Il tempo di Quaresima è dedicato, fin dai primi secoli della vita della Chiesa, alla preparazione immediata dei catecumeni al Battesimo, mentre chi è già battezzato approfondisce il proprio radicamento nella fede rinnovando l’adesione al Signore, che esprimerà con le promesse battesimali nella santa Veglia pasquale.
Le prime due letture ci danno lo spunto per orientarci a questo mistero. Terminato il diluvio, Noè, uscito dall’arca, vede l’arcobaleno e riceve da Dio una promessa, non solo per sé, ma per tutte le generazioni future. Le acque, acque di morte e di purificazione, acque dalle quali emerge la vita pronta per un’alleanza di pace con Dio, anticipano uno dei significati della nuova immersione: coloro che vengono battezzati seppelliscono nell’acqua gli attaccamenti agli idoli di questo mondo, vengono purificati dai peccati e dalle vanità della vita trascorsa, sono liberati dai legami con altre credenze o religioni fondate da uomini, e, finalmente, cominciano a guardare a Dio senza paura, anzi, con confidenza e libertà filiali, con gioia e con amore. Tutto ciò avviene grazie a Gesù Cristo! San Pietro lo afferma con sicurezza! Gesù è morto per ricondurci a Dio, ed è risorto e salito al Padre perché, invocando il suo nome, possiamo avere salvezza!
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Che le acque del diluvio siano figura del battesimo ce lo ricorda anche l’apostolo, che sta leggendo le Sacre Scritture alla luce dell’esperienza della Chiesa!
Il battesimo è il momento in cui il desiderio e la volontà di salvezza di Dio s’incontrano finalmente con il sì dell’uomo. Quando una persona conosce l’inviato del Padre, Gesù Cristo, lo conosce attraverso la sua Chiesa, grazie all’esperienza luminosa che vive in essa. Se questa persona decide di aderire con tutto il suo cuore al Figlio di Dio, allora lo Chiesa, Corpo di Cristo, lo accoglie nel proprio grembo: ciò avviene appunto quando egli fa morire l’uomo «vecchio» nell’acqua e rinasce da essa rinnovato nello Spirito!
Come si preparano i catecumeni a questo momento? E come ci prepariamo noi a ripetere le promesse battesimali, in modo da permettere a Dio di rivestirci e rinnovarci interiormente, affinché la nostra vita sia un segno vero della sua presenza nel mondo?
Osserviamo Gesù all’inizio del suo cammino in mezzo al suo popolo. Egli obbedì allo Spirito che lo sospinse nel deserto: dentro quella situazione di solitudine, di fragilità e di rinuncia egli perseverò quaranta giorni. Perseverò nella preghiera, nel rinnegamento di sé e nella contemplazione del Padre per un periodo lungo, per un tempo la cui durata era già decisa dalla tradizione. Anche noi obbediamo alla tradizione biblica e della Chiesa: per quaranta giorni persevereremo in una preghiera più nutrita, più impegnata, accompagnata da qualche forma di digiuno, da rinunce che toccano i desideri del corpo o dell’anima, dal desiderio e volontà di ascoltare la Parola di Dio come nutrimento dell’anima e guida nelle scelte quotidiane. Le rinunce e l’ascolto servono a rendere concreto il morire del nostro «uomo vecchio», a rendere più vera la nostra preghiera e a preparare nel nostro intimo l’ambiente adatto per ricevere la grazia tutta spirituale del rinnovamento battesimale.
Nel deserto Gesù vince le ripetute tentazioni che l’avversario di Dio e degli uomini presenta. San Marco non ci dice in che modo si mostrano queste tentazioni: lo sappiamo dagli altri evangelisti, e lo sappiamo dalla nostra esperienza. Le tentazioni che Gesù vinse sono quelle che vogliono distrarre anche noi dall’accogliere la via di Dio. Il Padre ci propone la via della croce, che è la via del Figlio suo, e noi troviamo motivazioni logiche o di prudenza per rifiutarla. Noi cerchiamo compromessi col mondo, con i metodi di vita che ci circondano, cerchiamo di giustificare comportamenti che non ci distinguono da coloro che stanno adorando idoli e vanità inutili: lo facciamo per paura di essere squalificati dagli uomini! Il deserto ci aiuterà a cercare di non essere squalificati da Dio!
Nei quaranta giorni che ci avviano alla celebrazione Pasquale cercherò, e cercherai, momenti di vero deserto: ore o mezze giornate di solitudine per stare alla presenza del Dio di nostro Signore Gesù Cristo! È lui che deve formare il nostro intimo, il nostro cuore, i nostri desideri e la nostra volontà! È lui che dev’essere davvero fonte della nostra vita, come lo è stato della vita del Figlio! Così si compie la conversione che Gesù ci chiede perché entriamo nel Regno di Dio ormai presente! Dicendo: “Convertitevi e credete nel vangelo”, Gesù ci esorta a pensare e ragionare in modo nuovo. Il vangelo, cioè la bella notizia che Dio ci ama, diventerà il punto di partenza dei nostri pensieri. Vivremo in modo da far gustare e conoscere l’amore del Padre ai nostri fratelli. L’acqua del battesimo segnerà questo cambiamento, tanto che risplenderemo come autentici figli di Dio!
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della Prima Domenica di Quaresima – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 18 Febbraio 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- Gn 9, 8-15; Sal. 24; 1 Pt 3, 18-22; Mc 1, 12-15
Mc 1, 12-15
Dal Vangelo secondo Marco
12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. 14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Febbraio 2018
- Tempo di Quaresima I
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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