In questo inizio di Quaresima, lโevangelo ci mette di fronte innanzitutto lโimmagine di colui che siamo venuti a seguire durante questi quaranta giorni: โil Figlio dellโuomoโ; e ci mostra lโesito che si prospetta per lui (e che celebreremo al termine del nostro cammino nel deserto): โSoffrire molto, essere rifiutato, venire ucciso e risorgere il terzo giornoโ (v. 22).
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Questa precisazione sulla propria identitร , in forma di annuncio indiscutibile, Gesรน la fa in risposta alla professione di fede formulata appena prima da Pietro: โTu sei il Cristo di Dioโ (Lc 9,20). Sรฌ, egli รจ il Messia di Dio, lโAtteso da tutte le genti, il Re di pace e di giustizia, la figura definitiva annunciata da tutti i profeti. Tuttavia questa qualifica corretta puรฒ ingenerare anche false aspettative. Si tratta allora per Gesรน di aggiungere allโimmagine tradizionale del messia che gli viene attribuita un potente correttivo: puntualizza quindi che il cammino โ tracciato da Dio โ che lo attende quale Figlio dellโuomo รจ un cammino di sofferenza! Gesรน annuncia per sรฉ, come progetto divino sulla sua persona, come necessitร teologica, la parabola alquanto impensabile di un messia sofferente. Infatti, la sovranitร di Cristo โ del messia di Dio โ รจ ancora nascosta, รจ un potere velato, riconoscibile solo nella fede.
Questo annuncio di sofferenza, nel brano evangelico odierno, si rivela inoltre singolare: non il mondo rifiuterร il Figlio dellโuomo, il messia di Dio, ma i credenti, i fedeli della casa di Dio, i lettori e gli studiosi della Scrittura. ร da loro che egli verrร โrifiutatoโ (v. 22). Per cosรฌ dire, Gesรน deve essere respinto proprio da coloro che sono chiamati a custodirlo.
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Ora, credere in Gesรน come salvatore significa paradossalmente accettare la sua figura di messia sofferente. Per questo, seguirlo implica di prendere a propria volta su di sรฉ la sua stessa sofferenza, senza rigettarla. Sรฌ, annuncia Gesรน: coloro che, guidati dallo Spirito, giร lo riconoscono nonostante tutto e intendono โvenire dietro a luiโ (cf. v. 23), saranno a loro volta attanagliati da prove, da tentazioni, da lotte. Ora proprio in tali situazioni รจ chiesto loro di mettere la loro fiducia in questa relazione apparentemente assurda. Perchรฉ volersi salvare da soli, o contando su una potenza che annienterebbe il male inerente alla condizione mortale, significherebbe appunto tradire il Messia, non identificarsi a lui ma agli โanziani, capi dei sacerdoti e scribiโ (cf. v. 22) che rigettano il Figlio dellโuomo, e ripetere โla loro folliaโ (Sal 85,9).
Contro la chiamata di Gesรน, contro la radicalitร della sequela, la natura umana si rivolta: appaiono la paura della sofferenza, la volontร di โsalvare la propria vitaโ (v. 24). Tale riflesso va superato: si tratta precisamente di โrinnegare se stessiโ (v. 23) per autenticare la propria professione di fede in Cristo. La Quaresima ce lo ricorda: ogni giorno tendiamo a rigettare questa croce, ma โogni giornoโ (v. 23) รจ necessario riprenderla nuovamente su di sรฉ. Infatti, la croce di Gesรน e la sua resurrezione offrono ogni giorno nuova forza per avanzare nel cammino e ridonano giorno dopo giorno senso alla nostra vita, salvandola.
fratel Matthias della comunitร monastica di Bose
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซIl Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giornoยป.
Poi, a tutti, diceva: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร la propria vita per causa mia, la salverร . Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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