Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
ECCOMI
Davide è una figura gigantesca dell’Antico Testamento. Secondo re d’Israele fu consacrato ancora ragazzo, compì imprese grandiose, dall’uccisione del gigante Golia alle innumerevoli guerre e conquiste. Anche come peccatore fu grande, ma seppe sempre riconoscere le sue colpe e umiliarsi davanti a Dio. Il suo regno cominciò in clandestinità, perché fu scelto al posto di Saul che era ancora vivo e che cercò di eliminarlo con ogni mezzo, ma Davide seppe resistere, anche alla tentazione di uccidere il suo rivale, e alla fine prevalse. Fissò la sua capitale a Gerusalemme, città che conquistò con una operazione militare straordinaria, dove si costruì un palazzo degno della sua regalità. Non sembrava giusto al re che l’Arca dell’alleanza fosse ancora sotto una tenda e voleva perciò edificare un tempio per ospitarla, ma il Signore, per mezzo del profeta Natan, cambiò i suoi progetti. Non è l’uomo a costruire una casa a Dio, ma è piuttosto il contrario; è da Lui che viene gratuitamente la salvezza, non sono gli uomini a meritarsela. Il trono di Davide non sarebbe mai venuto meno perché al suo posto avrebbe regnato un suo discendente: il Messia. Questa promessa si è compiuta mille anni dopo, come ci racconta l’evangelista Luca. Maria è il vero tempio, la vera arca, dimora della divinità sulla terra. Quando l’angelo va da lei è solo una ragazza meno che ventenne, ma è già piena di grazia. Pochi giorni fa abbiamo ricordato la sua immacolata concezione, cioè il fatto che è nata senza la macchia del peccato originale. Ciò significa che da sempre è completamente consacrata a Dio, senza compromessi. Questo è il vero significato della sua verginità: ancor più che una caratteristica fisica, è il segno di una dedizione totale. Maria è assolutamente trasparente, la Luce può raggiungerla e risplendere dentro di lei senza essere minimamente offuscata dall’ombra del peccato. Come tutte le creature è libera davanti al piano dell’Altissimo. La Vergine è chiamata anche la nuova Eva, perché come la progenitrice deve scegliere e lo fa pronunciando il suo Eccomi. La prima donna scegliendo il male è diventata la madre della morte, Maria accogliendo il Bene diviene la madre della Vita e della chiesa. La chiesa infatti con il battesimo libera dal peccato originale e dalla morte, generando così la nuova umanità salvata. Da sempre l’uomo ha il desiderio di essere grande e cerca di farlo disastrosamente con le sue forze. Il Signore ci offre in Maria la realizzazione di questa aspirazione: anche noi dobbiamo dire il nostro eccomi, perché la Luce possa arrivare ancora nel mondo attraverso di noi. È questa disponibilità che rende grandi.
Lc 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.