[ads2]La Chiesa custodisce la concretezza delle parole di Gesรน e venera in quel pane e in quel vino il suo corpo e il suo sangue, perchรฉ ancora oggi lo si possa incontrare. Potremmo aggiungere che in quel pane e in quel vino non รจ presente il Signore in qualsiasi modo. Egli vi รจ presente come corpo ยซspezzatoยป e come sangue ยซversatoยป, ossia come colui che passรฒ tra gli uomini non conservando se stesso ma donando tutta la sua vita, sino alla morte in croce, sino a quando dal suo cuore non uscรฌ che ยซsangue ed acquaยป. Non risparmiรฒ nulla di se stesso. Nulla trattenne per sรฉ, sino alla fine. Quel corpo spezzato e quel sangue versato, sono di scandalo per ognuno di noi e per il mondo, abituati come siamo a vivere per noi stessi e a trattenere il piรน possibile della nostra vita. Il pane e il vino, che piรน volte durante la santa liturgia ci vengono mostrati, contrastano con lโamore per noi stessi, con lโattenzione scrupolosa che abbiamo per il nostro corpo, con la meticolosa cura che poniamo per risparmiarci e per evitare impegni e fatica. Tuttavia, essi ci vengono donati e continuano ad essere spezzati e versati per noi, perchรฉ siamo liberati dalle nostre schiavitรน, perchรฉ sia trasformata la nostra durezza, sgretolata la nostra avarizia, intaccato lโamore per noi stessi. Il pane e il vino, mentre ci strappano da un mondo ripiegato su se stesso e condannato alla solitudine, ci raccolgono assieme e ci trasformano nellโunico corpo di Cristo.
Lโapostolo Paolo, riconoscendo la ricchezza di questo mistero al quale partecipiamo, con severitร ammonisce di accostarci ad esso con timore e tremore perchรฉ ยซChiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarร colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal caliceยป (1Cor 11,27-28). Ma dopo questo esame chi mai di noi puรฒ avvicinarsi? Sappiamo bene quanto siamo deboli e peccatori, come cantiamo nel Salmo: ยซLe mie iniquitร io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanziยป (Sal 50[51],5). Ma la liturgia ci viene incontro e mette sulle nostre labbra le parole del centurione: ยซO Signore non sono degno di sedere alla tua mensa, ma diโ soltanto una parola e io sarรฒ salvatoยป. Diโ soltanto una parola. Sรฌ, รจ la Parola del Signore che invita ad accostarsi, รจ questa parola che rende degni, perchรฉ รจ una parola che perdona e guarisce. Alla tavola del Signore si giunge dopo lโascolto della Parola, dopo che il cuore รจ stato da essa purificato e riscaldato. Cโรจ allora come una continuitร tra il pane della Parola e il pane dellโEucaristia. ร come unโunica mensa in cui il nutrimento รจ sempre lo stesso: il Signore Gesรน, fattosi cibo per tutti.
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Corpus Domini
- Colore liturgico: Bianco
- Dt 8, 2-3. 14-16; Sal. 147; 1 Cor 10, 16-17; Gv 6, 51-58
Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondo Giovanni
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In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dellโuomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nellโultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร per me. Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร in eternoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 โ 24 Giugno 2017
- Tempo Ordinario XI, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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