Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 17 Giugno 2018.
XI Per annum: Contempleremo la spiga matura
Abbiamo lโimpressione di assistere a un rapido declino dei valori cristiani: vediamo lโuomo che tenta di liberarsi dellโidea di Dio, colloca se stesso come punto di riferimento assoluto, come misura di ogni cosa, si costituisce arbitro del bene e del male, assolutizza le realtร di questo mondo e ritiene la fede un aspetto ormai desueto della vita. ร questo il secolarismo, fenomeno che ha radici storiche remote, ma che ha toccato il suo apogeo nel nostro tempo. Come mai?
Nella ricerca delle cause, cโรจ chi ne attribuisce la responsabilitร ai preti che, sempre piรน pavidi, evitano di richiamare quelle veritร che, in passato, quando le chiese traboccavano di fedeli, costituivano i temi ricorrenti della catechesi: il giudizio di Dio, la condanna eterna, il diavolo, i castighi.
La veritร รจ unโaltra: oggi stiamo pagando le conseguenze di una evangelizzazione e di una catechesi che โ senza voler attribuire colpe ai volenterosi predicatori e catechisti del passato โ era slegata dalla parola di Dio.
Il futuro รจ nelle nostre mani. La chiesa ha ripreso coscienza del tesoro che il Maestro le ha consegnato: la Parola, seme che attende di essere sparso nel mondo in abbondanza, perchรฉ la fede rifiorisca su basi nuove e su un fondamento sicuro.
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Chi oggi, con fatica, va spargendo nel mondo questo prezioso seme, non contemplerร la spiga matura, ma almeno lo stelo, questo sรฌ, puรฒ chiedere al Signore di poterlo scorgere.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSolo il chicco di grano che scompare nella terra produce molto fruttoโ
Prima Lettura (Ez 17,22-24)
Cosรฌ dice il Signore Dio:
โIo prenderรฒ dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami coglierรฒ un ramoscello
e lo pianterรฒ sopra un monte alto, massiccio;
23 lo pianterรฒ sul monte alto dโIsraele.
Metterร rami e farร frutti e diventerร un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile allโombra dei suoi rami riposerร .
24 Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore,
che umilio lโalbero alto e innalzo lโalbero basso;
faccio seccare lโalbero verde e germogliare lโalbero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farรฒโ.
Questa profezia รจ stata pronunciata da Ezechiele in un momento particolarmente drammatico della storia dโIsraele: Ioiachin, lโultimo rampollo della dinastia di Davide, รจ stato sconfitto, fatto prigioniero e deportato a Babilonia.
Il disastro nazionale ha fatto vacillare la fede di molti israeliti che si chiedono come ha potuto il Signore, che ha promesso a Davide una dinastia eterna, permettere che Ioiachin fosse strappato dal trono di Gerusalemme, come un albero viene sradicato dallโuragano e trascinato lontano dalle onde impetuose di un fiume. Dio รจ forse venuto meno alla fedeltร che ha giurato al suo eletto?
A questo angosciante interrogativo Ezechiele che si trova fra i deportati a Babilonia risponde con unโimmagine. La famiglia di Davide โ spiega โ รจ un cedro rigoglioso che un taglialegna barbaro e spietato, Nabucodรฒnosor, re di Babilonia ha troncato e fatto a pezzi.
Dio perรฒ non si smentisce, non rinnega mai le sue promesse. Ecco cosa farร : andrร a Babilonia e, dal cedro devastato della dinastia di Davide, coglierร lโultimo germoglio e lo trapianterร su un alto monte della terra dโIsraele (v. 22). Questo pollone fragile e quasi senza vita, si svilupperร fino a divenire un immenso cedro sotto il quale prenderanno dimora tutti gli uccelli del cielo (v. 23).
La promessa รจ, a dir poco, sbalorditiva. Con lโimmagine degli uccelli del cielo, il profeta allude, infatti, nientemeno che ai regni vassalli dellโimmenso impero assiro (Ez 31,6). Questi โ assicura โ un giorno passeranno sotto il dominio dโIsraele, gli saranno tutti sottomessi, come al tempo di Davide.
Quando proferiva questa profezia, Ezechiele sognava probabilmente una rapida restaurazione della monarchia davidica, ma gli anni passarono e le sue attese andarono deluse.
In questa situazione venne delineandosi con sempre maggior chiarezza lโattesa di un messia, di un germoglio della famiglia di Davide, destinato a realizzare pienamente le promesse fatte dal Signore al suo popolo.
Nel tempo stabilito le profezie si adempirono in Gesรน, il germoglio del grande cedro che Dio ha piantato sulla terra. ร lui lโatteso discendente di Davide. Gli uccelli che trovano ristoro allโombra dei suoi rami rappresentano tutti i popoli, prima sottomessi al potere del male che li rendeva schiavi. I rami, a loro volta, potrebbero indicare le braccia accoglienti della comunitร cristiana.
Questa lettura รจ un invito a fidarsi di Dio, sempre, ma soprattutto quando le nostre attese sembrano vane e le speranze deluse. Egli รจ colui che รจ solito โinnalzare lโalbero bassoโ ed รจ capace di far โgermogliare lโalbero seccoโ (v. 24).
Le espressioni impiegate da Ezechiele ci ricordano il canto di Maria: โHa deposto i potenti dai troni, ha innalzato gli umiliโ (Lc 1,52). Ci richiamano, soprattutto, la somma opera di Dio: la risurrezione di Cristo. Dal sepolcro dove regnava incontrastata la morte, egli ha fatto sorgere la vita. Se egli ha compiuto un simile prodigio, saprร trasformare in vittoria ogni sconfitta.
Seconda Lettura (2 Cor 5,6-10)
Fratelli, 6 siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finchรฉ abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, 7 camminiamo nella fede e non ancora in visione. 8 Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. 9 Perciรฒ ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi.
10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finchรฉ era nel corpo, sia in bene che in male.
Abbiamo giร detto nelle scorse domeniche che Paolo, ormai avanti negli anni, cominciava a sentire la stanchezza. Le sofferenze che aveva sopportato, le persecuzioni, i tradimenti degli amici, lโincomprensione di tanti fratelli di fede lo avevano segnato nel corpo e nello spirito.
Nella prima parte del brano di oggi (vv. 6-8) paragona la sua condizione a quella dellโesiliato: in questo mondo si sente straniero, vive lontano dalla sua terra, con il pensiero sempre rivolto alla patria che lo attende. Desidera stare per sempre con Dio e con Cristo e sa che, per raggiungere questa vita piena e definitiva, deve passare attraverso la morte, ma questo pensiero non lo spaventa.
Nella seconda parte (v. 9) si rende conto che il suo desiderio di lasciare questo mondo potrebbe essere inteso come una fuga dalle difficoltร , dalle sofferenze, dalle sue responsabilitร nei confronti delle comunitร cristiane nate dalla sua predicazione. Allora conclude: fintanto che il Signore mi vorrร lasciare in questo corpo, darรฒ il meglio di me stesso.
Nellโultimo versetto (v. 10) richiama, ricorrendo allโimmagine tradizionale del giudizio di Dio, il valore e lโimportanza decisiva della vita in questo mondo. La vita futura non nascerร dal nulla, germoglierร da ciรฒ che ognuno avrร seminato in questa vita. Nessuno verrร rifiutato dal Signore, ma la capacitร di accogliere il suo infinito amore sarร diversa per ognuno e dipenderร dalla migliore o peggiore โgestazioneโ vissuta in questo mondo.
Vangelo (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesรน diceva alla folla: 26 โIl regno di Dio รจ come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poichรฉ la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto รจ pronto, subito si mette mano alla falce, perchรฉ รจ venuta la mietituraโ.
30 Diceva: โA che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso รจ come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, รจ il piรน piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene piรน grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombraโ.
33 Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
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XI Per annum: Contempleremo la spiga matura
XI Per annum: Contempleremo la spiga matura
16 giugno 2018/ Nessun commento
di: Fernando Armellini
Abbiamo lโimpressione di assistere a un rapido declino dei valori cristiani: vediamo lโuomo che tenta di liberarsi dellโidea di Dio, colloca se stesso come punto di riferimento assoluto, come misura di ogni cosa, si costituisce arbitro del bene e del male, assolutizza le realtร di questo mondo e ritiene la fede un aspetto ormai desueto della vita. ร questo il secolarismo, fenomeno che ha radici storiche remote, ma che ha toccato il suo apogeo nel nostro tempo. Come mai?
Nella ricerca delle cause, cโรจ chi ne attribuisce la responsabilitร ai preti che, sempre piรน pavidi, evitano di richiamare quelle veritร che, in passato, quando le chiese traboccavano di fedeli, costituivano i temi ricorrenti della catechesi: il giudizio di Dio, la condanna eterna, il diavolo, i castighi.
La veritร รจ unโaltra: oggi stiamo pagando le conseguenze di una evangelizzazione e di una catechesi che โ senza voler attribuire colpe ai volenterosi predicatori e catechisti del passato โ era slegata dalla parola di Dio.
Il futuro รจ nelle nostre mani. La chiesa ha ripreso coscienza del tesoro che il Maestro le ha consegnato: la Parola, seme che attende di essere sparso nel mondo in abbondanza, perchรฉ la fede rifiorisca su basi nuove e su un fondamento sicuro.
Chi oggi, con fatica, va spargendo nel mondo questo prezioso seme, non contemplerร la spiga matura, ma almeno lo stelo, questo sรฌ, puรฒ chiedere al Signore di poterlo scorgere.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSolo il chicco di grano che scompare nella terra produce molto fruttoโ
Prima Lettura (Ez 17,22-24)
Cosรฌ dice il Signore Dio:
โIo prenderรฒ dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami coglierรฒ un ramoscello
e lo pianterรฒ sopra un monte alto, massiccio;
23 lo pianterรฒ sul monte alto dโIsraele.
Metterร rami e farร frutti e diventerร un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile allโombra dei suoi rami riposerร .
24 Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore,
che umilio lโalbero alto e innalzo lโalbero basso;
faccio seccare lโalbero verde e germogliare lโalbero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farรฒโ.
Questa profezia รจ stata pronunciata da Ezechiele in un momento particolarmente drammatico della storia dโIsraele: Ioiachin, lโultimo rampollo della dinastia di Davide, รจ stato sconfitto, fatto prigioniero e deportato a Babilonia.
Il disastro nazionale ha fatto vacillare la fede di molti israeliti che si chiedono come ha potuto il Signore, che ha promesso a Davide una dinastia eterna, permettere che Ioiachin fosse strappato dal trono di Gerusalemme, come un albero viene sradicato dallโuragano e trascinato lontano dalle onde impetuose di un fiume. Dio รจ forse venuto meno alla fedeltร che ha giurato al suo eletto?
A questo angosciante interrogativo Ezechiele che si trova fra i deportati a Babilonia risponde con unโimmagine. La famiglia di Davide โ spiega โ รจ un cedro rigoglioso che un taglialegna barbaro e spietato, Nabucodรฒnosor, re di Babilonia ha troncato e fatto a pezzi.
Dio perรฒ non si smentisce, non rinnega mai le sue promesse. Ecco cosa farร : andrร a Babilonia e, dal cedro devastato della dinastia di Davide, coglierร lโultimo germoglio e lo trapianterร su un alto monte della terra dโIsraele (v. 22). Questo pollone fragile e quasi senza vita, si svilupperร fino a divenire un immenso cedro sotto il quale prenderanno dimora tutti gli uccelli del cielo (v. 23).
La promessa รจ, a dir poco, sbalorditiva. Con lโimmagine degli uccelli del cielo, il profeta allude, infatti, nientemeno che ai regni vassalli dellโimmenso impero assiro (Ez 31,6). Questi โ assicura โ un giorno passeranno sotto il dominio dโIsraele, gli saranno tutti sottomessi, come al tempo di Davide.
Quando proferiva questa profezia, Ezechiele sognava probabilmente una rapida restaurazione della monarchia davidica, ma gli anni passarono e le sue attese andarono deluse.
In questa situazione venne delineandosi con sempre maggior chiarezza lโattesa di un messia, di un germoglio della famiglia di Davide, destinato a realizzare pienamente le promesse fatte dal Signore al suo popolo.
Nel tempo stabilito le profezie si adempirono in Gesรน, il germoglio del grande cedro che Dio ha piantato sulla terra. ร lui lโatteso discendente di Davide. Gli uccelli che trovano ristoro allโombra dei suoi rami rappresentano tutti i popoli, prima sottomessi al potere del male che li rendeva schiavi. I rami, a loro volta, potrebbero indicare le braccia accoglienti della comunitร cristiana.
Questa lettura รจ un invito a fidarsi di Dio, sempre, ma soprattutto quando le nostre attese sembrano vane e le speranze deluse. Egli รจ colui che รจ solito โinnalzare lโalbero bassoโ ed รจ capace di far โgermogliare lโalbero seccoโ (v. 24).
Le espressioni impiegate da Ezechiele ci ricordano il canto di Maria: โHa deposto i potenti dai troni, ha innalzato gli umiliโ (Lc 1,52). Ci richiamano, soprattutto, la somma opera di Dio: la risurrezione di Cristo. Dal sepolcro dove regnava incontrastata la morte, egli ha fatto sorgere la vita. Se egli ha compiuto un simile prodigio, saprร trasformare in vittoria ogni sconfitta.
Seconda Lettura (2 Cor 5,6-10)
Fratelli, 6 siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finchรฉ abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, 7 camminiamo nella fede e non ancora in visione. 8 Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. 9 Perciรฒ ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi.
10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finchรฉ era nel corpo, sia in bene che in male.
Abbiamo giร detto nelle scorse domeniche che Paolo, ormai avanti negli anni, cominciava a sentire la stanchezza. Le sofferenze che aveva sopportato, le persecuzioni, i tradimenti degli amici, lโincomprensione di tanti fratelli di fede lo avevano segnato nel corpo e nello spirito.
Nella prima parte del brano di oggi (vv. 6-8) paragona la sua condizione a quella dellโesiliato: in questo mondo si sente straniero, vive lontano dalla sua terra, con il pensiero sempre rivolto alla patria che lo attende. Desidera stare per sempre con Dio e con Cristo e sa che, per raggiungere questa vita piena e definitiva, deve passare attraverso la morte, ma questo pensiero non lo spaventa.
Nella seconda parte (v. 9) si rende conto che il suo desiderio di lasciare questo mondo potrebbe essere inteso come una fuga dalle difficoltร , dalle sofferenze, dalle sue responsabilitร nei confronti delle comunitร cristiane nate dalla sua predicazione. Allora conclude: fintanto che il Signore mi vorrร lasciare in questo corpo, darรฒ il meglio di me stesso.
Nellโultimo versetto (v. 10) richiama, ricorrendo allโimmagine tradizionale del giudizio di Dio, il valore e lโimportanza decisiva della vita in questo mondo. La vita futura non nascerร dal nulla, germoglierร da ciรฒ che ognuno avrร seminato in questa vita. Nessuno verrร rifiutato dal Signore, ma la capacitร di accogliere il suo infinito amore sarร diversa per ognuno e dipenderร dalla migliore o peggiore โgestazioneโ vissuta in questo mondo.
Vangelo (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesรน diceva alla folla: 26 โIl regno di Dio รจ come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poichรฉ la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto รจ pronto, subito si mette mano alla falce, perchรฉ รจ venuta la mietituraโ.
30 Diceva: โA che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso รจ come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, รจ il piรน piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene piรน grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombraโ.
33 Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Si puรฒ accelerare la crescita del regno di Dio?
A questa domanda Gesรน risponde con una breve parabola, un piccolo gioiello, conservatoci soltanto da Marco, che costituisce la prima parte del vangelo di oggi (vv. 26-29).
ร divisa in tre parti di diversa ampiezza, che corrispondono ai tre momenti in cui si svolge il lavoro agricolo: la semina (v. 26), la crescita del seme (vv. 27-28), la mietitura (v. 29).
La prima e la terza, quelle cioรจ in cui si descrive il lavoro del contadino, sono ridotte al minimo: โGetta il seme nella terraโ (v. 26) e โmette mano alla falceโ (v. 29), nullโaltro.
Molto piรน sviluppata รจ quella centrale che occupa due terzi della parabola. Il narratore vuole chiaramente richiamare tutta lโattenzione sul tempo della crescita; per questo, con una certa forzatura, non solo evita di enfatizzare lโopera del contadino, ma ignora volutamente attivitร che questi รจ solito svolgere, anche dopo la semina: protezione, ripulitura, irrigazione dei campi. A Gesรน preme mettere in risalto una sola cosa: la forza irresistibile del seme che, una volta gettato nella terra, cresce da solo.
Della prima parte della parabola (v. 26) rileviamo un dettaglio: lโevangelista non impiega il termine tecnico seminare, ma racconta di un uomo che getta il seme, rendendo quasi percettibile lโampio gesto delle braccia del contadino che sparge ovunque, con gioia e senza risparmio, i preziosi chicchi. ร cosรฌ che deve essere diffuso il messaggio evangelico, a profusione, e va lanciato nella terra, non in un campo definito e ristretto, ma ovunque, nel mondo intero. ร lโinvito a superare qualunque esclusivismo; nessun popolo puรฒ considerare riservate a sรฉ le benedizioni di Dio.
Dopo la stagione della semina viene per lโuomo il momento in cui cessa il lavoro (vv. 27-28). Giorni e notti si succedono e lโagricoltore dorme e veglia senza poter piรน intervenire nella crescita. ร inutile che si dia da fare, che si inquieti o si preoccupi, il processo in atto ormai non dipende piรน da lui; se si agita, se entra nel campo, provoca solo guai, calpesta e danneggia i teneri germogli. Non deve fare altro che attendere. Infatti, nel silenzio e in modo quasi impercettibile, ecco che inizia il prodigio: dalla terra spunta il seme.
La descrizione della crescita รจ accurata: prima compare lo stelo verde e tenero, poi la spiga e infine il chicco maturo. Uno sviluppo che lascia stupefatti e incanta, ma che non puรฒ essere forzato, richiede tempo e pazienza.
Lโassimilazione del messaggio evangelico non รจ immediata; lโopera di trasformazione interiore dellโuomo richiede giorni e anni. Tuttavia, una volta che รจ penetrata nel cuore, la parola di Cristo mette in atto un dinamismo inarrestabile, anche se lento. Chi lโha udita non rimane piรน lo stesso.
Una delle tentazioni piรน comuni agli apostoli del vangelo รจ lo scoraggiamento. Spesso si abbattono se non notano subito qualche risultato concreto della loro predicazione.
Il messaggio della parabola รจ rivolto soprattutto a loro. Se sono certi di aver annunciato il messaggio autentico di Cristo, se non lโhanno confuso con la sapienza di questo mondo, se non ne hanno svigorito la forza dirompente con lโaggiunta di un pizzico di buon senso umano, devono coltivare lโintima certezza che i frutti saranno copiosi.
La stagione e lโabbondanza del raccolto non dipende da loro, ma dal terreno, piรน o meno fecondo, in cui il seme della parola รจ caduto.
Modello di predicatore รจ Paolo che ai corinti dichiarava: โIo ho piantato, Apollo ha irrigato, ma รจ Dio che ha fatto crescereโ (1 Cor 3,6).
Il processo di maturazione va rispettato. Chi vuole accelerarlo rischia di lasciarsi prendere dalla frenesia, si convince di poter sostituire la propria azione a quella dello Spirito e, se interviene, perde facilmente il controllo e ricorre anche a metodi scorretti, fa uso della coercizione, non rispetta la libertร , mette in atto ricatti psicologici.
Coloro che, fin dai tempi di SantโAgostino, sono giunti a giustificare il ricorso alla spada per costringere alla conversione, stanno a comprovare a quali aberrazioni conduca la mancanza di rispetto dei tempi di crescita del seme.
La parabola interpella tutti, genitori, educatori, responsabili della comunitร cristiana che, pur animati dalle migliori intenzioni, si lasciano a volte prendere dallโimpazienza, dalla fretta, dallโefficientismo, ottenendo, come unico risultato, di apparire irritanti, aggressivi, intolleranti.
Gran parte delle raccomandazioni dei maestri di vita spirituale รจ costituita da pressanti inviti allโimpegno, allโattivitร instancabile, al lavoro febbrile. Il vangelo di oggi richiama un altro aspetto, altrettanto importante. Ci sono momenti in cui รจ necessario โdormireโ, cioรจ saper attendere, mantenere la calma e sedersi a contemplare stupiti il seme che germoglia e cresce da solo. I frutti andranno certo al di lร di ogni previsione. Chi non รจ convinto di questo non ha fede nella forza prodigiosa della parola di Cristo.
Anche la seconda parabola (vv. 30-32) รจ tratta dallโesperienza della vita dei campi. Il contadino vede ogni giorno piccoli semi scomparire nella terra e rinascere per divenire steli, arbusti e anche grandi alberi.
ร questo stupefacente contrasto fra la piccolezza degli inizi e la grandezza dei risultati che Gesรน intende mettere in risalto con la parabola del granello di senapa che, secondo lโopinione popolare, era il piรน piccolo di tutti i semi. La meraviglia derivava dalla constatazione che, da un chicco quasi invisibile, germogliava e cresceva, in una sola stagione, un arbusto che anche oggi lungo le rive del lago di Galilea puรฒ raggiungere i tre metri di altezza.
Con questa parabola Gesรน non intendeva far profezie sui futuri trionfi della chiesa che, sorta da alcuni poveri pescatori, sarebbe divenuta unโistituzione solida, influente, capace di incutere timore e rispetto anche ai detentori del potere politico. Lo sviluppo del regno di Dio non si valuta con le statistiche perchรฉ, come riferisce Luca, non lo si puรฒ vedere o quantificare, si trova infatti nellโintimo di ogni uomo (Lc 17,21).
Il seme del regno di Dio rimane sempre piccolo e privo della gloria di questo mondo; gli effetti che produce superano invece ogni attesa e nella parabola sono presentati attraverso immagini prese dallโAntico Testamento.
La crescita rigogliosa dellโalbero evoca lโesuberanza di vita, la pienezza del successo. Ezechiele paragona lโAssiria, giunta allโapice del potere, a un โcedro del Libano, bello di rami, folto di fronde, alto di tronco; fra le nubi era la sua cima. Aveva superato in altezza tutti gli alberi dei campiโ (Ez 31,3-5).
Lโombra che difende dai raggi ardenti del sole รจ una metafora della protezione offerta dal regno di Dio a coloro che vi entrano (Sl 91,1).
Anche lโimmagine degli uccelli che nidificano si ritrova spesso nellโAntico Testamento (Ez 31,6); raffigura coloro che, avendo accordato piena fiducia alla parola di Dio, costruiscono il loro nido nella casa del Signore (Sl 84,4), cioรจ impostano la vita in sintonia con i valori evangelici. Costoro sperimenteranno la beatitudine, la pace, la pienezza dellโamore, al riparo dellโombra offerta dallโAltissimo (Sl 91,1).
La parabola รจ un invito a considerare la realtร con gli occhi di Dio. Gli uomini danno valore a ciรฒ che รจ grande e a ciรฒ che appare, giudicano i successi e i fallimenti delle persone in base al denaro accumulato, alla posizione di potere raggiunta, ai titoli onorifici, al prestigio, alla notorietร . Gesรน ha capovolto la scala dei valori: โChiunque diverrร piccolo, sarร il piรน grande nel regno dei cieliโ (Mt 18,4).
Solo chi si sarร fatto piccolo come un granello di senapa diverrร โcome un albero piantato lungo corsi dโacqua, che darร frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno maiโ (Sl 1,3).
La parabola vuole infondere gioia e ottimismo. Un giorno appariranno a tutti le meraviglie operate da Dio attraverso chi, come suo Figlio, si sarร fatto umile e mite servo di tutti.
Di tutto il messaggio cristiano, questa รจ certo la parte piรน difficile da assimilare, perciรฒ non desta meraviglia che non tutti la possano capire. Per i piรน rimane un enigma irrisolto, non perchรฉ non ne comprendano il significato, ma perchรฉ รจ umanamente assurdo e inconcepibile che, facendosi piccoli, si appaia grandi davanti a Dio.
Il brano si chiude con una annotazione dellโevangelista: โIn privato, Gesรน spiegava ogni cosa ai suoi discepoliโ (v. 34). Sono necessari riflessione, silenzio e preghiera; bisogna dedicare tempo al dialogo con Cristo, occorre creare un clima spirituale adatto se si vuole accogliere, dallo Spirito, la luce necessaria per assimilare e tradurre in scelte di vita il messaggio di questa parabola.
[accordions]
[accordion title=โChi รจ Fernando Armelliniโ load=โhideโ]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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