Commento al Vangelo del 17 Marzo 2019 – Monastero Matris Domini

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Il racconto della trasfigurazione occupa un posto centrale nei vangeli sinottici. Come al battesimo, anche qui vi รจ una voce dal cielo che rivela Gesรน come Figlio; perรฒ questo suo essere Figlio si rende visibile. Gesรน mostra ai suoi tre discepoli preferiti la sua gloria.

Come il Battesimo apriva la missione di Gesรน, la trasfigurazione apre il suo cammino verso Gerusalemme, verso la sua morte e risurrezione. Questo si vede chiaramente in Luca, che dedica metร  del suo vangelo al viaggio dalla Giudea a Gerusalemme, viaggio che avrร  inizio proprio pochi versetti dopo il brano della trasfigurazione (Lc 9,51). La trasfigurazione in Luca si pone come anticipazione della gloria del risorto. Vi troviamo infatti alcuni termini che Luca usa anche nel capitolo 24 (le vesti sfolgoranti, la presenza di due uomini), mentre gli altri sinottici sembrano porre lโ€™attenzione sul Cristo che tornerร  glorioso alla fine dei tempi.

La trasfigurazione poi, allโ€™interno del capitolo 9 di Luca, si pone un poโ€™ come il sigillo a una serie di domande riguardanti lโ€™identitร  di Gesรน che attraversano tutto il capitolo. Ancora la trasfigurazione si pone tra i primi due annunci della passione, che troviamo sempre nel capitolo 9.

Lectio

In quel tempo, 28bGesรน prese con sรฉ Pietro, Giovanni e Giacomo e salรฌ sul monte a pregare.

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Nel brano precedente Luca aveva dato il primo annuncio della passione di Gesรน e aveva ricordato le condizioni che un discepolo di Gesรน deve osservare: rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguirlo. Circa otto giorni dopo Gesรน prende con sรฉ tre discepoli. Interessante notare che Luca, a differenza di Matteo e Marco nomina Giovanni prima di Giacomo. Evidentemente la comunitร  di Luca conosceva piรน Giovanni rispetto a Giacomo, il primo degli apostoli a morire martire (Atti 12,2). Il monte non viene identificato da nessuno degli evangelisti. Eโ€™ il monte della vicinanza con Dio, il luogo della rivelazione, ma anche della preghiera solitaria e notturna di Gesรน (cf. Lc 6,12). Una tradizione parla del monte Tabor (590 m.), ma ai tempi di Gesรน la cima di questo monte era occupata da una cittร  fortificata.

Lโ€™intenzione di Gesรน non รจ di manifestarsi ai discepoli, ma quella di pregare. La trasfigurazione scaturisce (come anche la teofania al Battesimo) dal rapporto intimo con il Padre.

29Mentre pregava, il suo volto cambiรฒ d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.

La preghiera precede e introduce la trasfigurazione di Gesรน. Luca evita il verbo utilizzato da Marco

metamorphousthai, che richiama troppo le metamorfosi delle divinitร  pagane o dei culti misterici.

Esprime il fatto con un giro di parole: lโ€™aspetto del suo volto diventรฒ altro. Solo Luca parla di volto e utilizza il termine sfolgorante. Bianco, sfolgorante, sono colori apocalittici, che simbolizzano la condizione celeste, riflesso dellโ€™alteritร  divina, della gloria, della vittoria. Nella comprensione dellโ€™evangelista questo splendore รจ lโ€™irradiazione della gloria propria di Gesรน. Ritroveremo questi abiti sfolgoranti indossati dai due uomini che accoglieranno le donne al sepolcro, il mattino di Pasqua (Lc 24, 4).

30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosรจ ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.

Ancora si ricorre al linguaggio apocalittico. Appaiono due uomini: รจ lโ€™apparenza visibile assunta da esseri celesti. Anche questi due uomini li ritroveremo in Lc 24,4 il mattino della risurrezione. I due uomini sono legati a un mistero di vita e di risurrezione. Non a caso la morte di Mosรจ e di Elia sono avvolte da mistero (del primo non fu mai ritrovata la tomba e il secondo fu rapito in cielo da un carro di fuoco). Perchรฉ questi due personaggi della storia di Israele? Mosรจ rappresenta la legge, Elia i profeti, i due cardini su cui si basava tutta la fede del popolo di Dio. Ancora Mosรจ e i profeti preannunciano tutta la vicenda di Gesรน, cosรฌ come il Risorto spiegherร  ai due discepoli di Emmaus (Lc 24,27).

Luca non ci dice solo che i due apparvero, ma riferisce anche il contenuto della loro conversazione: Mosรจ ed Elia parlavano dellโ€™esodo che Gesรน stava per compiere a Gerusalemme. Il termine โ€œesodoโ€, cioรจ โ€œuscita, partenzaโ€, evoca lโ€™Esodo biblico ed era anche sinonimo di morte, quindi si puรฒ intenderlo come il mistero pasquale che Gesรน sta per attraversare. Cโ€™รจ unโ€™obbedienza a un disegno divino e lโ€™imminenza del suo compimento. Il verbo โ€œcompiereโ€, legato alla cittร  santa Gerusalemme, appare il centro della storia della salvezza. Cโ€™รจ un disegno che sta per compiersi, ma che affonda le sue radici nellโ€™AT e si identifica con lโ€™esodo del popolo di Dio. La gloria di Gesรน รจ strettamente collegata alla sua passione.

32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.

Inutile dare una spiegazione naturale a questo sonno (fatica del viaggio, notte inoltrataโ€ฆ). Si tratta di un โ€œsonno teologicoโ€, lโ€™incapacitร  umana di comprendere, fatica a credere, impedimenti che solo il Risorto potrร  togliere (infatti sarร  Gesรน la sera di Pasqua a spiegare le scritture ai discepoli di Emmaus). Si svegliano e vedono la gloria di Gesรน e i suoi due compagni, ma non avendo sentito i loro discorsi non possono collegare questo fatto con la passione. Ecco perchรฉ lโ€™intervento di Pietro รจ del tutto fuori luogo.

33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesรน: ยซMaestro, รจ bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli non sapeva quello che diceva.

Pietro รจ messo in rilievo rispetto agli altri due. Mosรจ ed Elia stanno per congedarsi e Pietro vuole ritardare la separazione, eternizzare questa esperienza di gloria, questo rapporto privilegiato tra mondo celeste e terrestre, pregustazione della pienezza che si realizzerร  alla fine dei tempi.

Pietro dunque vuole prendere dimora sul monte. Perรฒ il riferimento alle capanne/tende puรฒ essere piรน profondo. Egli parla di tre capanne/tende perchรฉ nella traduzione greca dellโ€™Antico Testamento il termine tenda รจ diventato per antonomasia la Tenda dellโ€™Arca dellโ€™alleanza, che seguiva il popolo di Israele durante il suo peregrinare nel deserto. Quindi era il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Lโ€™Arca si sarebbe poi istallata nel Tempio di Gerusalemme. La tenda rimanda inoltre alla festa delle Capanne, durante la quale ogni anno i figli di Israele dimoravano per una settimana in tende appunto, per ricordare lโ€™esperienza dellโ€™Esodo (Lv 23,42). Luca sottolinea lโ€™incomprensione di Pietro.

34Mentre parlava cosรฌ, venne una nube e li coprรฌ con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura.

Ma ecco che รจ la nube a dare una risposta a Pietro. La nube ha unโ€™importante funzione teologica nellโ€™AT: รจ segno della presenza di Dio e della sua gloria. Il motivo della nube รจ frequente nel libro dellโ€™Esodo, e in particolare in due testi: Es 24,15-18, Mosรจ entra nella nube che copriva il monte ove dimorava la gloria del Signore. Es. 40,34, la nube copriva la Tenda del convegno e Mosรจ non potรฉ entrare perchรฉ la gloria del Signore riempiva la Dimora. La nube che ricopre della sua ombra indica dunque una presenza speciale di Dio, del mondo divino nel quale i presenti sono introdotti. Si tratta di unโ€™anticipazione del momento in cui tutti i popoli alla fine dei tempi saranno radunati in Dio (2Mac 2,8). Ovviamente i discepoli hanno paura, รจ il timore reverenziale dellโ€™uomo davanti a un fenomeno soprannaturale.

35E dalla nube uscรฌ una voce, che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!ยป.

La voce divina ci riporta alla teofania del Battesimo (Lc 3,22): ma ora, in forma dichiarativa, essa si rivolge non piรน a Gesรน, ma ai discepoli.

Lo chiama Figlio ed Eletto. Con la combinazione di due citazioni: Sal 2,7 e Is 42,1 sono affermati due titoli di Gesรน che Luca vede uniti e che sintetizzano due aspetti della figura di Gesรน: la sua gloria e la necessitร  di passare attraverso la sofferenza. Il Figlio รจ piรน di un titolo messianico, esprime la relazione unica che egli ha in rapporto a Dio. Lโ€™Eletto ci riporta al Servo di Jahvรจ, chiamato a soffrire per la salvezza del popolo (Is 42,1). Lโ€™affermazione si conclude con lโ€™appello ad ascoltarlo, preso da Dt 18,15 e riguardante il profeta che avrebbe sostituito Mosรจ.

La voce quindi risponde a Pietro. Non รจ il caso di rimanere sul monte, ma bisogna riconoscere la gloria di Gesรน e al tempo stesso la sua chiamata alla passione. Bisogna seguirlo, ascoltando le sue parole.

36Appena la voce cessรฒ, restรฒ Gesรน solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciรฒ che avevano visto.

La nube scompare, rimane Gesรน da solo. Questo deve bastare alla Chiesa, la sua presenza e la sua parola. I discepoli non parlarono a nessuno di quello che avevano visto. In Marco รจ Gesรน stesso che dice loro di tacere. Qui rimangono muti poichรฉ hanno assistito a un evento troppo grande, che non riescono a comprendere. Essi non ne parlarono in quei giorni, cioรจ per il tempo in cui Gesรน rimase con loro. Dopo la Risurrezione, il Risorto stesso aprirร  la loro intelligenza e comprensione.

Meditatio

  • Mi รจ mai capitato di sentirmi โ€œtrasfigurato/aโ€ da unโ€™esperienza di preghiera (personale o comunitaria) particolarmente intensa?
  • Vi sono stati dei momenti in cui ho provato gioia nellโ€™ascoltare la parola di Gesรน?
  • Mi รจ mai capitato di non capire determinate pagine del Vangelo o fatti della vita di Gesรน?

Preghiamo

(orazione colletta della II domenica di Quaresima)

O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perchรฉ possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signoreโ€ฆ

A cura delle Monache dell’Ordine dei Predicatori (domenicane) del Monastero Matris Domini