altri israeliti.
Solo YHWH puรฒ far emergere la veritร delle cose e delle persone, spesso contro le apparenze e le valutazioni umane.
Ma che cosโรจ la veritร ?
Che cosโรจ la veritร ?
ร la domanda che Pilato farร a Gesรน a metร del suo percorso processuale nei suoi confronti (Gv 18,38), senza riceverne alcuna riposta. La passione e morte di Gesรน raccontata dallโevangelista Giovanni sembra avere i contorni di un processo di veridizione della sua figura.
Lungo tutto il racconto evangelico nessuno conosce a fondo Gesรน, nessuno sa di dove sia (pothen 2,9; 4,11; 7,27.28.40-53; 8,14; 9,29.3; 19,9). Molti fraintendono le sue parole e i suoi gesti. Al termine del segno della moltiplicazione dei pani lo identificano con ยซil profeta che deve venire nel mondoยป (cf. Dt 8,15) e vogliono andare a โrapire/arpazeinโ Gesรน per farlo re. Lui perรฒ fugge per nascondersi sul monte, da solo (cf. Gv 6,15). Nessuno degli scribi e dei farisei capisce le motivazioni del suo comportamento, quando proprio in un giorno di sabato guarisce un paralitico non in pericolo di vita (cf. Gv 5,1-18) o un cieco dalla nascita (Gv 9,1- 40). Secondo loro, Gesรน รจ un peccatore (Gv 9,24) e non si sa di dove sia (Gv 9,30). Secondo loro, รจ un samaritano e un indemoniato (Gv 8, 48.51).
Negli ultimi giorni della sua vita Gesรน potrร mostrare a tutti la veritร delle sue affermazioni e dei suoi segni di salvezza. โIl mondoโ, nellโaccezione di insieme delle forze coalizzate contro di lui, dovrร riconoscere la veritร della sua persona e della sua โpretesaโ regale. Pilato fa scrivere in tre lingue a diffusione mondiale il titlon/titulus con la motivazione della condanna alla crocifissione di Gesรน, che diceva: ยซGesรน il Nazareno, il re dei giudeiยป (Gv 19,19). Dovette perfino confermarlo a coloro che volevano correggere la dicitura: ยซQuello che ho scritto, รจ scritto (e resta scritto)/ho gegrapha gegraphaยป (Gv 19,22).
Si fece innanzi
Nel โgiardino/kฤposโ (Gv 18,1.26; 19,41) al di lร del Cedron, il gruppo di soldati e di guardie del tempio insegue un ricercato da arrestare (Gv 18,1-11), ma trovano lโaccusato che si impone loro con sovranitร regale. Gesรน conosce tutto quello che deve accadergli (18,4), si fa innanzi/esce (allo scoperto)/exฤlthenโ e per due volte interroga la truppa su chi stiano cercando. Per tre volte egli afferma โio sono/egล eimiโ (18,5.6.8), unโautoidentificazione che rimanda al nome divino (cf. Es 3,14). Ben piรน di quello che stanno cercando, Gesรน il Nazareno.
La sovranitร di conoscenza e di volontร getta a terra gli avversari, annichilendoli (Gv 18,5). Loro cercano un semplice uomo di Nazaret, benchรฉ famoso. Di fatto un re onnisciente e pienamente libero si consegna loro, liberando i propri discepoli.
Lโevangelista Giovanni non teme di leggere in profonditร le parole e i gesti di Gesรน, e il suo resoconto, ben piรน che una registrazione stenografica dellโaccaduto, ci restituisce la profonditร e la veritร della posta in gioco.
Una parola โliberaโ
Durante lโudienza informale di fronte al potentissimo ex sommo sacerdote Anna (in carica dal 6 al 15 d.C., dopodichรฉ mette in cattedra ben quattro figli e un genero, Caifa), Gesรน gli โricordaโ di non aver mai parlato in segreto e in un angolo oscuro della terra, tramando chissร contro chi, ma ha sempre insegnato โapertamente e con franchezza/parrฤsiaโ nella sinagoga e nel tempio, luoghi pubblici e aperti a tutti. Non รจ un oscuro sovversivo, ma un annunciatore coraggioso della veritร di YHWH/Il Padre nei luoghi ufficiali deputati alla preghiera e allโinsegnamento del popolo, che puรฒ testimoniare a suo discarico. Un โpromemoriaโ per Anna che costa a Gesรน un manrovescio umiliante.
Gesรน rivela il coraggio del profeta escatologico di YHWH, del Verbo fatto carne (1,14), della Luce che splende nelle tenebre (Gv 8,12). Un contrasto stridente col tradimento del pusillanime Pietro giรน nel cortile (Gv 18,12-27).
Dentro/Fuori. Scene di veritร regale
In una drammatica sequenza di sette scene che si svolgono tra un โfuoriโ (18,28-32 A.38b-40 C; 19,4-8 Cโ.13-16 Aโ) e un โdentroโ (18,33-38a B; 19,1-3 X.9-12 Bโ) si compie unโaltra fase della veridizione della persona di Gesรน. Si giunge progressivamente a cogliere la veritร profonda della sua vita, della sua parola, della sua persona.
Stando โfuoriโ (Gv 18,29) del pretorio per non contaminarsi e poter cosรฌ celebrare in puritร rituale la festa di Pasqua, โi giudeiโ โ in questo caso i capi religiosi ostili a Gesรน โ accusano Gesรน di fronte al prefetto Pilato di essere โuno che compie continuamente il male/houtลs kakon poiลnโ.
La fedeltร troppo rigorosa alla Legge li ha portati al fanatismo di chiudere gli occhi di fronte alla realtร e di non saper vedere nelle guarigioni di Gesรน (specialmente quelle compiute di sabato) la piena realizzazione dello scopo per il quale il sabato era stato istituito da YHWH: celebrare lโuomo immagine di Dio e fargli gustare il suo โriposoโ e celebrare la liberazione dalla schiavitรน dellโEgitto.
Attribuire a una fonte maligna lโopera di bene compiuta da Gesรน รจ bollato come opinione demoniaca da Gesรน nel Vangelo di Marco (cf. Mc 3,22-30). Giuridicamente i giudei non hanno la potestas gladii, il potere di eseguire una pena capitale irrogata, ma sono ben felici di trovare il braccio secolare che lo puรฒ fare al loro posto.
Re Testimone della veritร
โDentroโ (Gv 18,33), Pilato interroga Gesรน sul suo essere re dei giudei, una titolatura politica impiegata dai pagani, mentre quella religiosa usata dagli ebrei sarebbe stata quella di โre di Israeleโ. Gesรน conferma il suo essere re, ma non di un regno segnato e radicato qualitativamente nella logica mondana ostile a Dio (โquaggiรนโ, โmondoโ).
Lo scopo per il quale Gesรน รจ venuto nel mondo degli uomini (โmondoโ qui inteso come realtร positiva creata da Dio: creato e uomini) รจ quello di rendere testimonianza alla parola di Dio, alla sua volontร , al suo volto e al suo cuore di Padre (cf. Gv 1,1-18 il Prologo del Vangelo di Giovanni). Gesรน รจ re perchรฉ Rivelatore del Padre, Rivelatore della sua volontร di salvare gli uomini (cf. Gv 3,16).
Certo, la sua missione si attua mediante il potere di operare una โcrisi discriminatoria/krisisโ che culmina in una โsentenza giudiziaria/krimaโ, che di per sรฉ รจ un autogiudizio degli uomini stessi. Gesรน รจ il Rivelatore, e di fronte a lui bisogna decidersi, come di fronte a un faro che avanza nella nebbia o a uno spartineve che fende il manto nevoso che ricopre il binario ferroviario. O di qua, o di lร . Tertium non datur.
La regalitร di Gesรน รจ legata alla veritร del Padre e alla โveritร โ degli uomini, chiamati a diventare sempre piรน โfigli/teknaโ del Padre (Gv 1,12). I capi religiosi di Israele non hanno accettato in lui il Rivelatore del Padre, il compimento della Torah/Istruzione di YHWH. Nella passione e morte di Gesรน avranno una chance decisiva per farlo.
Re senza colpa
Pilato non trova colpa alcuna in Gesรน (19,38), ma i capi religiosi chiedono in dono la liberazione del brigante/terrorista/ribelle insurrezionista/lฤistฤs Barabba (18,40) e la condanna del โre dei giudeiโ.
In una scena โsenza luogoโ (ma di fatto โdentroโ il pretorio, Gv 19,1-3) Gesรน รจ fatto flagellare e irriso dai soldati con la โburla del reโ. La sua tunica inconsutile, confezionata tutta di un pezzo, รจ sostituita da un irridente paludamento regale che si imponeva per un giorno per gioco a un condannato, prima di ucciderlo ferocemente. Schiaffi e irrisioni accompagnano la burla. โIronia drammaticaโ dellโevangelista Giovanni, perchรฉ Gesรน รจ in veritร re! Senza volerlo, e contrariamente ai loro intenti, i soldati โadoranoโ il vero re.
โFuoriโ (Gv 19,4), i capi religiosi e le guardie invocano la crocifissione e Pilato chiede loro che si prendano personalmente la responsabilitร di questo atto fatale. Lui dice per ben due volte che in Gesรน non trova colpa alcuna/oudemia aitian heuriskล/ouch heuriskลโฆ aitianโ in Gesรน (19,4.6), una โcausa/aitiaโ che sia il motivo giustificato da scrivere sulla tabella che sarebbe stata collocata al sopra della testa del condannato per rendere pubblica la causa della sua uccisione.
I capi religiosi accusano Gesรน di essersi fatto Figlio di Dio (19,7), motivo sufficiente per la condanna a morte. Pilato โ secondo lโevangelista Giovanni โ โรจ preso da paura/ephobฤthฤโ. (Piรน verosimilmente sta dicendo cinicamente quel che piรน gli conviene, per barcamenarsi ancora una volta in piรน nel suo rapporto con il mondo giudaico e per conservare ancora solido il suo scranno di potere politico-militare).
โDentroโ (19,9), Pilato chiede a Gesรน di dove sia (pothen sy;โ (19,9). ร la domanda cruciale di tutto il vangelo. Gesรน non risponde a chi non vuol ascoltare in profonditร e veritร . Gesรน alla fine gli dice che Pilato non ha alcun โpotere /exousiaโ su di lui, se non quello concesso dal Padre. Egli ha un progetto grande di salvezza, che passa anche attraverso lโignavia e il cinismo politico di Pilato, oltre alla violenza di Stato. A lui preme โessere amico di Cesareโ, e anche i capi religiosi sono pronti a vendere a lui la loro anima โ che dovrebbe essere solo di YHWH โ pur di vedere condannato un Re Testimone molto scomodo.
Re crocifisso
โFuoriโ (19,13), Pilato โsiede/ekathisenโ in tribunale (o addirittura, secondo alcuni studiosi, โfa sedereโ Gesรน), e presenta due volte ai capi religiosi Gesรน come loro re (Gv 19,14.15). Un cinismo e un sottile piacere sadico di sbeffeggiare il mondo religioso giudaico ben conosciuto da altre fonti come tipico di Pilato.
Chiedendo per lโennesima volta la crocifissione del loro โreโ Gesรน โ da loro rifiutato โ, le autoritร religiose arrivano a vendere definitivamente la loro anima al potere politico e militare pagano di Roma: ยซNon abbiamo altro re che Cesareยป (Gv 19,16).
Gesรน, il re ยซnon di questo mondoยป, รจ crocifisso. La Madre e il Discepolo Amato sono ai piedi della croce per ricevere il testamento di vita del re di Israele, il Verbo fatto carne, il Figlio di Dio, la Luce del mondo.
Il re crocifisso come un delinquente che, secondo i capi, ยซfa sempre il maleยป (Gv 18,30), รจ in veritร il Rivelatore del Padre, il re sovrano degli eventi che gli accadono. Egli si dona liberamente, รจ il Buon/Bel Pastore che โdeponeโ volontariamente la sua vita per amore. Nessuno infatti puรฒ toglierla: รจ lui stesso che la depone per amore per poi riprenderla (cf. Gv 10,14-21; 13,1-11).
Il titulus, la tabella che indica la causa della sua uccisione โ โGesรน Nazareno re dei giudeiโ โ non รจ falso, ma dice ancora troppo poco della veritร del re crocifisso.
Il Re Agnello pasquale
Gesรน รจ spogliato del sue vesti, ma la sua tunica resta unita, come lo รจ la Chiesa che sboccia in primizia sotto la croce. Lโaffidamento reciproco del Principio Mariano e del Principio Amante รจ il lascito del Re crocifisso, il collante della vita ecclesiale dei testimoni, degli amici dello Sposo che muore (cf. Gv 3,25-30). Le ossa dellโAgnello pasquale non vengono rotte (cf. Gv 19,31-34). La sua morte riscatta sia il popolo che gli sta vicino che quello che da lontano lo guarda sconcertato, se non addirittura soddisfatto. Ma, alla fine, guardando al Crocifisso, tutti dovranno battersi il petto.
Tutto รจ compiuto per rivelare la Veritร e il Volto del Padre (cf. Gv 1,18).
Il sangue della vita donata da Gesรน e lโacqua della coscienza spirituale oblativa stilla sulla Chiesa che nasce. Il Re Sposo muore per gli amici, ma anche e soprattutto per i nemici.
ร la Parasceve di Pasqua (cf. Gv 19,31), la vigilia concitata della grande festa del Riscatto, della liberazione. Allโora nona nella vasta zona templare si immolano gli agnelli da consumare poi nellโintimitร delle famiglie.
LโAgnello pasquale crocifisso รจ la Veritร ultima della Torah, della rivelazione progressiva del Padre nella storia di un popolo, di fronte alle genti del mondo intero.
La morte รจ stata accolta, โdesiderataโ: ยซโฆ viene il principe di questo mondo; contro di me non puรฒ nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, cosรฌ io agisco. Alzatevi, andiamoโฆยป (Gv 14,30b-31).
Ecco la veritร dellโAgnello pasquale.
La veritร del Re Testimone crocifisso.
Amo il Padre.
E, in lui, amo tutti voi, fino alla fine (cf. Gv 13,1).
La veritร dellโUomo del Venerdรฌ Santo.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News