Commento al Vangelo del 14 ottobre 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

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Siamo invitati a riflettere su cosa sia veramente la ricchezza. Nella Bibbia la sapienza è la ricerca di ciò che rende felici, è la scienza del vivere bene. Per questo la prima lettura la definisce come la cosa più preziosa. La ricerca della felicità è l’obiettivo di tutti gli uomini e generalmente si pensa che chi è ricco sia anche felice. Spesso però non è così perché il bisogno più importante è quello di amare ed essere amati e tutti sanno che l’amore non si compra. La ricchezza può addirittura diventare un ostacolo quando porta all’avidità che acceca e rende egoisti. Gli avari vivono e muoiono soli, mentre i generosi suscitano simpatia e gratitudine. Se si trova la sapienza, che è la chiave della felicità, non conta più l’avere, ma solo l’essere. Il giovane ricco conduce un’esistenza onesta e rispettosa dei comandamenti, ma è inquieto e per questo si rivolge a Gesù che lo guarda con amore, riconosce il suo malessere e lo sprona alla ricerca di una ricchezza nuova. Un tesoro accumulato sulla terra sarà prima o poi perduto con la morte, ma se è in cielo resterà per sempre. Ecco perché il Maestro dice al giovane ricco di lasciare ogni cosa per seguirlo. Il giovane se ne va rattristato dal pensiero di separarsi da ciò che ritiene la cosa più importante. L’amore per il denaro prende il posto di Dio. Questa è la ricchezza che Gesù condanna: l’accumulare pensando di dover far fronte a tutto da soli, come se dipendesse tutto dall’avere. Come se con i soldi si potesse comprare tutto, anche la salvezza dell’anima. Il Maestro ci chiede: su chi fai affidamento? Qual è la cosa più importante per te? Non siamo noi a salvarci è Lui. Non dobbiamo far conto sulle nostre povere forze, da soli non possiamo farcela. Senza il suo aiuto la porta è stretta come la cruna di un ago. Naturalmente Pietro si preoccupa: noi abbiamo lasciato tutto. Gesù lo rassicura. Avrete cento volte tanto. E non parla di un lontano paradiso ma di oggi. Io lo sperimento ogni giorno. La sapienza che fa essere felici non ha prezzo: perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia. Il Signore non ci fa mancare niente, ma dobbiamo fidarci, non aspettare che sia Lui a farsi avanti. Aver fede è qualcosa di pratico, è confidare in Dio e non nelle proprie forze. Il Maestro ci avverte che avremo anche persecuzioni. La felicità non è assenza di dolore, Gesù stesso ha sofferto. La vera ricchezza è amare senza egoismo. Ogni cosa donata non è solo restituita, ma centuplicata e ogni gesto d’amore accresce il tesoro in cielo.

Mc 10, 2-16

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà»

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