III DOMENICA DI AVVENTO – 15 Dicembre – “Che cosa dobbiamo fare?”
Si dia rilevanza alla gioia che si sperimenta nell’avvicinarsi della mèta, senza tuttavia eccedere sconvolgendo l’ordine del Tempo liturgico: il Natale non è ancora giunto e la pienezza dei linguaggi festivi sarà la Notte Santa nella quale, quest’anno, si apre anche il Giubileo. Poiché anche il linguaggio cromatico contribuisce a costruire il clima si suggerisce l’uso delle vesti rosacee come per pregustare la gioia e la luminosità del Natale ormai imminente.
Commento al Vangelo
Evangelizzava il popolo (Lc 3,10-18)
Il Vangelo di questa domenica descrive la predicazione del precursore di Cristo: Giovanni Battista, l’ultimo profeta, poi identificato da Gesù come realizzatore dell’attesa ebraica del “ritorno di Elia”, immediatamente precedente la manifestazione del Messia.
Vero e proprio anello di congiunzione tra Antico e Nuovo Testamento, la figura carismatica del Battista è presentata da Luca come immediata anticipazione del ministero di Gesù: Giovanni annuncia già una “buona notizia”, come inequivocabilmente esprime il verbo “evangelizzare” (cfr. Lc 3,18), scelto per definire la sua attività.
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Nella stessa pericope, subito dopo l’ultimo versetto proclamato nella liturgia odierna, il racconto lucano prosegue informando dell’arresto del Battista da parte di Erode e della sua conseguente carcerazione. Ritorna, attraverso questa esperienza di Giovanni, la situazione già riscontrata per Paolo a proposito della Lettera ai Filippesi: un uomo di Dio incatenato e imprigionato a causa della Parola di Dio. Seppur costretto a una reclusione ingiusta, il Battista mantiene il cuore libero e rimane fedele a Dio con coerenza e senza compromessi.
Gioia nelle catene, gioia nelle tribolazioni, gioia nelle persecuzioni: la domenica Gaudete, ancora una volta, non lascia spazio a semplificazioni o banalizzazioni che possano promettere l’illusione di una gioia superficiale e a buon mercato.
Come all’apostolo di Tarso, anche a Giovanni Battista possono essere applicate le parole scritte dal dottore della Chiesa orientale San Giovanni Crisostomo, nel suo Panegirico di San Paolo: «se ne stava nel carcere come se stesse in cielo, e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina».
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L’esempio di questi campioni del Nuovo Testamento è stato poi rivissuto da tanti martiri cristiani di ogni epoca, fino ai giorni nostri. È il caso, ad esempio, del cardinale François-Xavier Nguyen Van Thuan, vescovo vietnamita, sospettato e catturato dai comunisti nel 1975, che ha scelto di dare valore sacro alla sua prigionia, cercando di vivere la volontà di Dio in ogni attimo presente.
Pensando proprio a San Paolo, che scriveva lettere alle sue comunità dal carcere, Van Thuan decise di mettere per iscritto la propria esperienza spirituale per condividerla coi suoi affezionati fedeli. La raccolta di questi suoi messaggi, scritti di notte in un’angusta cella, venne poi pubblicata in più volumi, uno dei quali reca il significativo titolo I pellegrini del cammino della speranza, così profeticamente calzante col tema del Giubileo di quest’anno.
In una preghiera composta in prigione, Van Thuan scrive: «Il cammino della speranza è lastricato di piccoli passi di speranza. La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza». Questa incoraggiante, quasi minimalista, proporzione del nostro quotidiano pellegrinaggio di speranza è forse la migliore trasposizione della risposta del Battista nel Vangelo di oggi: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» (Lc 3,13). La speranza si nutre delle semplici briciole che ogni giorno provengono dalla grande mensa della fede.
Brano del Vangelo di Lc 3, 10-18 semplificato:
LE PERSONE CHIEDONO A GIOVANNI BATTISTA: «COSA DOBBIAMO FARE?». GIOVANNI BATTISTA RISPONDE: «LA PERSONA CHE HA DUE TUNICHE PUÒ REGALARE UNA TUNICA AD UNA PERSONA CHE NON HA LA TUNICA, E UNA PERSONA CHE HA IL CIBO DA MANGIARE PUÒ REGALARE IL CIBO AD UNA PERSONA CHE NON HA CIBO». VANNO DA GIOVANNI BATTISTA I SOLDATI E GLI CHIEDONO: «COSA DOBBIAMO FARE?». GIOVANNI BATTISTA RISPONDE: «NON FATE IL MALE ALLE PERSONE E NON PRENDETE SOLDI ALLE PERSONE. PRENDETE SOLO I SOLDI DELLA VOSTRA PAGA». IL POPOLO ASPETTA UNA RISPOSTA DA GIOVANNI BATTISTA PERCHÉ MOLTE PERSONE PENSANO CHE GIOVANNI È(SIA) IL MESSIA. GIOVANNI BATTISTA DICE: «IO BATTEZZO CON
ACQUA, MA PRESTO ARRIVA GESÙ CHE È PIÙ IMPORTANTE DI ME E IO MI METTO IN GINOCCHIO DAVANTI A GESÙ. GESÙ BATTEZZA TUTTI IN SPIRITO SANTO E FUOCO».
Commento al Vangelo tratto dal sussidio CEI al periodo di Avvento/Natale 2024, scarica il file PDF completo.