Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 17 dicembre 2017.
La gioia di chi attende lโaurora
La lingua ebraica รจ piuttosto povera di sinonimi, eppure, per esprimere la gioia, nella Bibbia sono impiegati ben ventisette vocaboli. Nelle sacre Scritture ci sono le grida disperate di chi non trova risposta al mistero del dolore, ma piรน spesso risuonano i โcanti di gioia di una moltitudine in festaโ (Sl 43,5) e gli inni di riconoscenza a Dio: โGioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore che mi ha beneficatoโ (Sl 13,6).
Nei vangeli cโimbattiamo in persone dal volto triste: il giovane ricco che non ha il coraggio di staccare il cuore dai beni (Mt 19,22), i due discepoli in cammino verso Emmaus (Lc 24,17). In certi momenti si rabbuia anche il volto di Gesรน (Mc 3,5; Mt 26,38). Ma un clima di gioia pervade tutte le pagine evangeliche, dalla promessa di un figlio a Zaccaria โAvrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascitaโ (Lc 1,14), alla โgrande gioiaโ annunciata ai pastori (Lc 2,10-11), alla gioia di Zaccheo che accoglie il Signore nella sua casa (Lc 19,6), fino alla gioia incontenibile dei discepoli nel giorno di pasqua (Gv 20,20).
Cโรจ perรฒ un personaggio che ci riesce difficile immaginare col volto ilare: รจ Giovanni, figlio di Zaccaria, il predicatore incaricato di prepararci allโavvento del Signore. Viveva nel deserto e, quando usciva, pare lo facesse solo per incutere paura, minacciando fuoco dal cielo, scure alla radice degli alberi, tremendi castighi (Mt 3,7-12). Eppure anchโegli, una volta, si รจ rallegrato. Quando riconobbe la voce dello sposo che stava per arrivare esclamรฒ: โLโamico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia รจ giunta al colmoโ (Gv 3,29).
La venuta di Gesรน รจ sempre accompagnata dalla gioia e nessun volto โ nemmeno quello del Battista โ puรฒ rimanere triste.
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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โRallegriamoci ed esultiamo, perchรฉ sono giunte le nozze dellโAgnelloโ
[…il commento continua qui sotto ]
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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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Approfondiamo le Scritture
Prima Lettura (Is 61:1-2a.10-11)
1 Lo spirito del Signore Dio รจ su di me
perchรฉ il Signore mi ha consacrato con lโunzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertร degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
2 a promulgare lโanno di misericordia del Signore.
10 Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perchรฉ mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli.
11 Poichรฉ come la terra produce la vegetazione
e come un giardino fa germogliare i semi,
cosรฌ il Signore Dio farร germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutti i popoli.
Nella prima lettura della scorsa domenica abbiamo ascoltato lโinvito accorato del profeta anonimo che, a Babilonia, invitava gli esuli a preparare la via al Signore che stava per venire a liberarli, a ricondurli nella terra dei loro paยญdri. Prometteva prodigi: fiumi dโacqua fresca sgorgati nel deserto, grida di gioia e canti di festa avrebbero accompagnato il ritorno a Gerusalemme.
Passarono pochi anni e gli eventi politici gli diedero ragione: nel 538 a.C. Ciro entrรฒ trionfante in Babilonia ed emanรฒ lโeditto di libertร per tutti i deportati (Esd 6,3-5).
Fiยญduciosi nelle parole del profeta, un gruppo di israeliti, lโanno seguente, intraprese la via del ritorno. Fu un viaggio difficoltoso, pieno di asprezze e pericoli, che si concluse con la piรน sgradita delle sorprese: lโaccoglienza fredda, anzi, ostile, da parte degli israeliti rimasti in patria.
Sorretti dalยญlโentusiasmo e dalla speranza, i rimpatriati riuscirono comunque a superare le prime diffiยญcoltร , ma poi le deluยญsioni si susseguirono a ritmo incalzante, sempre piรน amare: la cittร era indifesa e senza mura, le case cadenti, i terreni dei loro padri tutti occupati; ci furono anche alcuni anni di siccitร che ridussero allโindigenza numerose famiglie. I nuovi arrivati finirono per caricarsi di debiti e divennero schiavi di proprietari terrieri senza scrupoli e approfittatori. Erano dunque ingannevoli le promesse udite a Babilonia?
In questa situazione difficile ecco sorgere un altro profeta. La letยญtura di oggi riporta le parole con cui si presenta a questi israeliti scoraggiati e affranti. Sono stato inviato โ dichiara โ per infondere coraggio e speranza in chi รจ deluso, per curare chi ha il cuore spezzato, per portare una lieta notizia a coloro che soffrono, per annunciare la libertร agli schiavi e promulgare, da parte del Signore, un anno di grazia (vv. 1-2).
Non ha armi, non denaro, non potere politico per imporsi; possiede solo la parola, รจ latore di una promessa, sicura, perchรฉ formulata da Dio: รจ giunto lโanno giubilare, quello in cui โognuno tornerร in possesso della sua proprietร โ (Lv 25,10). Nessuno deve piรน rassegnarsi a vivere nella miseria e nella schiavitรน, per i poveri รจ il momento di alzare il capo e di recuperare la propria dignitร .
Si realizzarono queste promesse? Ci fu, sรฌ, qualche leggero miglioramento, ma le ingiustizie, la corruzione, le angherie andarono avanti come prima.
Difficile continuare a credere e a sperare di fronte a delusioni cosรฌ cocenti. Cโerano tutte le ragioni per abbandonare la fede, invece il popolo non si perse dโanimo, convinto che non sarebbe stato tradito dal suo Signore e che, anche se non immediatamente, certo la parola di Dio si sarebbe poi adempiuta.
Nella sinagoga di Nazaret, allโinizio della sua vita pubblica, dopo aver letto le promesse consoยญlanti di questo profeta, Gesรน proclamรฒ solennemente: โOggi si รจ comยญpiuta la parola della Scrittura che avete appena uditoโ (Lc 4,21). Era lโannuncio che era giunto il giorno atteso da secoli, quello che segnava la fine di ogni schiaยญvitรน, miseria e dolore.
Eppure, neanche con Cristo si รจ adempiuta pienamente la profezia, come non si era realizzata, cinquecento anni prima, al tempo del ritorno dallโesilio.
Chi non entra nellโottica dei profeti รจ indotto a pensare che essi scambino i miraggi con la realtร e prendano per certezze quelle che sono solo velleitร o speranze. Non รจ cosรฌ. I profeti erano dotati di uno sguardo nuovo, vedevano il mondo in modo diverso e sapevano scorgere, giร nello spuntare dellโaurora, lo splendore del giorno pieno. Come i profeti, anche Gesรน guardava lontano e contemplava il mondo nuovo, giร pienamente realizzato, dove โnon ci sarร piรน nรฉ lutto nรฉ lamentoโ (Ap 21,4).
Solo chi ha occhi come i suoi non si scoraggia di fronte alla realtร , a volte assurda e crudele, crede nella realizzazione delle promesse di Dio e offre il suo contributo affinchรฉ il seme del regno dei cieli, posto nella terra da Cristo, si sviluppi e giunga presto a maturazione.
Nella seconda parte della lettura (vv. 10-11) il profeta intona un canto di lode: โIo gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esultaโ. Sono le parole che troviamo anche sulla bocca di Maria (Lc 1,46).
Come mai questi israeliti che si trovano in mezzo ad afflizioni, sono colpiti da sventure, si muovono in mezzo a tante difficoltร , innalzano a Dio un inno di lode? Perchรฉ possiedono lo sguardo del credente. Sono cosรฌ certi della fedeltร del loro Dio, sono cosรฌ sicuri che egli libererร i poveri, consolerร gli afflitti, medicherร i cuori affranti, che vedono giร realizzate le sue promesse.
Il profeta prende la parola a nome di Gerusalemme e pone sulla bocca della cittร , ancora in rovina, il canto di gioia della sposa. Deposto lโabbigliamento triste della vedova, essa รจ rivestita dal Signore con un abito dalle stoffe pregiate: le โvesti di salvezzaโ coprono le ferite della violenza, โil manto della giustiziaโ ha preso il posto degli stracci logori dei soprusi e delle vessazioni, โi gioielliโ hanno sostituito le catene della schiavitรน.
Non รจ ancora accaduto nulla, eppure lo sguardo del profeta spazia lontano, oltre gli orizzonti angusti delle meschinitร umane. Invita a coltivare, anche nelle situazioni piรน drammatiche, lโottimismo e la speranza, fondati sulla certezza che Dio porterร a compimento il suo progetto sul mondo.
Lโimmagine del seme che spunta e cresce fino a divenire un grande albero chiude la visione: tutti i popoli contempleranno Gerusalemme, divenuta un giardino in cui germoglia e da cui si diffonde la giustizia (v. 11).
Seconda lettura (1 Ts 5,16-24)
Fratelli 16 State sempre lieti, 17 pregate incessantemente, 18 in ogni cosa rendete grazie; questa รจ infatti la volontร di Dio in Cristo Gesรน verso di voi.
19 Non spegnete lo Spirito, 20 non disprezzate le profezie; 21 esaminate ogni cosa, tenete ciรฒ che รจ buono. 22 Astenetevi da ogni specie di male.
23 Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che รจ vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesรน Cristo. 24 Colui che vi chiama รจ fedele e farร tutto questo!
Siamo alla fine della Lettera ai tessalonicesi e Paolo, prima dei saluti, introduce alcune esortazioni conclusive riguardanti la vita comunitaria.
Raccomanda: โSiate sempre lieti!โ (v. 16). La gioia รจ uno dei segni caratteristici della presenza dello Spirito di Dio nel cuore dellโuomo (Gal 5,22).
ร facile confonderla con il piacere, il piacere dellโalcool, della droga, della vita immorale. Paolo indica ai tessalonicesi la sorgente della vera gioia. Essa nasce dalla preghiera: โPregate incessantemente, rendete grazieโ (v. 17-18).
La gioia รจ il frutto dellโapertura del cuore agli impulsi dello Spirito che arricchisce dei suoi doni la comunitร ed รจ accordata da Dio a chi conduce una vita irreprensibile (vv. 19-22).
Una comunitร che tiene presente queste esortazioni dellโApostolo diviene โsantaโ (vv. 23-24), cioรจ completamente diffeยญrenยญte da altri gruppi, associazioni e sette. Questa santificazione รจ opera di Dio.
Vangelo (Gv 1,6-8.19-28)
6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,
perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui.
8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
19 E questa รจ la testimonianza di Giovanni, quando i giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: โChi sei tu?โ. 20 Egli confessรฒ e non negรฒ, e confessรฒ: โIo non sono il Cristoโ. 21 Allora gli chiesero: โChe cosa dunque? Sei Elia?โ. Rispose: โNon lo sonoโ. โSei tu il profeta?โ. Rispose: โNoโ. 22 Gli dissero dunque: โChi sei? Perchรฉ possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?โ. 23 Rispose:
โIo sono voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaiaโ.
24 Essi erano stati mandati da parte dei farisei. 25 Lo interrogarono e gli dissero: โPerchรฉ dunque battezzi se tu non sei il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il profeta?โ. 26 Giovanni rispose loro: โIo battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27 uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandaloโ.
28 Questo avvenne in Betร nia, al di lร del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
โDolce รจ la luce e agli occhi piace vedere il soleโ (Qo 11,7). Alla luce sono associate risonanze positive ed emozioni piacevoli; โvenire alla luceโ รจ sinonimo di nascere (Gb 3,16), โvedere la luceโ equivale a โessere vivoโ (Gb 3,20).
Questo simbolismo, presente in tutta la Bibbia, รจ ripreso, nel Nuovo Testamento, soprattutto dallโevangelista Giovanni. Fin dal prologo egli presenta la venuta di Cristo nel mondo come lโapparire della luce: โIn lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lโhanno accoltaโ (Gv 1,4-5).
Anche la figura del Battista รจ introdotta con la stessa immagine. Nella prima parte del brano di oggi (vv. 6-8) egli รจ identificato come lโuomo mandato da Dio per rendere testimonianza alla luce. Ha una missione cosรฌ importante che, in soli due versetti, รจ richiamata per ben tre volte.
Alla fine del I secolo d.C., quando Giovanni scrive il suo vangelo, erano ancora molti coloro che si professavano discepoli del Battista e si rifacevano a lui come al sommo modello di vita, addirittura in opposizione a Gesรน. ร per questo che allโevangelista preme mettere in chiaro la posizione del precursore rispetto a Cristo. Non era il Battista la luce del mondo, egli fu solo il primo che riconobbe โla luce vera, quella che illumina ogni uomoโ (Gv 1,9). Non si lasciรฒ ingannare dalle lusinghe di chi, stupito dai suoi insegnamenti e ammirato per la sua rettitudine, era convinto che fosse lui il messia. Rimase al suo posto, si mantenne fedele alla sua missione.
Durante lโAvvento ci viene proposta la sua testimonianza. Come ha fatto con i suoi contemporanei, egli addita oggi ad ogni uomo la luce del mondo, Cristo: chi segue lui non cammina nelle tenebre, ma avrร la vita (Gv 8,12). ร opportuno questo suo richiamo perchรฉ gli sfavillii delle proposte di vita ingannevole sono innumerevoli e seducenti, ma sono bagliori che presto si affievoliscono e si rivelano lucignoli di morte. Solo la luce di Cristo indica i valori autentici, quelli su cui non ci si rammaricherร mai di avere puntato la vita.
Nella seconda parte del brano (vv. 19-23) viene introdotta una commissione, composta da sacerdoti e leviti, inviata dallโautoritร religiosa per avere spiegazioni dal Battista riguardo alla sua identitร e al suo comportamento. A Gerusalemme si cominciava ad essere preoccupati per il suo crescente prestigio, per le emozioni che suscitava e le speranze che risvegliava con la sua predicazione. Per tre volte le guide spirituali del popolo gli rivolgono ansiose la stessa domanda: โChi sei?โ. Sul suo conto si stanno diffondendo molte voci: cโรจ chi lo considera il messia, chi lo ritiene โil profetaโ che, secondo la promessa di Mosรจ, Dio avrebbe suscitato per guiยญdare Israele (Dt 18,1-5), cโรจ anche chi sostiene che egli sia Elia redivivo.
Il Battista รจ leale, non accetta identificazioni, onori, titoli che non gli spettano; dichiara di non essere nรฉ il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il grande profeta, si definisce semplicemente voce che grida nel deserto: preparate la via del Signore.
Difficile immaginare qualcosa di piรน labile e caduco della voce che, non appena ha comunicato il messaggio, si dissolve senza lasciare traccia. Il Battista non vuole che gli occhi siano puntati su di lui, ma su Cristo: โEgli deve crescere, io invece diminuireโ โ dirร in seguito (Gv 3,30). Svolta la sua missione, รจ lieto di farsi da parte, fa in modo che non nascano equivoci, rifugge da ogni forma di โculto della personalitร โ.
Per riconoscere Cristo-luce รจ necessaria la testimonianza di qualcuno che, come il Battista, sia riuscito a scoprirne lโidentitร . La fede non nasce da ragionamenti o da pseudorivelazioni, ma dallโascolto: โCome potranno credere โ si chiede Paolo โ senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? La fede dipende dunque dalla predicazioneโ (Rm 10,14-17).
Anche il Battista ha compiuto un cammino di fede. Riconosce di essere arrivato progressivamente alla scoperta di Cristo: โIo non lo conoscevoโ, ma dopo averlo visto cominciai a rendergli testimonianza e a indicarlo come il figlio di Dio (Gv 1,29-34).
Questo cammino spirituale si ripete nella vita di ogni credente: si comincia dalla scoperta della vera identitร di Cristo, poi si giunge alla convinzione che merita piena fiducia e infine si diviene testimoni della propria fede, come affermava Paolo: โHo creduto, perciรฒ ho parlato, anche noi crediamo e perciรฒ parliamoโ (2 Cor 4,13).
Nella terza parte (vv. 26-28) cโรจ anzitutto il richiamo del Battista: โIn mezzo a voi sta uno che voi non conosceteโ. Questo disconoscimento appare inspiegabile.
Da secoli Israele attendeva il messia, eppure quando lo vide arrivare non lo riconobbe. Un velo impediva agli occhi di questo popolo di cogliere la vera identitร di Gesรน di Nazaret. Una fitta nebbia, costituita dalle convinzioni religiose inculcate dalle guide spirituali, offuscava le menti e appesantiva i cuori. Israele era persuaso di costituire una comunitร santa, viveva separato e disprezzava gli altri popoli, considerava lโelezione un privilegio, non una vocazione al servizio, attendeva un messia che si sarebbe schierato al suo fianco, non per portare la salvezza ai pagani, ma per annientarli.
Il Battista รจ riuscito ad aprire gli occhi ad alcuni suoi contemporanei e, in questo tempo di Avvento, rivolge ad ognuno di noi lโinvito a riconoscere in Gesรน lโunica luce e ad evitare โla via degli empi, che รจ nebbia fittaโ (Pr 6,23).
Lโultima affermazione del precursore: โViene uno, dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandaloโ (v. 27) รจ comunemente intesa come una dichiarazione di umiltร . Si tratta invece di unโimmagine, un poโ enigmatica per noi, ma chiara per gli interlocutori del Battista che conoscevano la legge e le tradizioni. Togliere il sandalo era un gesto contemplato dalla legislazione matrimoniale dโIsraele: significava appropriarsi del diritto di sposare una donna che spettava ad un altro (Dt 25,5-10; Rt 4,7).
Dichiarando di non poter sciogliere il legaccio dei sandali, il Battista afferma di non avere alcun diritto di sottrarre la sposa a Cristo. ร lui il messia, รจ lui il Dio-con-noi venuto per celebrare le nozze con lโumanitร . In seguito il precursore si esprimerร con chiarezza, senza piรน ricorrere a metafore: โNon sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa รจ lo sposo; ma lโamico dello sposo, che รจ presente e lโascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia รจ compiutaโ (Gv 3,28-29).
LโAvvento รจ il tempo in cui la sposa (lโumanitร , la chiesa) si prepara ad accogliere lo sposo e il Battista รจ lโamico dello sposo, incaricato di favorire questo incontro dโamore.
Per molti israeliti Gesรน รจ stato un personaggio insignificante, รจ passato senza che si rendessero conto che egli era venuto per portare loro la gioia, per dare inizio alla festa. Il pericolo di accorgersi in ritardo della sua presenza incombe anche oggi.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 17 dicembre 2017 anche qui.
III Domenica di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Is 61, 1-2. 10-11;
- Sal. Lc 1, 46-50.53-5;
- 1 Ts 5, 16-24;
- Gv 1, 6-8. 19-28
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Gv 1, 6-8. 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni
6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
19Questa รจ la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: ยซTu, chi sei?ยป. 20Egli confessรฒ e non negรฒ. Confessรฒ: ยซIo non sono il Cristoยป. 21Allora gli chiesero: ยซChi sei, dunque? Sei tu Elia?ยป. ยซNon lo sonoยป, disse. ยซSei tu il profeta?ยป. ยซNoยป, rispose. 22Gli dissero allora: ยซChi sei? Perchรฉ possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?ยป. 23Rispose: ยซIo sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaiaยป. 24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: ยซPerchรฉ dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il profeta?ยป. 26Giovanni rispose loro: ยซIo battezzo nellโacqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป. 28Questo avvenne in Betร nia, al di lร del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Dicembre 2017
- Tempo di Avventoย III
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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