Commento al Vangelo del 19 Aprile 2019 – don Claudio Doglio

Il commento alle Letture di venerdì 19 Aprile 2019, a cura di don Claudio Doglio.

Il vertice del racconto giovanneo della Passione è la scena in cui il sangue e l’acqua, che escono dal costato di Gesù, indicano il compimento della nuova alleanza.

Il discepolo testimone interviene direttamente nel racconto per sottolineare I ‘importanza degli eventi e per garantire la piena attendibilità della sua narrazione e della sua interpretazione. Due fatti ricorda ancora, ma soprattutto li interpreta alla luce delle Scritture. Non spezzarono le gambe di Gesù: è un fatto di cronaca; ma l’evangelista vi vede la realizzazione del rito pasquale in cui non si spezzano le ossa dell’agnello (cf. Es 12,46); Giovanni ne deduce che Gesù è il vero agnello pasquale.

Inoltre un soldato trafisse il costato di Gesù e in questo fatto il testimone ha visto un segno sacramentale e vi riconosce il compimento della profezia di Zaccaria: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno (12,10). La promessa fatta da Gesù dell’acqua viva ora si compie: c’è infatti stretta corrispondenza fra il dono dello Spirito e la fuoriuscita dell’acqua.

Il sangue riguarda invece la vita del Cristo stesso, perché il sangue è il segno della vita: quindi il sangue che esce dal costato significa la vita di Gesù data fino in fondo come compimento della volontà del Padre. Così il sangue è riferimento al passato (la vita di Gesù Cristo), mentre l’acqua è proiettata al futuro (la vita della Chiesa).

Eppure il sangue e l’acqua sono una cosa sola, perché lo Spirito è la vita stessa di Dio che sgorga dal nuovo tempio che è Gesù.   

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