Gesù prima di redimere il male lo attraversa per redimerlo. Incontra ogni male e per questo il male – per non essere redento, cioè annullato – non lo vuole toccare: rimane a distanza. Perché la differenza tra Dio che ama e il demonio che danna è proprio questa: Gesù, col Padre, viene incontro; il demonio lascia la solitudine e tiene a distanza. Farsi redimere è fare come quel lebbroso che esce dalla propria solitudine e chiede di essere guarito, non solo lui, non chiede solo per sé, ma anche per i compagni.
Poesia
Ti amo quando mi salvi a pelle.
Da lontano.
Non appena mi vedi
Con la sola voce.
A pelle.
Io ti chiedo amore.
Te lo urlo.
E tu subito rispondi.
E tu subito mi salvi, mi ami.
Vorrei venire da te.
Ma non sempre è possibile.
A volte possiamo solo sentirci.
Sentirci la voce.
E allora urlo.
Urlo da lontano.
E subito rispondi.
E subito mi ami.
Terre straniere.
Terre impure.
Gente straniera.
Gente impura.
Malattie interiori.
Malattie esteriori.
Nel cuore e sulla pelle.
Basta una tua parola.
Basta obbedirti.
Per salvare la pelle.
Per tornare puri.
Ma ci vuole il cuore.
Ci vuole che torno da te.
Che mi sdraio accanto a te.
Che ti tocco.
Per amare.
Per far rivivere il cuore oltre la pelle.
Ci vuole il cuore sano per amare.
Il mio cuore.
I miei passi verso di te.
Tu puoi salvarmi la pelle.
Io ti devo donare il cuore se voglio salvarlo.
Non puoi farlo tu.
Alzami, amami.
Amore mio.
Che desiderio
A volte il dolore, la vergogna, lo schifo, che ci sentiamo addosso, che ho dentro.
Mi tiene lontana da te.
A distanza.
Ma non ce la faccio a starti lontana.
Ti chiamo.
Ti chiamo.
E anche se non succede subito.
So che mi basta sentirti.
Mi basta la tua voce.
E anche se non ti ho toccato.
Se non sono stata con te.
Guarisco.
Passa la vergogna.
Passa lo schifo.
Ho fatto quello che hai detto.
Sono andata dove volevi.
E ora.
Subito.
La mia pelle.
La mia vita.
E’ salva.
Rinata.
Liscia.
Torno da te.
Solo un attimo.
E poi rivado.
Solo per dirti.
Che ti amo e grazie.
E poi mi rialzo.
Ma prima sto un po’ qua.
Attaccata a te.
Salva e piena di amore.
E ora vado.
Ma fatti toccare ancora.
E ora vado.
Che amore è un amore che si cerca solo per togliersi i pesi?
Per farsi passare il dolore?
E poi non si cerca più.
E poi non torna più.
E poi non dice grazie.
Non dice Fatti toccare.
Che amore è un amore che ha bisogno di qualcosa e non di te?
Io amo te e quello che mi fai.
Io amo quello che mi fai perché me lo fai te.
Io amo quello che mi fai perché ha il suono della tua voce, il tocco delle tue mani.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 17, 11-19
Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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