Commento al Vangelo del 15 Aprile 2018 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 15 Aprile 2018.

Dio ci chiederร  di mostrargli le mani

Contempliamo gli uccelli del cielo e i gigli del campo, ma la dolce emozione che proviamo si vela presto di tristezza se ci sovviene del destino che ci accomuna a queste splendide creature. Anche lโ€™uomo โ€œcome un fiore spunta e avvizzisceโ€ (Gb 14,2) e i suoi giorni sono come lโ€™erba (Sl 103,15). Il chicco di grano muore per rinascere e lโ€™albero โ€œse viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescereโ€ (Gb 14,7). Quale sarร  lโ€™epilogo del drammatico duello fra morte e vita in cui anche lโ€™uomo รจ coinvolto?

Non cโ€™รจ dubbio: lโ€™ultima parola spetterร  alla morte. Fra miliardi di anni la vita si spegnerร  nellโ€™universo.

Allora, avrร  avuto un senso il nostro passaggio su questa terra o sarร  stata una meteora di cui non rimarrร  traccia? Ci attende la beffa del nulla totale? La sensazione che abbiamo รจ di essere prigionieri, incatenati in un mondo destinato alla morte dal quale non ci รจ concesso fuggire.

Questo รจ il grande enigma irrisolto al quale gli uomini hanno sempre, disperatamente, cercato di dare una risposta.

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La luce della Pasqua ha dissolto per sempre le tenebre e le ombre della morte: questo mondo non รจ una tomba, ma il grembo in cui crescere e prepararsi per la vita senza limiti, senza confini. Il creato sfocerร  in nuovi cieli e nuova terra (2 Pt 3,13).

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:

โ€œDio osserverร  le nostre mani e i nostri piedi per vedervi le stigmate dellโ€™amoreโ€

Prima Lettura (At 3,13-19)

In quei giorni Pietro disse al popolo: 13 โ€œIl Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesรน, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; 14 voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino 15 e avete ucciso lโ€™autore della vita. Ma Dio lโ€™ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. 16 Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesรน ha dato vigore a questโ€™uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a questโ€™uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
17 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, cosรฌ come i vostri capi; 18 Dio perรฒ ha adempiuto cosรฌ ciรฒ che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioรจ il suo Cristo sarebbe morto. 19 Pentitevi dunque e cambiate vita, perchรฉ siano cancellati i vostri peccatiโ€.

Dopo aver curato uno storpio che chiedeva lโ€™elemosina presso la porยญta del tempio detta โ€œbellaโ€ (At 3,1-10), Pietro pronuncia il discorso da cui รจ presa la lettura di oggi.

Lo straordinario prodigio che ha comยญpiuto ha suscitato ammirazione e stupore fra coloro che vi hanno assistito e che si interrogano sullโ€™accaduto: Chi sono gli apostoli? Guaritori dotati di poteri arcani e straordinari?

Pietro chiarisce: โ€œUomini dโ€™Israele, perchรฉ vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietร  avessimo fatto camminare questโ€™uomo?โ€ (v. 12). Non รจ a noi che deve essere attribuita la guarigione che รจ stata operata, ma alla fede in Cristo. รˆ un segno evidente che Gesรน รจ vivo.

In questo contesto va inserito il nostro brano.

In quale senso la guarigione di uno storpio mostra che Cristo รจ riยญsorยญto? Forse perchรฉ si tratta di un miracolo straordinario che solo Dio puรฒ fare? Se cosรฌ fosse, chi non รจ in grado di compiere prodigi non potrebbe essere testimone della riยญsurrezione.

Nei suoi discorsi, Pietro ripete come un ritornello: โ€œNoi siamo testimoniโ€ (v. 15). Gli apostoli si sentono testimoni della risurrezione perchรฉ le opere che comยญpiono provano, in modo inequivocabile, che Cristo รจ vivo.

Gesรน ha percorso le strade della Palestina annunciando il vangelo, curando i malati, dando da mangiare a chi aveva fame, recuperando chi era perduto. Se queste opere continuano ad essere compiute, con la stessa forza e con lo stesso potere, anche se non accadono miracoli, vuol dire che Gesรน รจ vivo, continua ad agire nei suoi discepoli e il suo Spirito รจ presente nel mondo.

รˆ in questo senso che ogni discepolo รจ chiamato a essere testimone della risurrezione. Chi annuncia il messaggio di salvezza, chi si impegna per sconfiggere la fame, il dolore, la malattia, chi rimette in piedi gli โ€œstorpiโ€ che non riescono a proseguire il cammino della vita, chi, mosso dallo Spirito, compie le opere di Cristo, รจ testimone che egli รจ vivo.

Cโ€™รจ, nel discorso di Pietro, un secondo elemento da rilevare: gli appellativi attribuiti a Gesรน, โ€œservo fedele a Dio, santo, giusto, guida alla vitaโ€ (vv. 13-15). Non si tratta di titoli onorifici, ma della sintesi della fede dei primi cristiani.

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Tutta la prospettiva della vita cambia se si crede realmente che a Gesรน spettino questi titoli, se si รจ convinti che lui, lo sconfitto agli occhi del mondo, sia invece lโ€™uomo riuscito secondo Dio, che sia lโ€™unico santo e giusto e che il cammino della croce da lui proposto conduca alla vita.

Un terzo rilievo riguarda le contrapposizioni drammatiche โ€“ fra morte e vita, fra lโ€™opera degli uomini e lโ€™opera di Dio โ€“ presenti in questo discorso (vv. 13-15).

Da un lato viene ribadita lโ€™azione degli uomini che uccidono โ€œlโ€™autoยญre della vitaโ€ e gli preferiscono un assassino (Barabba), dallโ€™altro รจ collocato lโ€™intervento di Dio che risuscita e dร  la vita.

รˆ un messaggio di speranza quello che Pietro comunica: lโ€™amore di Dio riesce sempre a prevalere, ricava il bene anche dagli errori degli uomini. Il suo progetto non puรฒ essere annullato dallโ€™ignoranza o dalla malvagitร ; anche gli eventi piรน drammatici, i gesti piรน insensati (v. 17) saranno sempre guidati da lui e fatti rientrare nel suo disegno di salvezza.

Nellโ€™ultima parte del brano (vv. 17-19) Pietro rivolge lโ€™invito alla converยญsiยญoยญne. Gli errori, i peccati โ€“ che non vanno attribuiti alla cattiveria, ma allโ€™ignoranza โ€“ non avranno mai lโ€™ultima parola; alla fine ci saranno sempre lโ€™annuncio del perdono e la possibilitร  di recupero. La guarigione dello storยญpio ne รจ il segno: anche la persona piรน โ€œsciancataโ€, piรน โ€œparaliticaโ€, sarร  curata dalla forza dello Spirito del Risorto.

Oggi come allora โ€“ รจ il messaggio che lโ€™autore degli Atti intende rivolgere ai cristiani delle sue comunitร  โ€“ la guarigione dal peccato passa attraverso due tappe: la prima รจ la presa di coscienza del male commesso, lโ€™ammissione, senza scuse, di avere sbagliato; la seconda รจ il cambiamento di vita.

Seconda Lettura (1 Gv 2,1-5)

1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchรฉ non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesรน Cristo giusto. 2 Egli รจ vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
3 Da questo sappiamo dโ€™averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: โ€œLo conoscoโ€ e non osserva i suoi comandamenti, รจ bugiardo e la veritร  non รจ in lui; 5 ma chi osserva la sua parola, in lui lโ€™amore di Dio รจ veramente perfetto.

Uno degli errori teologici che si era diffuso nelle comunitร  di Giovanni era un assurdo ottimismo, unโ€™insensata faciloneria nel campo morale. Alcuni gruppi di discepoli ritenevano che la sapienza spirituale che avevano acquisito e lโ€™illuminazione che avevano ricevuto li rendessero immuni da qualunque peccato.

Giovanni li sconfessa e denuncia con severitร  la loro pericolosa illusione: โ€œSe diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la veritร  non รจ in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli, che รจ fedele e giusto, ci perdonerร  i peccati e ci purificherร  da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non รจ in noiโ€ (1 Gv 1,8-10).

Il cristiano รจ cosciente della propria fragilitร  e riconosce che, anche dopo essere stato perdonato, rimane debole e conยญtinua a peccare. Tuttavia, cโ€™รจ per lui una lieta notizia: anche se pecca, ha, presso il Padre, un avvocato, Gesรน Cristo giuยญsto (v. l); non deve quindi avere piรน alcun timore, certo che la salvezza non sarร  riservata al piccolo gruppo dei credenti, ma raggiungerร  tutti gli uomini (v. 2).

La seconda parte della lettura (vv. 3-5) รจ rivolta a chi afferma di aver conosciuto Dio, ma non pratica i suoi comandamenti. La fede โ€“ dichiara Giovanni โ€“ non puรฒ essere disgiunta dalla vita; solo โ€œcoยญlui che osserva la sua parola ha in sรฉ, perfetto, lโ€™amore di Dioโ€ (v. 4). Chi si limita a professare a parole la propria adesione a Cristo, ma non conduce una vita conforme al vangelo, รจ buยญgiardo e si colloca fuori dal progetto di salvezza (v. 4). Questo non significa che andrร  incontro alla perdizione eterna: una simile interpretazione sarebbe in contraddizione con quanto รจ stato appena affermato. รˆ piuttosto un pressante invito a prendere atto che chi si allontana dal Signore e dalle sue vie si stacca dalla sorgente dellโ€™amore, della gioia e della vita.

Vangelo (Lc 24,35-48)

35 I discepoli riferirono ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโ€™avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesรน in persona apparve in mezzo a loro e disse: โ€œPace a voi!โ€. 37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38 Ma egli disse: โ€œPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io hoโ€. 40 Dicendo questo, mostrรฒ loro le mani e i piedi. 41 Ma poichรฉ per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: โ€œAvete qui qualche cosa da mangiare?โ€. 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiรฒ davanti a loro.
44 Poi disse: โ€œSono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosรจ, nei Profeti e nei Salmiโ€. 45 Allora aprรฌ loro la mente allโ€™intelligenza delle Scritture e disse: 46 โ€œCosรฌ sta scritto: il Cristo dovrร  patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni.

Lโ€™esperienza del Risorto narrata in questo brano evangelico ha avuto luogo a Gerusalemme nel giorno di Pasqua, giorno iniziato con il viaggio delle donne al sepolcro e con lโ€™annuncio della risurrezione trasmesso loro da โ€œdue uomini apparsi in vesti sfolgorantiโ€ (Lc 24,1-8).

A notte inoltrata, gli Undici e un gruppo di altri discepoli che si trovavano con loro stavano discorrendo della manifestazione del Risorto che Simone e alcuni altri avevano avuto, quando, trafelati, giunsero i due di Emmaus che riferirono ciรฒ che era loro accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto il Signore allo spezzar del pane.

In questo contesto, che possiamo immaginare di incontenibile gioia, ecco apparire in mezzo a loro Gesรน in persona (vv. 35-36).

Ci aspetteremmo la reazione riferitaci da Giovanni: โ€œI discepoli gioirono al vedere il Signoreโ€ (Gv 20,20). Luca afferma invece che essi rimasero โ€œstupiti, spaventati e turbatiโ€, credendo โ€œdi vedere un fantasmaโ€ e sorsero โ€œdubbi nel loro cuoreโ€ (vv. 36โ€‘38). La loro reazione ha dellโ€™inspiegabile.

Difficile poi comprendere la ragione della loro difficoltร  a credere: โ€œPer la grande gioia non credevanoโ€ (v. 41). Come conciยญliare la gioia con i dubbi?

Lascia perplessi anche il fatto che Gesรน mangi del pesce davanti ai disceยญpoli (vv. 39-43). Paolo assicura che il corpo dei risorti non รจ materiale come quello che abbiamo in questo mondo (1 Cor 15,35-44), รจ un corpo โ€œspiritualeโ€, che passa attraverso porte chiuse (Gv 20,26), dunque non puรฒ mangiare.

Cโ€™รจ chi pensa sia accaduto qualcosa di simile a quanto รจ raccontato nel libro di Tobia, dove si dice che lโ€™arcangelo Raffaele, nel momento in cui si fa riconoscere, dichiara: โ€œA voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla, ciรฒ che vedevate era solo apparenzaโ€ (Tb 12,19). Ma questa spiegazione non convince, perchรฉ, in tal caso, la โ€œprovaโ€ della corporeitร  data da Gesรน sarebbe basata su unโ€™illusione, su unโ€™allucinazione.

Gerusalemme infine รจ abbastanza lontana dal mare e non รจ molto probabile che i discepoli potessero tirare fuori subito del pesce arrostito. Il fatto sarebbe stato piรน verosimile a Cafarnao.

Queste difficoltร , giustamente messe in risalto dai razionalisti, sono preziose: inducono ad andare oltre il significato immediato del racconto per coglierne il senso piรน profondo. Luca ha fatto ricorso a un linguaggio concreto e a immagini materiali per trasmettere veritร  ineffabili. Che cosa significano allora la meraviglia, la paura, i dubbi, il fatto di mangiare davanti ai discepoli e poiโ€ฆ quello strano riconoscimento attraverso lโ€™osservazione delle mani e dei piedi? Le persone si riconoscono dal viso, non dalle mani e dai piedi.

Ogni esperienza di Dio narrata nella Bibbia รจ sempre accompagnata da una reazione di timore da parte dellโ€™uomo. Ricordiamo lโ€™esclamazione di Isaia nel momento della sua vocazione: โ€œOhimรจ! Io sono perduto, perchรฉ un uomo dalle labbra impure io sono, eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore dellโ€™universoโ€ (Is 6,5); pensiamo a Zaccaria e a Maria che rimasero turbati allโ€™annuncio della nascita di un figlio (Lc 1,12.29) oppure agli apostoli che, durante la trasfigurazione, furono presi dallo spavento (Mc 9,6).

Non si tratta del terrore che si prova di fronte a un pericolo, ma dello stupore di chi riceve una rivelazione di Dio.

Anche nel nostro brano, la meraviglia e la paura sono immagini bibliche. Lโ€™evangelista se ne serve per raccontare lโ€™esperienza soprannaturale, ineffabile dei discepoli che sono stati inondati da una luce che non รจ di questo mondo, ma proviene da Dio: hanno incontrato il Risorto.

Meraviglia e paura accompagnano sempre, anche oggi, le manifestazioni del Signore โ€œin mezzoโ€ alle sue comunitร . Meraviglia e paura sono le immagini dei cambiamenti radicali che lโ€™apparizione del Risorto introduce nella vita dellโ€™uomo. Con il suo fulgore, la luce della Pasqua rivela la meschinitร  di ogni ripiegamento sul mondo presente e spalanca le menti e i cuori su realtร  assolutamente nuove, sul mondo dei risorti, mondo che affascina e che suscita meraviglia e paura, perchรฉ รจ il mondo di Dio.

Lasciarsi coinvolgere in questa nuova dimensione non รจ nรฉ semplice nรฉ immediato, comporta esitazioni e perplessitร . Sono i dubbi cui accenna, non solo il brano evangelico di oggi (v. 38), ma ogni racconto delle esperienze del Risorto.

Scetticismo, incredulitร , incertezze sullโ€™identitร  di colui che appariva hanno caratterizzato il cammino lento e faticoso che ha condotto gli apostoli alla fede. A loro, come a noi, la realtร  della risurrezione รจ apparsa, in certi momenti, troppo bella per essere vera. In alcune circostanze hanno avuto la sensazione di avere a che fare con fantasmi; altre volte, comโ€™รจ accaduto sul lago di Tiberiade, non hanno riconosciuto nel Risorto il Maestro che avevano seguito lungo le strade della Palestina. Persino dopo lโ€™ultima manifestazione su un monte della Galilea โ€“ nota lโ€™evangelista Matteo โ€“ โ€œalcuni continuavano a dubitareโ€ (Mt 28,17).

I loro dubbi, persistenti anche dopo tanti segni offerti dal Signore, provano, anzitutto, che gli apostoli non erano dei creduloni; poi mostrano che la fede non รจ una resa di fronte allโ€™evidenza, ma รจ la risposta libera a una chiamata. Ci sono sempre buone ragioni per rifiutarla e il fatto che esistano dei non credenti prova che Dio agisce in modo molto discreto, non si imยญpone, non fa violenza alla libertร  dellโ€™uomo.

Lโ€™insistenza di Luca sulla corporeitร  del Risorto nasce da una preoccupazione pastorale: i cristiani ai quali si rivolgeva erano imbevuti delle idee filosofiche greche, non negavano che, dopo la morte, si entrasse in una nuova forma di vita, ma questa era ridotta alla sopravvivenza della componente spirituale dellโ€™uomo. Il corpo materiale era considerato una prigione per lโ€™anima che aspirava a staccarsi dalla terra e a salire verso il cielo. La risurrezione corporea era inconcepibile e, quando riferivano di apparizioni di morti, immaginavano sempre ombre, spiriti, fantasmi.

Per far recepire la novitร  della concezione cristiana della risurrezione a chi era legato a questa cultura, Luca โ€“ unico fra gli evangelisti โ€“ รจ stato costretto a ricorrere a un linguaggio molto โ€œcorporeoโ€. I discepoli โ€“ assicura โ€“ hanno toccato il Risorto, hanno mangiato con lui, sono stati invitati a guardare la sua carne e le sue ossa.

Sono affermazioni di un realismo sconcertante. Se non si tiene presente chi sono i destinatari e qual รจ lโ€™obiettivo che ha indotto Luca a esprimersi in questo modo, si corre il rischio di equiparare la risurrezione di Gesรน alla rianimazione del suo cadavere, al suo ritorno alla forma di vita che aveva prima.

I risorti non riprendono il corpo materiale, composto di atomi e molecole, che avevano in questo mondo. Non avrebbe senso essere spogliati, nel momento della morte, di questo corpo, per poi riaverlo nel giorno della risurrezione dei morti. Dio non puรฒ aver decretato la morte dellโ€™uomo per poi ridargli la stessa forma di vita. Se lo ha destinato alla morte รจ stato per introdurlo in una forma di vita nuova, completamente diversa dallโ€™attuale, tanto diversa da non poter essere nรฉ immaginata nรฉ verificata. I nostri sensi non sono in grado di captarla, puรฒ essere colta solo atยญtraverso segni e venire accettata nella fede.

A questo punto tentiamo di riformulare il messaggio teologico del brano impiegando un linguaggio piรน comprensibile alla nostra cultura.

Il Risorto โ€“ assicura Luca โ€“ non era un fantasma, ma lo stesso Gesรน che i discepoli avevano toccato con le loro mani e con il quale avevano mangiato. Aveva cambiato aspetto, in lui era avvenuta una sublime metamorfosi che lo rendeva irriconoscibile; era trasfigurato, ma non era unโ€™altra persona; conservava il suo corpo, la sua capacitร  di manifestarsi esteriormente, di rapportarsi, di comunicare il suo amore, ma il suo era un corpo diverso dal nostro, era โ€“ come insegna Paolo โ€“ un corpo โ€œspiritualeโ€ (1 Cor 15,44).

Ora egli ha un corpo che gli permette di continuare a mangiare e bere con noi, cioรจ, a prendere parte alle nostre speranze e alle nostre delusioni, alle nostre gioie e ai nostri dolori. Non รจ irraggiungibile, non รจ uno spirito irrimediabilmente lontano e staccato dalla nostra realtร . Anche dopo il suo ritorno al Padre, egli rimane pienamente uomo, rimane uno di noi.

E non รจ lโ€™unico risorto, รจ il primogenito di coloro che risuscitano dai morti (Col 1,18). Ciรฒ che รจ accaduto a lui si ripete in ogni discepolo. Al momento della morte, non avverrร  una scissione dellโ€™anima dal corpo (questa รจ filosofia greca, non una concezione biblica), ma lโ€™uomo, nella sua interezza, entrerร  trasfigurato nel mondo di Dio.

Ora si comprende meglio anche lโ€™invito del Risorto a guardare le sue mani e i suoi piedi (v. 39). Mentre le persone vengono identificate dal volto, Gesรน vuole essere riconosciuto dalle mani e dai piedi. Il richiamo รจ alle ferite impresse dai chiodi e alla croce, apice di una vita spesa per amore.

Anche da risorto, il corpo di Gesรน conserva i segni del dono totale di sรฉ.

Dio non ha altre mani se non quelle di Cristo, inchiodate per amore. Sarebbe blasfemo immaginare che esse possano fare del male allโ€™uomo. Non ha altri piedi se non quelli di Cristo, inchiodati, e li mostra per dirci che non potrร  mai allontanarsi da noi.

รˆ contemplando queste mani e questi piedi che lโ€™uomo scopre il vero, unico Dio.

Anche il cristiano verrร  riconosciuto dalle mani e dai piedi. Beati coloro che potranno mostrare a Dio le loro mani e i loro piedi segnati da gesti dโ€™amore. Con Paolo potranno gloriarsi: โ€œIo porto le stigmate di Gesรน nel mio corpoโ€ (Gal 6,17).

Nellโ€™ultima parte del brano (vv. 44-48) viene indicato il modo per fare oggi lโ€™esperienza del Risorto: รจ necessario aprire il cuore allโ€™intelligenza delle Scritture. รˆ attraverso le Scritture che Cristo continua a mostrare ai discepoli โ€œle sue mani e i suoi piediโ€, cioรจ i suoi gesti di amore.

Poi รจ introdotto il grande annuncio, presente anche nelle altre due letture: โ€œNel nome di Cristo saยญranno predicati a tutte le genti la conversione ed il perdono dei pecยญcatiโ€.

Credere nella risurrezione del Signore comporta un camยญbiamento radicale nel modo di pensare e di vivere. La notte di Pasqua segnava, per i primi cristiani, il passaggio dalla morte alla vita, attraverso il sacramento del battesimo (1 Gv 3,14).

Lโ€™annuncio della risurrezione di Cristo รจ efficace e credibile solo se i discepoli possono, come il Maestro, mostrare agli uomini le loro mani e i loro piedi segnati da opere dโ€™amore.

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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร  Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโ€™Universitร  di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโ€™estero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
III DOMENICA DI PASQUA โ€“ ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 15 Aprile 2018 anche qui.

Lc 24, 35-48
Dal Vangelo secondo Luca

35Ed essi narravano ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโ€™avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesรน in persona stette in mezzo a loro e disse: ยซPace a voi!ยป. 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: ยซPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io hoยป. 40Dicendo questo, mostrรฒ loro le mani e i piedi. 41Ma poichรฉ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: ยซAvete qui qualche cosa da mangiare?ยป. 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiรฒ davanti a loro. 44Poi disse: ยซSono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosรฉ, nei Profeti e nei Salmiยป. 45Allora aprรฌ loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: ยซCosรฌ sta scritto: il Cristo patirร  e risorgerร  dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 08 – 14 Aprile 2018
  • Tempo di Pasquaย II
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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