Commento al Vangelo del 17 Giugno 2018 โ€“ mons. Vincenzo Paglia

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mons. Vincenzo Paglia
mons. Vincenzo Paglia

Leggendo i Vangeli, ci si rende conto immediatamente di quanto sia centrale nella predicazione di Gesรน il tema del โ€œregno di Dioโ€. Marco caratterizza in questo senso la predicazione di Gesรน fin dallโ€™inizio: โ€œIl tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete al Vangeloโ€ (1,15), annuncia il giovane profeta di Nazareth a coloro che incontra per le strade e sulle piazze della Galilea.

Non proclama semplicemente lโ€™esistenza del Regno ย– veritร  ben nota ai suoi ascoltatori ย– ma che quel regno si รจ avvicinato agli uomini. Non cโ€™รจ quindi piรน tempo da perdere: รจ necessario e urgente decidersi. Chi non si lascia coinvolgere mette in pericolo la sua stessa salvezza. Il Regno non รจ, come qualcuno potrebbe pensare, di lร  da venire, un evento futuro che non riguarda personalmente gli ascoltatori. Al contrario, รจ ormai vicino, anzi in mezzo agli uomini. Insomma, la salvezza cโ€™รจ giร  da ora. Per questo il male e il suo potere sono sconfitti alla radice.

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Il tempo del loro trionfo รจ finito e ne รจ iniziata la rovina definitiva. Questa รจ la buona notizia ย– il โ€œVangeloโ€ ย– che Gesรน รจ venuto a portare agli uomini e chiede di decidersi ad accoglierla. La decisivitร  di tale annuncio spinge Gesรน ad usare ogni mezzo, compreso il genere letterario delle parabole, perchรฉ gli ascoltatori comprendano lโ€™arrivo del Regno e la sua opera nella vita degli uomini.

Gesรน sa bene che dalla comprensione del Vangelo del Regno dipende la salvezza dei suoi ascoltatori. Non รจ una tra le tante veritร  da apprendere, รจ il cuore del messaggio. Le parabole, perciรฒ, non vogliono nascondere il mistero del regno. Al contrario, cercano di coinvolgere piรน efficacemente gli uditori nella realtร  che significano attraverso immagini evidenti. La concretezza delle immagini spinge come a toccare con mano il mistero che esse nascondono.

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Il brano evangelico riporta due parabole del Regno. La prima racconta un fatto che gli ascoltatori conoscono bene: la semina. โ€œCosรฌ รจ il regno di Dio ย– comincia a dire Gesรน ย– come un uomo che getta il seme sul terrenoโ€; terminata la seminagione, il contadino attende pazientemente e senza troppe preoccupazioni il tempo del raccolto. La terra spontaneamente (โ€œautomaticamenteโ€, dice il testo greco) porta i suoi frutti. Verrร  quindi il tempo della mietitura e allora il contadino potrร  ammassare il raccolto dei suoi campi.

Gesรน richiama lโ€™attenzione degli ascoltatori al โ€œlavoroโ€ che il seme compie, per sua energia interna, dal periodo della semina sino alla maturazione della pianta. Non cโ€™รจ dubbio che voglia portare conforto agli ascoltatori. Dobbiamo forse pensare alla comunitร  cristiana cui si rivolgeva Marco, la quale viveva momenti molto difficili di persecuzione. E senza dubbio i credenti si chiedevano dove fosse la forza del Vangelo, e perchรฉ il male e le difficoltร  sembravano vincere su tutto. Gesรน era forse morto e risorto invano? Talora anche noi, sebbene in condizioni diverse da quelle della comunitร  di Marco, pensiamo cose analoghe.

Quante volte, ad esempio, sentiamo ripetere frasi come queste: โ€œDopo tanti anni di predicazione evangelica, come mai il mondo รจ ancora cosรฌ pieno di cattiveria?โ€, oppure: โ€œDovโ€™รจ il regno di Dio e la sua forza?โ€. Ebbene ย– risponde Gesรน ย– come il seme, una volta gettato a terra, spunta e produce frutto, cosรฌ รจ per il Regno di Dio. I credenti debbono sapere che il Signore stesso รจ allโ€™opera nella nostra vita e nella storia degli uomini e in lui dobbiamo riporre tutta la nostra fiducia. Il male non prevarrร , assicura il Signore. Il Regno รจ iniziato perchรฉ il Signore ci รจ vicino. Il Regno agisce perchรฉ il Signore รจ allโ€™opera. Ovviamente Gesรน non vuole sminuire il nostro impegno, nรฉ invitare a dormire e ad adagiarsi nella convinzione che il Regno cresca e si sviluppi comunque. Il testo evangelico sottolinea unicamente che la sovranitร  di Dio sul male รจ ormai definitiva.

La parabola seguente continua a paragonare il Regno di Dio ad un piccolo seme, anzi al piรน piccolo di tutti: quello della senape. Ovviamente non รจ casuale lโ€™insistenza sulla piccolezza del seme. Non si fanno cose grandi perchรฉ si รจ potenti o perchรฉ si รจ grandi. Nel Regno di Dio avviene esattamente il contrario di quanto accade tra gli uomini. โ€œChi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tuttiโ€, dice Gesรน ai discepoli. Colui che si fa piccolo e umile produce molto frutto. Il piccolo seme di senape quando cresce diviene un arbusto alto anche tre metri e gli uccelli riescono a posarsi e talora anche a nidificare su di esso. Gesรน dice che il Regno di Dio ripercorre la stessa vicenda di questo piccolo seme. Il Regno perciรฒ non si impone per la sua potenza esteriore e per la sua grandiositร .

Al contrario segue una logica diversa da quella del mondo: sceglie la via della debolezza per affermare lโ€™energia dirompente dellโ€™amore e privilegia i piccoli, i deboli, i malati e gli esclusi per manifestare la forza straordinaria della misericordia. Dove il Regno arriva, gli affamati vengono saziati, gli afflitti consolati, i poveri accolti, i malati guariti, i soli confortati, i carcerati visitati, i nemici amati.

Il Regno รจ lร  dovโ€™รจ lโ€™amore. Questo cambia molte cose. Si potrebbe dire che non si va in Paradiso con le opere di caritร ; piuttosto si sta giร  in Paradiso quando si vive la caritร .

Lโ€™aspetto nuovo di questa predicazione evangelica consiste nello stretto rapporto che Gesรน pone tra sรฉ, la sua opera e il Regno. Gesรน รจ il Regno; egli si identifica in esso. Gesรน รจ il seme gettato nella terra degli uomini, un seme piccolo, debole, maltrattato, ingiuriato, scartato, anzi cacciato fuori. Eppure questo seme gettato a terra, una volta morto, รจ risorto e attraverso i discepoli, suo corpo mistico, ha esteso i suoi rami sino ai confini della terra. Giร  il profeta Ezechiele, mentre si trovava esule in Babilonia, aveva preannunciato che un fragile ramo, come รจ la punta del cedro, sarebbe divenuto un albero robusto e ristoratore.

โ€œUn ramoscello io prenderรฒ dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierรฒ e lo pianterรฒ sopra un monte alto, imponente lo pianterรฒ sul monte alto dโ€™Israele. Metterร  rami e farร  frutti e diventerร  un cedro magnificoโ€ (Ez 17,22-23). I discepoli, nella misura in cui si lasciano coinvolgere, anzi travolgere dal piccolo libro dei Vangeli, possono entrare a far parte del Regno di Dio e divenirne gli umili servitori.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 17 Giugno 2018 anche qui.

Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco

26Diceva: ยซCosรฌ รจ il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto รจ maturo, subito egli manda la falce, perchรฉ รจ arrivata la mietituraยป.
30Diceva: ยซA che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31รˆ come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, รจ il piรน piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa piรน grande di tutte le piante dellโ€™orto e fa rami cosรฌ grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombraยป.
33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 โ€“ 23 Giugno 2018
  • Tempo Ordinario XI
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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