Commento al Vangelo del 15 Marzo 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

Ascolta la tua sete

“Ascolta la tua sete” è lo slogan di pubblicità per una bevanda gassata di qualche anno fa. Me l’ha ricordata un amico prete condividendo con lui la meditazione di questa pagina del Vangelo.

Come sempre gli slogan hanno il potere di sintetizzare in poche parole molti pensieri e catalizzare emozioni. “Ascolta la tua sete” richiama ovviamente la necessità di bere che tutti abbiamo a livello fisiologico, perché se non beviamo moriamo. Ma nello stesso tempo, proprio perché collocato in uno spot che promuove una bevanda particolare, lo slogan ci dice che il bere ha più della necessità fisiologica ma è collegato anche al piacere di bere qualcosa di particolare anche se non necessario per la sopravvivenza. E quante sono le cose che beviamo che non solo rispondono alla necessità biologica, ma rispondono anche alla “sete” di qualcosa di buono e che disseti anche il gusto.

Questo racconto del Vangelo di Giovanni, ci porta a fare un vero e proprio percorso di vita e di fede, seguendo l’evoluzione di quello che succede e delle parole scambiate. Gesù inizia con una richiesta di acqua a bere. Ha ascoltato la sua sete fisiologica, il bisogno essenziale di dissetarsi per non morire. Ha camminato, è l’ora più calda del giorno ed è stanco. Quando chiede da bere alla donna che è li con lo strumento necessario per avere l’acqua, l’anfora, non sta facendo finta per poter agganciare la donna e farle la predica. Ha davvero sete!

Ma è qui che inizia un dialogo che è straordinario anche per noi e che forse può dissetare la nostra sete spirituale. La donna è li nell’ora meno indicata per prendere acqua, forse perché non vuole trovare nessuno, lei che più tardi rivela una vita morale tutt’altro che esemplare. La donna ha sete di acqua, ma rivela anche di avere una sete più profonda e umana, che è comune a tutti gli esseri umani, quindi anche noi. Ha sete di felicità, una felicità che forse le è negata dal giudizio della gente, e che lei cerca in relazioni sbagliate e limitate. Ha sete di essere felice anche se l’anfora del suo cuore ha diversi buchi e non riesce a trattenere l’acqua dell’amore. Ecco allora che Gesù che è li per l’acqua materiale, ascolta non solo la propria sete ma anche quella della donna. Non la giudica affatto per i suoi errori e limiti, ma vuole solo darle la possibilità di avere finalmente un’acqua che disseta per sempre, anche nelle ore più calde della vita e anche nei momenti di aridità del cuore.

Gesù ha un’acqua viva che vuole donare alla donna perché essa stessa possa diventare come una fontana per altri che hanno bisogno della stessa acqua di felicità.

“Ascolta la tua sete” mi dice questo Vangelo. E allora voglio ascoltare la mia sete di vita, e anche la mia sete di felicità e di Dio. Sento che ho bisogno di essere dissetato e allora colgo l’offerta del Vangelo di trovare in Gesù la fonte di questa acqua. E mi piace pensare che anche io come questa donna del Vangelo posso diventare una fontana per altri, con getti di acqua viva fatti di parole buone, di gesti gentili, di mani tese in aiuto, di sorrisi al posto di giudizi, di vicinanza…

In questi giorni pandemici, tutti abbiamo sete di stare bene, di uscire da questo incubo che sta inaridendo le nostre giornate, che sembra prosciugare il fiume del nostro futuro. In questi giorni siamo tutti stanchi e assetati ed è bello poter condividere questa sete comune, anche se si esprime in modi diversi, ma alla fine richiede la stessa cosa.

Gesù ci promette che se ci fidiamo di lui, possiamo darci da bere gli uni gli altri, trovando dentro di noi delle vene d’acqua viva che non pensavamo di avere. E’ la promessa del Vangelo ed è bello che è proprio questa donna, che per molti era solo una poco di buono, a portarci alla fonte che è Gesù.

Ascoltiamo la nostra sete, ascoltiamo la sete di chi ci sta vicino, ascoltiamo anche Dio che ha sete di noi.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)


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