Perché Gesù è morto e perché è risorto? Questa domanda non è solo legittima, bensì pure doverosa! La Parola di oggi ce ne dà la risposta!
Il brano evangelico ci presenta un’apparizione di Gesù ai suoi discepoli, spaventati e stupiti. Egli deve anzitutto convincerli che non stanno avendo allucinazioni: per questo si fa dare da mangiare, e mangia davanti a loro quello che gli danno! Dopo aver ricordato le Scritture, finalmente risponde alla nostra domanda: egli è morto e risorto perché possano essere “predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati”! Questo è infatti il bisogno più vero di ogni singolo uomo e di tutta l’umanità. Quando Adamo ha rifiutato la Parola di Dio si è allontanato da lui, e quindi ha perso la felicità e la propria soddisfazione. E la distanza da Dio è il peccato! Ogni sofferenza e ogni ingiustizia che opprime gli uomini viene proprio dal peccato.
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Ogni uomo ha bisogno di ritornare, di convertirsi e di essere perdonato, e invece è continuamente tentato di allontanarsi dal Padre, di vivere nella solitudine, e così non ha speranza per il futuro, soprattutto per il futuro che seguirà la morte. Gesù, risorgendo dai morti, ci può assicurare che Dio ha intenzione e volontà di perdonarci, di riprenderci con sé, di ridarci la dignità di figli suoi!
Gli apostoli lo hanno capito e predicato in tutti i toni, con parole dolci e con discorsi forti, come Pietro alla folla meravigliata per la guarigione dello storpio. Egli non ebbe paura di affermare: “Avete ucciso l’autore della vita. … Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati”! I peccati possono essere cancellati. La distanza da Dio, – questo è il peccato, – può essere annullata. Chi accoglie Gesù, il Figlio mandato dal Padre, accoglie infatti il dono di Dio, rallegrando colui che ce lo offre. Chi accoglie Gesù perciò si trova ad essere non più distante, bensì dentro il cuore del Padre. Gesù è morto perché il nostro sguardo sia attirato da lui, ed è risorto per darci garanzia che egli è proprio colui che viene dal Padre. Noi, pur sapendo che Gesù è risorto, e amandolo come il Vivente, continuiamo ad osservarlo in croce, ad adorarlo nel momento della morte. Morte e risurrezione sono due aspetti dello stesso mistero della nostra salvezza.
Coloro che sono stati battezzati hanno fatto l’esperienza del perdono: dall’estraneità a Dio sono entrati nella sua vita. Chi è stato battezzato da bambino non è consapevole del cambiamento avvenuto col battesimo, perché ha cominciato da subito a vivere nella grazia e nell’intimità col Padre attraverso l’amicizia di Gesù. Sia chi è stato battezzato da piccolo che chi lo è stato da giovane o da adulto, vivendo nel mondo, è circondato da tentazioni, sollecitato a comportarsi come la gente del mondo. Siamo tentati, come Pietro nel cortile di Caifa, di confonderci con le guardie nemiche o indifferenti a Gesù, per scaldarci al loro fuoco! Talvolta anche noi, come Pietro, volutamente dimentichiamo di essere del Signore, per non farci deridere o per godere comodità e piaceri. Questo significa che conosciamo di nuovo il peccato; allontanandoci da Gesù ci ritroviamo in quella distanza dal Padre cui abbiamo rinunciato al momento del Battesimo.
Cosa fare in questo caso? Ci risponde l’apostolo Giovanni nel tratto della sua lettera (2ª lett.): “Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto”. Quando ci accorgiamo di fare qualche passo che ci allontana da Dio, ci rivolgiamo ancora a Gesù. Egli è sempre colui nel cui nome sono predicati la conversione e il perdono dei peccati. Ci rivolgiamo a Gesù presente nella sua Chiesa, che dona il perdona tramite gli apostoli, ministri della sua misericordia.
Comunque, ci raccomanda Giovanni, cerchiamo di non peccare. Non peccheremo se osserviamo i suoi comandamenti, se osserviamo la sua parola. Non ci basterà dire: “Adesso che sono battezzato io appartengo a Cristo Gesù”; è necessario vivere la sua parola, altrimenti questa frase risulta menzognera!
Cerco la tua Parola, Signore Gesù, per viverla, perché la mia vita risulti un’opera tua, plasmata da te, tramite il tuo Spirito che metti in me! Sarò anch’io testimone della tua risurrezione! Grazie, Signore Gesù!
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
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III DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- At 3, 13-15. 17-19; Sal. 4; 1 Gv 2, 1-5a; Lc 24, 35-48
Lc 24, 35-48
Dal Vangelo secondo Luca
35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosé, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 – 14 Aprile 2018
- Tempo di Pasqua II
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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