XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
In questo vangelo troviamo alcuni dettagli che lo rendono particolarmente ricco. La parabola racconta che Gesù esce di casa per seminare la Parola del Regno. La Parola è questo seme, Cristo è il Seminatore che è la Parola che è uscita dalla bocca di Dio, ma non solo, è Dio che per mezzo di questa Parola è uscito da se stesso ed è venuto nel mondo, per dare la vita al mondo. La Parola stessa di questa parabola, cioè Cristo che la racconta, ne è al tempo stesso il significato.
Sui terreni si può discutere molto, ma quasi tutta la tradizione e pure l’esegesi moderna concorda che possono significare sì la diversità dell’ascoltatore, ma anche che si trovano in ogni ascoltatore. E non è tanto importante quello, quanto l’immagine del Seminatore che è molto generoso e molto abbondante e non tiene cura di dove cade il seme perché non dipende da questo che il seme produca frutto (cfr. Mc 4, 26-28; Mt 13, 24-30.). Non si parla infatti di terreno buono ma si usa il termine kalos, cioè terreno bello, ovvero il terreno che è accogliente. Questo è il terreno che saprà fare molto frutto, in modo imparagonabile alla semina. Sarà il terreno bello a supplire i terreni che non produrranno.
La strada è un terreno buono, la strada si fa sempre su un terreno buono, perché era più facile farla in quel tempo. Ed è chiaro che con il tempo si è battuta ed è diventata dura. Così come la roccia. Così come le persone. Ci sono dentro di noi le zone che si sono indurite, dove noi facciamo come tutti gli altri e questo diventa l’impedimento all’accoglienza del seme, della Parola. Questo alla fine farà morire il seme, perché verranno gli uccelli a strapparlo.
È curiosa la citazione di Isaia che noi ora leggiamo nell’originale ebraico ma che Matteo cita dalla Settanta dicendo praticamente: Ascolterete con l’ascolto e non comprenderete e vedendo vedrete ma non conoscerete. La visione è la conoscenza. Si è indurito il cuore di questo popolo di modo che non vedano con gli occhi e non ascoltino con gli orecchi, e non comprendono con il cuore e non si convertano. E Cristo non li può guarire. È totalmente diverso, perché nell’originale ebraico sembra che Dio ha compiuto tutto questo, invece in Matteo si vede che è proprio la durezza del cuore del popolo a impedire la conversione e la conversione è la condizione della guarigione. Se tu non aderisci non guarisci.
Cristo parla in parabole perché le parabole prendono le cose della vita e fanno vedere dentro la presenza del Signore. Solo lui può farlo perché è divino umano. Perché è dentro la vita divina e dentro la vita dell’uomo, e perciò può prendere le immagini di qualsiasi momento della giornata, di qualsiasi luogo dell’umanità facendo vedere dentro la vita di Dio. Perciò Cristo non insegna il Regno dei cieli, Cristo fa vedere la presenza del Regno dei cieli in mezzo a noi. Non si tratta di conoscenza e osservanza, ma di contemplazione che è quell’atteggiamento che permette l’accoglienza e l’accoglienza è la conversione; e se non c’è la conversione non succederà nulla. Per comprendere la Parola bisogna stare con la Parola, ascoltarla sempre e mettere tutto insieme, poi si spiega, poi si capisce.
E questo è il terreno bello, che è la Madre di Dio, l’unico vero terreno bello nella Bibbia (s. Efrem il Siro). Lei ascoltava e confrontava, metteva insieme tutto ciò che sentiva e viveva, perché gli episodi della vita, che sono parabole, possono far scoprire la presenza del Regno di Dio in mezzo a noi.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 55, 10-11; Sal.64; Rm 8, 18-23; Mt 13, 1-23
Mt 13, 1-23
Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 16 – 22 Luglio 2017
- Tempo Ordinario XV, Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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