Commento al Vangelo del 16 marzo 2014 – Paolo Curtaz

Seconda domenica di Quaresima
Gn 12,1-4/ 2Tm 1,8-10/ Mt 17,1-9

Una sola settimana

Di quanta bellezza abbiamo bisogno per sopravvivere a questa fine di civiltà?

Di quanta bellezza per lottare contro la tentazione della disperazione, della rassegnazione, al prevalere del timore?

Di quanta bellezza per credere ancora che l’uomo sia il capolavoro immaginato da Dio?

Seguendo Gesù nel deserto, in questo cammino di quaresima, vogliamo risorgere nell’anima. Per farlo siamo chiamati a lottare e superare le tentazioni che continuamente ci mettono alla prova.

La tentazione di vivere solo di pane, tutti concentrati alla sopravvivenza e orientati alla bramosia; la tentazione di cercare Dio nei miracoli e nei segni eclatanti; la tentazione di usare gli altri.

Come Gesù, brandendo come arma la Parola di Dio, ci consegniamo al Padre per capire che uomini e donne diventare.

Come nuovi Adamo ed Eva, vogliamo configurarci a Cristo, prendere lui come modello.

Per farlo dobbiamo avere il coraggio di lasciare la pianura della mediocrità e salire sul Tabor.

Splendore

Gesù sale sul Tabor per pregare, insieme ad alcuni fra i suoi discepoli.

E lì, per la prima volta, lo vedono in maniera diversa. Vedono oltre le apparenze.

Vedono nel Maestro lo splendore del Padre.

Ne hanno bisogno, nel loro percorso di vita interiore, per capire con chi hanno veramente a che fare. Ne hanno bisogno per ascoltare ciò che ha da dire. Ne hanno bisogno per capire che Gesù e il Padre hanno un rapporto unico, speciale, straordinario. Ne hanno bisogno, anche se ancora non lo sanno, per salire su altro promontorio, fuori dalla città, il Golgota.

La nostra vita di fede è faticosa e claudicante finché non sale sul Tabor.

Possiamo sforzarci ed eroicamente imporci mille mortificazione ma se non intravvediamo, almeno una volta nella vita, la bellezza di Dio, non avremo in noi stessi la motivazione per credere.

Io credo perché ho scoperto che Dio è bellissimo.

E non ho mai trovato nulla di più bello di lui.

E, in Lui, riconosco la bellezza che mi avvolge. Nelle persone, nelle situazioni, nella natura debordante in mazzo a cui ho avuto la fortuna di vivere.

E ciò che è bello è anche vero e buono, in una sorta di circolo virtuoso che fa cogliere ciò che abitualmente ci sfugge. Appunto come i discepoli, abituati nel vedere il Nazareno, stupiti nel riconoscere in lui altro.

È il nostro sguardo che cambia le situazioni in cui ci troviamo a vivere.

Raptim

Sul Tabor Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo.

La bellezza di Dio li travolge, per un attimo.

Tutti siamo chiamati a sperimentare la bellezza di Dio, anche solo per una volta nella vita.

Raptim, direbbe sant’Agostino, fugacemente.

Per farlo dobbiamo ritagliarci degli spazi di silenzio, dedicarci del tempo, metterci in sintonia con la natura.

Forse ci è capitato di essere invasi dalla bellezza: durante una preghiera comunitaria, o di fronte allo spettacolo di un tramonto o il sorriso di un neonato. Attimi in cui tutto ci è chiaro, evidente, trasparente.

L’uomo è fatto per la bellezza e della bellezza si nutre ma, drammaticamente, può usare della propria libertà per sfigurare e stravolgere questa bellezza.

Quaresima è il tempo del combattimento, dell’allenamento, del tornare a vedere.

Per farlo, come suggerisce il Padre, dobbiamo ascoltare.

Ascoltare il Figlio, ascoltare la Parola, ascoltare noi stessi, ascoltare ciò che di bello ha da dire l’uomo, ogni uomo.

La bellezza è esperienza che scaturisce dall’ascolto.

E la Quaresima è, appunto, il tempo dell’ascolto.

Ho passato la metà della mia vita, e molte vicende avventurose.

Se sono cristiano, se ancora cerco, dopo avere trovato, è solo perché Dio è bellissimo.

Impegni

Pensate che rivoluzione sarebbe se anche solo noi, quelli che meditano la Parola, che la prendono sul serio, vivessimo questa settimana orientati alla bellezza e al bene, al vero e al santo. Una settimana in cui riconoscere ovunque le tracce imperscrutabili di Dio, luminosissima tenebra, nube che tutto avvolge.

E vedere in noi, nelle persone che incontreremo, nelle cose che faremo il lato luminoso.

Se imparassimo ad ascoltare Dio che ci chiama attraverso le cose.

Una sola settimana in cui fare del Tabor la nostra condizione di vita.

Buon cammino, seguaci del Dio bellissimo!

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