Spero che chi oggi prende sul serio la propria fede โ la fede in Cristo Salvezza di Dio – quando fa il suo esame di coscienza e si relaziona con Dio Padre nella preghiera, non abbia in testa di โfare i compitiโ tipo: โfammi vedere se sono stato buono o cattivoโ. Spero non viva la sua fede solo come un dovere, come un insieme di regole e norme da seguire ma, finalmente, prenda coscienza che la fede รจ, soprattutto, un percorso vitale, e che la fede in Cristo รจ una chiamata vocazionale a vivere tale percorso che, in fondo, altro non รจ che il percorso della chiamata alla santitร , ad essere come Lui e vivere, dietro di Lui, come Lui stesso ci ha mostrato. Chi รจ chiamato a questo cammino di sequela e santitร , deve anche prendere coscienza che il vivere che si โtrascinaโ nelle logiche di questo mondo non ha niente a che vedere con la fede, anzi ne รจ profondamente nemico (Dio o mammona, Lc 16,13) come spesso ci ricordano gli evangelisti.
Il brano del Vangelo di oggi sottolinea fortemente questa linea di โdivisioneโ fra ciรฒ che รจ nel piano di Dio e ciรฒ che non lo รจ, lโevangelista Luca usa due parole importanti: Beati e Guai. Sono parole riferite relativamente ad un โvoiโ che sembra essere generico ma, in realtร , รจ un โvoiโ preciso e puntuale, come puntuali e precise sono le divisioni che questo mondo, spietatamente, fa degli uomini.
Quando Gesรน parla di questa separazione, fra chi crede e chi no, chi si salva e chi no, siamo portati a vederlo come colui che attua, ordina, questa divisione: questo รจ un errore gravissimo poichรฉ Gesรน non divide ma ci aiuta a prendere atto che, di fronte la salvezza da lui annunciata e realizzata nella sua passione, morte e Resurrezione, Lui รจ la pietra di scandalo dove tutti gli โscandaliโ di questo mondo si fermano e non possono andare oltre, come Lui รจ la salvezza e tutti coloro che gli appartengono saranno pietre, con Lui, della Salvezza nella Resurrezione. In pratica, se pensassimo piรน a Gesรน nei reali termini della Salvezza, come Lui ci invita e ci offre in continuazione, capiremo che non si tratta semplicemente di scegliere da che parte stare, come se ci fosse una linea tracciata, o quale squadra tifare, come fosse una partita di calcio, ma qualcosa di piรน importante, si tratta di essere o non essere, e non sarร Lui che sceglie (e quindi divide!) ma sceglierร lโessere a cui abbiamo deciso di far aderire il nostro essere: se il nostro il nostro essere si rende โcompatibileโ con lโessere di Dio che, ricordiamolo, รจ amore, allora saremo โbeatiโ nonostante questo mondo ci tratti da disgraziati e perdenti, come se il nostro essere si rende incompatibile con lโessere di Dio, non essere amore, non potremmo arrivare ad essere con Lui โper sempreโ perchรฉ, semplicemente, non saremo compatibili. Lโincontro con Gesรน, nellโincompatibilitร con Lui, si traduce semplicemente in un mancato riconoscimento di Gesรน stesso: Lui sarร sicuramente ad aspettarci con le braccia aperte per abbracciarci, ma la domanda รจ: vorremmo farci abbracciare da Lui?
Ma quale lโidentikit di chi abbraccerร Gesรน e con Lui la vita eterna? Qual รจ la fisionomia di questi beati? Beh, la risposta รจ tutta nelle beatitudini di oggi che, prese sul serio, non indicano una sorta di riscatto dei poveri in sรฉ ma la carta dโidentitร di coloro che guarderanno al Salvatore come unica fonte di gioia, consolazione e speranza. Sono coloro che, nonostante le vicissitudini avverse e lโodio del mondo, affideranno il proprio essere allโamore di Dio che provvede e provvederร a loro, facendo cosรฌ lโesperienza di quellโamore che mai li abbandonerร . E quale lโidentikit di colui che si ritroverร nei โguaiโ? Al contrario di chi ha โspazioโ nella propria vita per ospitare Dio stesso ed il Suo amore, coloro che si riempiono di ogni soddisfazione senza amore, nellโegoismo e delle glorie di questo mondo, non potranno nรฉ fare esperienza dellโamore di Dio nรฉ โallenareโ il proprio amore ad essere lโunica realtร per la vita eterna.
Possiamo capire che la questione non รจ essere ricchi od essere poveri in sรฉ, nelle sostanze, ma lasciare abbastanza spazio nella propria vita per incontrare Dio e per accogliere il Suo amore, e poi crescere in esso affinchรฉ diventi questo diventi essenza del proprio essere โ diventare โdiviniโ nella via della Santitร รจ in fondo solo questo! โ lโunica realtร di riferimento per questa vita e, soprattutto, per la vita eterna, la Resurrezione.
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Il rovesciamento di prospettiva di ciรฒ che viviamo in questo mondo, su chi รจ beato e chi no secondo Gesรน, รจ comprensibile solo nellโottica dellโamore e del progetto di salvezza che Dio ha per noi. Se alla sequela di Gesรน, come lo erano le folle ed i discepoli di cui ci parla il primo versetto del Vangelo di oggi, capiamo che le parole di amore e di speranza che Lui ci dona sono lโunica realtร possibile, non faremo fatica a credere di essere beati (fortunati) anche nel pieno dei bisogni e nei dolori che questo mondo ci impone. Fortunati perchรฉ amati e graziati da Dio, proprio da colui che per farci capire il primato dellโAmore e di come stanno veramente le cose, sceglierร , liberamente, la via della croce, la via piรน infame tutte!
Rimane, perรฒ, un grosso dilemma, come possiamo parlare noi oggi delle beatitudini e dellโamore di Dio che predilige e salva chi gli fa spazio perchรฉ povero, affamato, insultato, perseguitato? Semplice, continuiamo a percorrere la strada dietro Gesรน, alleniamoci a crescere nellโamore che ci รจ stato dato e che abbiamo riconosciuto come realtร del nostro essere, e lโamore, si sa, cresce, aumenta e si perfeziona solo quando se ne dร , e piรน se ne dร piรน esso cresce, aumenta e diventa perfetto in noi ed in chi ne riceve da noi. Attraverso il nostro amore si puรฒ far fare lโesperienza dellโamore di Dio. Su questa strada possiamo capire anche che i poveri, gli affamati, i bisognosi, i perseguitati nascondono in sรฉ Gesรน perchรฉ รจ Gesรน stesso che, attraverso loro, ci dร lโoccasione di capire lโamore, di avanzare nellโamore, di far si che lโamore diventi giร qui, in questo mondo, la realtร totalizzante. Piรน amo, piรน ho โcaritร โ per chi ne ha bisogno piรน ne riceverรฒ anche io e crescerร come mio โioโ.
Riconosciamolo, anche noi battezzati siamo troppo impegnati a risolvere i problemi di questo mondo che rischiamo di guardare il mondo come il mondo guarda se stesso e non come lo guarda Dio: ci siamo troppo abituati a dare una misura allโamore, e a conservarcelo per le โoccasioni giusteโ, che rischiamo di riempircene senza lasciare spazi allโamore di Dio, lโamore vero. Se proviamo a rovesciare la prospettiva secondo la prospettiva di Dio padre, forse ci accorgeremo che proprio quelli che oggi sono disgraziati per il mondo, ma beati per Gesรน, ci vengono incontro per darci unโoccasione, per darci una possibilitร di uscire fuori dai โguaiโ, perchรฉ quelli che sono โguaiโ per Dio sono beatitudini per il mondo e viceversa, ma lโunica realtร che vincerร questo mondo, questo stato di cose, รจ lโeternitร dellโamore, nella quale entreranno solo coloro che si saranno allenati e si rendono โcompatibiliโ con esso.
Parrocchia San Michele Arcangelo