Nel corso della liberazione di Israele dalla schiavitรน in Egitto, il libro dellโEsodo narra come alla montagna del Sinai (Es 19,1โ40,38) avvenga il dono della Legge e la stipulazione dellโalleanza (19,1โ24,11) e il dono della Dimora (24,12โ40,38). Mosรจ sale sul monte (24,12-18) e, dopo gli ordini di YHWH (25,1โ31,18), viene registrato il mistero della misericordia divina (32,1โ34,35) e la costruzione della Dimora (35,1โ40,38).
Es 32,1-35 narra della costruzione del vitello dโoro e delle sue gravi conseguenze: Il peccato del vitello dโoro (vv. 1-6); Denuncia di YHWH e intercessione di Mosรจ (vv. 7-14); Giudizio e distruzione del vitello dโoro (vv. 15-20); Giudizio e punizione dei colpevoli (vv. 26-29); Denuncia di Mosรจ e nuova intercessione (vv. 30-34); Giudizio finale (v. 35).
Il vitello dโoro
Dopo varie settimane di assenza di Mosรจ, il popolo di Israele si lamenta di questo fatto con Aronne, prendendo le distanze dal loro liberatore (ยซquel Mosรจ, lโuomo che ci ha fatto salire dal paese dโEgittoโฆยป). Il loro comando รจ preciso: ยซAlzati, faโ per noi un dio che cammini davanti a noiยป. Fare un dio? Si puรฒ โfareโ un idolo, ma non โDioโ. Non si possono confondere le cose, anche se il nome รจ uguale (โฤlลhรฎm).
Un dio non lo si puรฒ creare, lo si puรฒ solo accogliere nella sua esistenza eterna, azione provvidente, amore costante e preveniente. Non si puรฒ fare un dio che cammini, perchรฉ chi viene portato su una portantina รจ solo un idolo che va dove lo si vuol far andare, ma che non puรฒ โcamminareโ autonomamente.
Facci un dio/idolo perchรฉ lo possiamo vedere, venerare, toccare, manipolare, controllare. Questo รจ il desiderio inconscio nella richiesta degli israeliti. Questo รจ il suo peccato originale: non affidarsi alla fede nellโInvisibile, ma vedere e controllare lโopera delle mani dellโuomo.
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Dio fatto dagli uomini?
Privo di autorevolezza propria di un leader, Aronne cede immediatamente alla richiesta e fonde per il popolo un vitello indorato, un vitello dโoro. Un dio fuso dagli orecchini e dai pendenti in possesso degli uomini e delle donne. Un dio fatto dagli uomini e con materiale fabbricato da essi non puรฒ essere che un idolo senza vita, pura proiezione di desideri umani.
I brani di Sap 13,10-19; 14,11-31; 15,7-19 sono una critica feroce e annichilatrice dellโidolatria egiziana e della ragione psicologica dellโorigine di essa, che finisce col culminare nella zoolatria. Una vera โfolliaโ.
Israele invece non รจ idolatra, ricorda Sap 15,2-6: ยซAnche se pecchiamo, siamo tuoi, perchรฉ conosciamo la tua potenza; ma non peccheremo piรน, perchรฉ sappiamo di appartenerti. Conoscerti, infatti, รจ giustizia perfetta, conoscere la tua potenza รจ radice dโimmortalitร . Non ci indusse in errore nรฉ lโinvenzione umana di unโarte perversa, nรฉ il lavoro infruttuoso di coloro che disegnano ombre, immagini imbrattate di vari colori, la cui vista negli stolti provoca il desiderio, lโanelito per una forma inanimata di unโimmagine morta. Amanti di cose cattive e degni di simili speranze sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoliยป.
Ben misera la vita e il pensiero dellโidolatra: ยซCenere รจ il suo cuore, la sua speranza piรน vile della terra, la sua vita piรน spregevole del fango, perchรฉ disconosce colui che lo ha plasmato, colui che gli inspirรฒ unโanima attiva e gli infuse uno spirito vitale. Ma egli considera la nostra vita come un gioco da bambini, lโesistenza un mercato lucrosoยป (Sap 15,10-12a).
Gli idoli, ยซsono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo scomparirannoยป, stronca recisamente il profeta Geremia (Ger 10,15). ยซRipudio il tuo vitello, o Samaria โ dichiara YHWH per bocca del profeta Osea โ, รจ opera di artigiano, non un dio; sarร ridotto in frantumiยป (Os 8,6).
Posto su un piedistallo, il vitello dโoro รจ segno di potenza e di feconditร . ยซI giudei chiedono segniยป, mentre noi predichiamo Cristo crocifisso, ammonisce lโapostolo Paolo (cf. 1Cor 1,22).
Il popolo ha identificato nel vitello indorato il dio che lo ha fatto salire dallโEgitto, e Aronne vi costruisce addirittura un altare davanti a esso.
Mosรจ intercede e YHWH โsi penteโ
YHWH comanda a Mosรจ di scendere immediatamente dal monte perchรฉ il popolo di Israele si รจ pervertito (ลกiแธฅฤแนญ), si รจ allontanato dalla via indicatagli dal suo vero Signore. Hanno fabbricato un idolo, vi hanno fabbricato un altare e lo stanno venerando. ร un popolo dalla โcervice pesante/cervice ostinata/qeลกฤh โลrฤpโ, ribelle e avversa allโascolto docile. ยซร il popolo che tu hai fatto uscire dallโEgittoยป, rinfaccia YHWH a Mosรจ. E poi sbotta: ยซโLasciami in pace/hannรฎแธฅฤh lรฎโ, che la mia ira li divori, mentre di te farรฒ una grande nazioneยป.
Mosรจ non spezza la solidarietร che lo lega al suo popolo e ricorda a YHWH che Israele รจ il popolo che egli ha fatto uscire dallโEgitto con grande forza e braccio potente (cf. v. 11). Ne va della sua faccia, del suo onore, se ora lo distruggesse. Mosรจ inoltre ricorda a YHWH che deve ricordarsi delle promesse fatte ai padri: una discendenza numerosa e un possesso permanente della terra della libertร .
Il brano ricorda con una forte nota antropomorfica come Mosรจ riuscรฌ in tal modo a โplacare il voltoโ di YHWH (wayyaแธฅฤl โet-penรช YHWH) e a indurlo persino a โpentirsi/wayyinnฤแธฅemโ del male programmato contro il popolo e a recedere dal suo proposito.
Sono espressioni certamente antropomorfiche, che attribuiscono a Dio sentimenti umani. Ma esse non sbagliano nel loro intento: indicare che il Dio di Israele coltiva un amore appassionato per il suo popolo, spesso indicato con il termine โgelosia/qinnฤโโ. E lโamore appassionato non sopporta che lโamato si faccia del male da solo, prendendo i sentieri interrotti dellโidolatria, della ricerca cioรจ della โvisibilitร โ e della volontร di โcontrolloโ.
La vita del popolo di Israele deriva invece solo dalla fiducia che esce da sรฉ per accogliere il dono, unโapertura propria di chi si fida e si apre allโascolto docile, totalmente opposto alla โcervice pesanteโ.
La vita del popolo puรฒ continuare, grazie allโamore appassionato di YHWH e allโintercessione solidale di Mosรจ. Egli non cede infatti alla โlusingaโ di YHWH di cercare una propria grandezza desolidarizzando dal popolo, con il quale ormai ha fatto corpo unico da tanti anni. Una fusione cementata da un lungo cammino, prove e sofferenze superate, gioie godute per i doni provvidenziali di YHWH.
Perduto e ritrovato
A Gesรน si avvicinano in continuitร (ฤsan eggizontes) folle di personaggi poco affidabili. Vanno da lui โtuttiโ i โpubblicani/telลnaiโ. Incuriositi? Intimiditi? Strafottenti? Con qualche segno di voler โcambiare mentalitร /meta-noeinโ? Sulle loro motivazioni non viene specificato nulla.
Sono gli addetti alla raccolta delle imposte e delle tasse per conto dei romani al loro โbanco delle imposte/telonionโ. Sono professionisti abituati a โfare la crestaโ sui loro introiti e per tutto questo considerati sfruttatori, ladri, collaborazionisti e peccatori pubblici, emarginati dalla societร civile e religiosa giudaica.
Con loro si avvicinano a Gesรน โ con gli stessi sentimenti? โ anche tutti i โpeccatoriโ, probabilmente trasgressori particolarmente conosciuti della legge divina e delle mille prescrizioni elaborate dalla tradizione orale farisaica. Gente invecchiata nel male. Senza alcuna speranza di riscatto sociale e religiosa.
Si avvicinano a Gesรน forse perchรฉ hanno sentito che รจ un rabbi accogliente? Gesรน infatti li โaccoglie/prosdechetaiโ โ non li sopporta solo, infastidito. Li accoglie guardando verso di loro, verso il loro volto e il loro cuore pesante, inaridito, in ricerca di luce, di una parola comprensiva.
Gesรน li accoglie e mangia con loro, il massimo gesto di familiaritร , di comunione, di amicizia. Questo non vuol dire che approvasse il loro comportamento e i loro pensieri. Tuttavia egli sceglie in prima battuta lโaccoglienza della persona, lโapertura di una breccia, la costruzione di un ponte che renda possibile un incontro. Tutto questo suscita il mormorio continuo (diegoggyzon) dei farisei e degli scribi, studiosi della Bibbia e del diritto, per lo piรน di orientamento religioso farisaico.
Gesรน difende e spiega il proprio atteggiamento, che รจ quello del Padre che lo ha mandato, con una parabola/tฤn parabolฤn, che si rivela poi essere composta di tre splendide parabole. Esse insistono tutte sul motivo del perduto-ritrovato: il pastore, la massaia, il padre prodigo di due figli (questโultima, splendida, รจ un prezioso โbene particolareโ/Sondergut lucano).
Agli interlocutori spetta rispondere personalmente alla domanda esplicita o implicita che esse pongono a chi le ascolta (e a chi oggi le legge o le sente proclamare). Questa รจ la ricchezza unica e insurrogabile della parabola, un risultato retorico-letterario (e teologico-spirituale) altrimenti non raggiungibile in altre maniere.
Il pastore premuroso
Un uomo, un pastore buono e premuroso lascia novantanove pecore nel deserto โ non del tutto al sicuro โ per cercare โla perduta (irrimediabilmente)/to apolลlosโ (< apollymi; non solo โsmarrita/to planลmenonโ, Mt 18,12.13). A prima vista โperdutaโ. Ma lโapparenza puรฒ ingannareโฆ
Il risultato della ricerca non รจ ipotetico, ma sicuro, ottenuto (heurลn < heuriskล). Senza scene di rimprovero o di violenza, il pastore la riporta a casa con delicatezza, sulle spalle, come si fa con gli animali e le persone in particolare difficoltร (cf. Is 40,11). Ciรฒ che ha la qualitร di perduto โ il neutro to apolลlos sottolinea proprio questo โ รจ ritrovato. Il pastore chiama gli amici a congioire per il ritrovamento.
Lโapplicazione fatta da Gesรน โ e ripresa e perfezionata forse dallโevangelista quale vero autore che applica alle sue comunitร la parola del Maestro โ sottolinea che, allo stesso modo, tutto questo avverrร nel cielo, cioรจ nel cuore del Padre. Ci sarร piรน gioia per un peccatore che si pente (hamartolลi metanoounti) che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
La parabola ha sottolineato lโinsistente e totale gratuitร misericordiosa dellโagire del pastore verso un animale โperdutoโ irrimediabilmente, almeno allโapparenza. Lโapplicazione (v. 7) ricorda, da parte sua, la necessitร che la persona peccatrice mostri segni di cambiamento di mentalitร . Questo รจ sufficiente a scatenare una gioia nel Padre del tutto imparagonabile (uno contro novantanoveโฆ) con quella suscitata in lui dalla vita โregolareโ degli altri novantanove sue pecore/figli piรน o meno al sicuro (giusti sembra, ma pur sempre nel desertoโฆ).
Perduto-ritrovato, misericordia-accoglienza, (conversione)-gioia. Tanti temi si sovrappongono in modo indistricabile nella parabola, ma tutti a servizio della difesa che Gesรน intende fare della sua prassi di accoglienza totalmente gratuita โ in prima battuta โ dei peccatori che si avvicinano a lui.
Domanda esplicita della parabola: quale uomo (v. 4: Tis antrลpon hymลn;) si comporta in questo modo, raro, arrischiato, ai limiti dellโirragionevolezza? Qualcuno di voi si comporterebbe forse cosรฌ? Cโรจ qualcuno che invece si comporta certamente cosรฌ? Ognuno deve rispondere. E la risposta data deve essere applicata alla propria vita. Ricchezza insurrogabile delle parabole!
La massaia coscienziosa
Una donna, una massaia povera e coscienziosa non si rassegna ad aver perduto (irrimediabilmente)/apolesฤi (< apollymi) โ almeno cosรฌ sembra in un primo momento โ una delle dieci dracme che aveva in casa. Quattro grammi e mezzo di argento: il costo di una pecora, di un quinto di bue, la paga di una giornata di lavoro! La fatica sua, quella di suo maritoโฆ Ha perduto una dramma su dieci, ma รจ una perdita immensa, che morde la vita della famiglia e la spinge ai limiti della disperazione.
Non farร lei forse quello che sto per raccontarvi, domanda Gesรน (ouchi) ai suoi ascoltatori, aspettando una risposta necessariamente positiva (la grammatica รจ teologia, diceva Luteroโฆ)? La donna accende la luce, spazza la casa e cerca con cura (epimelลs) finchรฉ non ritrova la sua dracma. Una โcuraโ che non era detta esplicitamente neppure del buon pastoreโฆ
Il risultato della ricerca รจ certo, positivo anche in questo caso (heurousa). La donna allora chiama vicine e amiche a congioire per il ritrovamento della dramma che sembrava persa (irrimediabilmente).
Speriamo per lei che non abbia speso piรน per la festa di quello che ha ritrovatoโฆ
Una parabola che รจ un regno delle donne. Perduto-ritrovato-gioia condivisa.
Dei vari elementi della parabola, lโapplicazione (v. 10) riprende solo la gioia (presso gli angeli, cioรจ in cielo, cioรจ nel Padre), motivandola con il cambiamento di mentalitร di un solo peccatore (hamartolลi metanoounti, v. 10, cf. v. 7).
Lโapplicazione (v. 10) compiuta da Gesรน e dallโevangelista a suo tempo, amplia il motivo principale della parabola costituito dalla gioia per ciรฒ che era perduto ed รจ stato ritrovato. Essa, infatti, lo collega al tema della conversione, possibile allโuomo peccatore, impossibile a una dracma inanimata (o a un animale come una pecora della parabola precedente).
Gesรน difende se stesso e il Padre, pastore e massaia insieme, con cuore di padre e di madre.
Ricerca appassionata, accoglienza, gioia del ritrovamento di ciรฒ che ha la qualitร del perduto. Questa รจ la base teologica di partenza imprescindibile. Il perduto รจ stato ritrovato, passivum humanum ma soprattutto divinum! Solo a partire da questo, da quello che il Padre e il Figlio โ nello Spirito โ compiono e suscitano in pura gratuitร , si puรฒ innestare la serie degli altri elementi che concorrono alla riuscita dellโimpresa e alla โveritร โ della parabola.
Il padre prodigo e due figli schiavi
La richiesta irrituale fatta dal figlio minore al padre di avere subito lโanticipo totale della propria parte di ereditร spezza la vita al genitore (dieilen autois ton bion = divise fra loro la vita). โNon ho tempo per aspettare che tu muoiaโ, sembra essere il suo messaggio subliminale. Gli spettava un terzo dei beni o forse i due noni.
In capo a pochi giorni, il figlio raccoglie i suoi beni, non i suoi affetti.
Parte per un paese lontano โ in esilio โ senza salutare il padre e il fratello maggiore. Nella parabola (non necessariamente nel mondo di Dio!), in quella casa non cโรจ presenza femminile (ambiente un poโ teso, maschilista, concorrenziale?).
Il progetto del figlio minore รจ quello di realizzare la propria vita senza il padre, lontano dal padre, forse contro il padre. Strappare le radici, rinnegare paternitร e fratellanza. Monade in cammino. Figlio e fratello di nessuno. Schiavitรน mascherata da volontร di libertร ab-soluta, sciolta da ogni legame. In teoria i suoi doveri verso la famiglia non avrebbero dovuto essere conclusi, ma non sarร questo il suo caso.
Il figlio minore finisce per dissipare i beni e la propria anima devastando i suoi desideri con la soddisfazione compulsiva dei propri bisogni. Alla fine, ridotto in miseria dalla carestia e dalla sua follia onnivora fagocitante tutto quel gli passa sotto gli occhi, si ritrova a doversi โincollare/ekollฤthฤโ a un padroncino straniero che lo schiavizza mandandolo a pascolare i porci, animali impuri per un ebreo.
Schiavo in casa, si ritrova schiavo lontano da casa. Abituato a un certo tenore di vita sociale e religiosa, si ritrova privato della dignitร religiosa, ridotto a livello di schiavitรน subumana. Non ha piรน neppure la libertร interiore o il coraggio/dignitร virile di chiedere โ o di rubare โ le ghiande che i porci ingurgitano invece allegramente in piena libertร . La fame lo ha ridotto in uno stato di necessitร , e poi non ci sono telecamere di sicurezza in giroโฆ Che fare?
I salariati sovrabbondano di pani
La fame gli attorciglia le budella, lo fa ripiegare su se stesso (eis heuaton de elthลn) e gli fa ricordare la situazione piรน che dignitosa dei salariati di suo padre che โsovrabbondano di pani/perisseuontai artลnโ (pur restando sempre servi/schiavi/doulous, v. 22). Un padre prodigo perfino con i suoi serviโฆ
La fame gli fa rabberciare in fretta una frasetta religioso-umana di pentimento che forse puรฒ riaprirgli la porta di casa. Potrebbe andare in cerca di un altro luogo in cui vivere, ma รจ la casa paterna che di fatto lo attira come una calamita: mio padreโฆ
Schiavo era, schiavo si รจ ritrovato, schiavo si immagina per il futuro. ยซTrattami come uno dei tuoi salariatiยป, pensa di dire al padre. Non ha piรน niente da perdere, perchรฉ รจ giร in stato di perdizione apparentemente irrimediabile (ยซqui sono perduto/hลde apollymaiยป, v. 17; cf. stesso verbo nei vv. 4[bis].6.9). Per questo, โalzatosi/risorto (dalla prostrazione mortale)/anastasโ, si mette in cammino verso suo padre.
Sembra una decisione autonoma, di fatto รจ un accondiscendere alla forza di una calamita che attrae con forza e dolcezza, per grazia. ร il padre ad attirarlo.
Il bacio del padre prodigo
Mentre era ancora lontano (makran), il padre vede il figlio arrivare dal paese lontano (chลran makran). Lo vede perchรฉ ogni giorno lo attende scrutando dalla terrazza di casa, fiducioso che egli ceda allโattrazione โcalamitanteโ del suo cuore. Lo vede e si commuove (esplagchisthฤ).
Il primo verbo finito della serie delle tre azioni successive compiute dal padre indica il sommovimento delle viscere (materne), che nella Bibbia indicano metaforicamente lโamore paterno/materno di Dio per il suo popolo, in riferimento al ventre femminile che genera alla vita (nellโAT il gr. splagchna traduce lโebr. raแธฅฤmรฎm). In ebraico, il plurale esprime inoltre spesso la qualitร o un termine astratto: โle viscereโ indicano perciรฒ anche la โmisericordiaโ.
Dignitร , infine!
Incurante della dignitร senile di un padre e di un padrone di casa mediorientale, il padre corre incontro al figlio, cade sul suo collo e lo bacia. Non cโรจ tempo per le domande o i rimproveri. La gioia (implicita) e la commozione regnano sovrane. Non cโรจ tempo per stare ad ascoltare le frasi fatte, preparate per lโoccasione. Il figlio trova in extremis la dignitร di non esprimere la volontร di rimanere in casa del padre come un salariatoโฆ Oppure รจ il padre a tappargli la bocca prima di sentire simili degradazioni, insopportabili al suo cuore.
La voce del padrone si alza chiara e forte. La serie dei cinque imperativi rivolti agli schiavi รจ fulminante, un fiume in piena. Non cโรจ tempo neanche per lavarsi (una buona dose di profumo coprirร la puzza dellโesiliato tornato a casa?).
Velocemente si porti al ritornato la veste migliore e lo si rivesta della dignitร filiale. Un anello gli sia posto al dito perchรฉ ha recuperato la sua autorevolezza per sigillare ogni atto con sovranitร indiscutibile. Calzari ai suoi piedi, a indicare la sua dignitร di uomo libero e sovrano.
Sia portato il vitello mantenuto allโingrasso per ospiti importanti e feste memorabili. Lo si uccida, perchรฉ ยซdopo aver mangiato, rallegriamoci/phagontes euphranthลmen!ยป, comanda il padre. Il padre comanda la festa e la gioia! Una gioia condivisa con tutto il villaggio: cโรจ carne per tutti, lโalleanza interpersonale e sociale รจ ristabilitaโฆ
La baraonda di festa ha unโunica ragione: ยซQuesto figlio mio era morto ed รจ tornato in vita, โera perduto/apolลlลsโ [cf. vv. vv. 4[bis].6.9.17] ed โรจ stato ritrovato/heurethฤโยป (cf. vv. 4.5.6.8.9 [bis]). Un passivum humanum, ma soprattutto divinum nella mente di Gesรนโฆ
Lโโassedioโ allโaltro schiavo
Il figlio maggiore โsenteโ dal servo che โtuo fratelloโ รจ tornato e che il padre ha fatto uccidere il vitello grasso solo perchรฉ lo ha riavuto โsano (e salvo)/hygiainontaโ. Ma non โascoltaโ il messaggio subliminale che il servo gli lancia perchรฉ si unisca alla festa.
In casa egli รจ sempre vissuto da schiavo nei confronti del padre (douleuล soi), โsenza mai trasgredire un tuo ordine/oudepote entolฤn sou parฤlthonโ, gli ricorderร . Il suo linguaggio fa trasparire quello impiegato spesso dai farisei verso Dio, in riferimento ai loro fratelli peccatori (cf. la parabola del fariseo e del pubblicano saliti al tempio a pregare, Lc 18,9-14).
Uno schiavo privo perfino della libertร interiore di chiedere al padre un capretto per far festa con gli amici. Forse il padre della parabola โ da non identificare immediatamente e totalmente con Dio Padre a cui rimanda come referente extradiegetico! โ poteva essere una persona severa (indurita forse un poโ dalla mancanza di una presenza femminile in casa?). Questo non giustifica lโanimo di schiavo del figlio maggiore, coltivato per tanti anniโฆ Dโaltra parte, che gioia (euphranthล, v. 29) potrebbe essere stata quella ipotizzata con i (presunti) amici (o complici?) senza/contro il padre e senza/contro il fratello minore? Gioia sradicata, spaesata. Gioia artificiale, virtuale, digitaleโฆ
Il figlio maggiore non condivide in nulla i movimenti del cuore del padre.
Non li conosce, perchรฉ รจ schiavo e non figlio, e perciรฒ non li puรฒ neppure condividere.
Il padre per prima cosa si commuove (esplagcnisthฤ, v. 20). Il figlio maggiore per prima cosa si arrabbia (ลrghisthฤ, v. 28).
Il padre si abbassa con umiltร a โuscire/exeltลnโ di nuovo da casa, dopo averlo fatto di corsa per il figlio minore. Ascolta lo sfogo rabbioso del figlio maggiore, che gli rinfaccia lโuccisione del vitello ingrassato per un suo figlio che รจ diventato quasi uno zombie per la sua vita dissoluta (come fa a sapere il maggiore che il minore รจ stato con le prostitute? Proiezione di desideri repressi?). Gli ricorda che quel suo figlio gli ha divorato la sua vita di padre (ho kataphagลn sou ton bion, v. 30) dopo avergliela giร spezzata con la sua partenza (cf. v. 12: dieilen autois ton bion).
Il figlio maggiore rifiuta il sentimento di paternitร e di figliolanza, vivendo in casa come uno schiavo, senza neppure il coraggio di andarsene come ha fatto il minore.
Rigetta pure ogni sentimento di fratellanza: quello che รจ tornato รจ il figlio del padre (ยซquesto figlio tuoยป), non il suo fratello minoreโฆ Nessun residuo di amore fraterno nel suo cuore.
Bisognava far festa!
Il padre โassediaโ il figlio maggiore con il suo amore prodigo. Il figlio รจ sempre col padre, gode sempre della sua presenza e del suo amore. Tutti i beni che il padre possiede sono in comunione con il figlio. A questi manca perรฒ di condividere il bene piรน grande del padre, lโamore prodigo per i due suoi figli, entrambi diversamente schiavi.
โFare festa/rallegrarsi/euphranthฤnaiโ e โgioire/charฤnaiโ (una gioia condivisa, cf. sygcharฤte nei vv. 6 e 9) โรจ assolutamente necessario/deiโ per il cuore del padre. Egli ricorda infatti al figlio maggiore che quello che รจ tornato รจ ยซtuo fratelloยป minore e non solo il figlio cadetto del padre. Ed รจ assolutamente necessario far festa perchรฉ egli ยซera morto ed รจ tornato in vitaยป (cf. v. 24), ยซ(era) perduto ed รจ stato ritrovato/apolลlลs kai heurethฤยป (cf. 4.5.6.8.9.17.24).
Il padre โassediaโ con amore prodigo il cuore del figlio maggiore schiavo in casa, dissipatore prodigo anche lui ma, nel suo caso, di amore paterno, filiale e fraterno. Si รจ mangiato la propria vita (e quella del padre) pur rimanendo a casa, schiavo obbediente e osservante, ma vuoto dentro.
Figlio e fratello puramente virtuale, digitale.
Entrerai alla festa? Precedenza alla grazia
Sarร entrato in casa il fratello maggiore? Avrร condiviso lโamore paterno con animo di figlio e di fratello? Avrร potuto cosรฌ finalmente godere di una vera gioia e di una vera festa (alla quale forse erano giร stati invitati quali ospiti di riguardo anche i suoi amici: non cโรจ nessun problema per il padreโฆ)?
Questa รจ la domanda implicita alla quale devono rispondere i farisei e gli scribi interlocutori di Gesรน.
Questa la domanda rivolta ad ogni lettore.
Tutte e tre le parabole raccontate da Gesรน per difendere e spiegare ai farisei e agli scribi che contestavano molto perplessi il suo atteggiamento di accoglienza verso i peccatori โ atteggiamento che riflette quello del Padre che lo ha inviato โ insistono sul tema del perduto-ritrovatoโฆ da Dio. Temi correlati a quello principale sono quelli del peccato e della conversione, della ricerca premurosa e della gioia condivisa per il ritrovamento.
Queste parabole sono lette spesso in contesto liturgico e spirituale che invita alla conversione dal peccato e alla penitenza. Non va perรฒ mai dimenticato lโintento originale con il quale Gesรน le ha raccontate e che lโevangelista ha recepito sottolineando alcuni aspetti particolari attraverso le varie applicazioni (lโapplicazione รจ assente nella terza!).
Le parabole non vanno confuse con le allegorie, nรฉ ridotte alla loro pura applicazione, che ne sottolinea legittimamente spesso un aspetto sui tanti originali intesi da Gesรน.
La ricchezza fresca delle tre parabole della lettura evangelica odierna sta nel sottolineare la prevenienza della grazia di Dio in ogni esperienza spirituale e la domanda che essa pone a ciascun lettore: che ne dici tu? acconsenti alla grazia? entrerai alla festa?
Accetterai il bacio del Padre prodigo dโamore?
Il resto verrร di conseguenza.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
Letture della
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Il Signore si penti del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Dal libro dellโEsรฒdo
Es 32,7-11.13-14
In quei giorni, il Signore disse a Mosรจ: ยซVaโ, scendi, perchรฉ il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra dโEgitto, si รจ pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: โEcco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra dโEgittoโยป.
Il Signore disse inoltre a Mosรจ: ยซHo osservato questo popolo: ecco, รจ un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farรฒ una grande nazioneยป.
Mosรจ allora supplicรฒ il Signore, suo Dio, e disse: ยซPerchรฉ, Signore, si accenderร la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra dโEgitto con grande forza e con mano potente? Ricรฒrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: โRenderรฒ la vostra posteritร numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darรฒ ai tuoi discendenti e la possederanno per sempreโยป.
Il Signore si pentรฌ del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 50 (51)
R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.
Pietร di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquitร .
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito รจ sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Seconda Lettura
Cristo รจ venuto per salvare i peccatori.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 1,12-17
Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesรน Signore nostro, perchรฉ mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi รจ stata usata misericordia, perchรฉ agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e cosรฌ la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla caritร che รจ in Cristo Gesรน.
Questa parola รจ degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesรน รจ venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perchรฉ Cristo Gesรน ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimitร , e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Ci sarร gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
Lc 15, 1-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesรน tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: ยซCostui accoglie i peccatori e mangia con loroยป.
Ed egli disse loro questa parabola: ยซChi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchรฉ non la trova? Quando lโha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: โRallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la mia pecora, quella che si era perdutaโ. Io vi dico: cosรฌ vi sarร gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, piรน che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finchรฉ non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: โRallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la moneta che avevo perdutoโ. Cosรฌ, io vi dico, vi รจ gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converteยป.
Disse ancora: ยซUn uomo aveva due figli. Il piรน giovane dei due disse al padre: โPadre, dammi la parte di patrimonio che mi spettaโ. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio piรน giovane, raccolte tutte le sue cose, partรฌ per un paese lontano e lร sperperรฒ il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciรฒ a trovarsi nel bisogno. Allora andรฒ a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandรฒ nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornรฒ in sรฉ e disse: โQuanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerรฒ, andrรฒ da mio padre e gli dirรฒ: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariatiโ. Si alzรฒ e tornรฒ da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettรฒ al collo e lo baciรฒ. Il figlio gli disse: โPadre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlioโ. Ma il padre disse ai servi: โPresto, portate qui il vestito piรน bello e fateglielo indossare, mettetegli lโanello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perchรฉ questo mio figlio era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoโ. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udรฌ la musica e le danze; chiamรฒ uno dei servi e gli domandรฒ che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: โTuo fratello รจ qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perchรฉ lo ha riavuto sano e salvoโ. Egli si indignรฒ, e non voleva entrare. Suo padre allora uscรฌ a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: โEcco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che รจ tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grassoโ. Gli rispose il padre: โFiglio, tu sei sempre con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoโยป.
Parola del Signore
Oppure forma breve: Lc 15,1-10