La Trasfigurazione, un brano emblematico, forse uno degli episodi più belli raccontati nei Vangeli. In questa meraviglia di sintesi è condensata la nostra essenza di cristiani. L’Antico Testamento è compiuto. Gesù, il Salvatore, il Figlio di Dio, è venuto sulla terra.
È venuto per tutti noi, ma non tutti siamo in grado di riconoscerlo, così come non tutti i discepoli salgono sul monte, ma solo Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre apostoli che accompagnano Gesù nei momenti più intimi, come la risurrezione della figlia di Giairo (Mc 5,37) e l’agonia sul Getsemani (Mt 26,37). Pochi eletti possono pregustare, almeno in parte, la gloria di Gesù nei cieli, quella che illuminerà il volto dei giusti in Paradiso.
Lo splendore di Cristo ci illumina, così come Gesù ci aveva preannunciato: «Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo» (Gv 1,47-51). Pietro, Giacomo e Giovanni sono i fortunati. Loro possono vedere il volto autentico di Cristo, così come sarà in Paradiso. È così bello questo istante che Pietro non vorrebbe più andare via. Non è però ancora il momento di riposare, ci sono molte cose da fare prima.
Così Gesù, dopo aver concesso questa anticipazione, invita i suoi discepoli a scendere dal monte. Ha mostrato loro la gloria dei cieli, per infondere la forza di superare i difficili eventi che seguiranno.
Leggendo questo brano impariamo che anche noi possiamo trovare nella preghiera non tanto un rifugio dai nostri problemi, ma un mezzo che ci permetterà di “ricaricarci”, diventando intimi di Gesù. Uno strumento che ci darà la forza di affrontare meglio le sfide che la vita ci presenta.
Gesù, concedi anche a noi di vedere la tua Gloria.
Illuminaci con la luce del tuo splendente volto.
Indicaci la strada per discendere dal monte
e affrontare meglio le nostre difficoltà quotidiane!
Lo faremo con la consapevolezza che non siamo soli,
lo faremo con la certezza che tu sei al nostro fianco,
che tu sarai con noi «ogni giorno, fino alla fine
del mondo» (Mt 28,20).