Commento al Vangelo del 14 novembre 2010 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parrocco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

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TEMPIO VIVO
Oggi in Piemonte si celebra la festa della dedicazione della chiesa locale. Non sappiamo con precisione quando la nostra chiesa fu dedicata, ma che fu eretta parrocchia nel 1620 dal Cardinal Federico Borromeo: Da- gnente era, al tempo, parte della Diocesi di Milano. Il vangelo che leg- giamo oggi parla invece della distruzione del tempio, ma ci offre uno spunto molto interessante per riflettere sul nostro essere chiesa. I ro- mani, nel 70 d.C., ad opera di Tito, stanchi dei continui fermenti dei giudei, decisero di colpirli al cuore, pensando di distruggere la loro iden- tità nazionale. Il cuore era senza dubbio il tempio di Gerusalemme, ricco e magnifico, che si ergeva sulla cima del monte Moria, dove Abramo sta- va per sacrificare Isacco. I soldati dell’impero fecero un lavoro molto ac- curato demolendo il tempio fino alle fondamenta. Ancora oggi si possono vedere, all’estremità di quello che divenne il muro del pianto, i grandi blocchi di pietra che gettarono giù dalla spianata. Come sappiamo i ro- mani non distrussero affatto l’ebraismo, che anzi sopravvisse per più di 1800 anni senza una terra. La patria e il tempio degli ebrei fu in quei 18 secoli, come lo è ancora oggi, la Torà, la legge. Anche i cristiani, che alle origini erano tutti ebrei, furono perseguitati e per questo iniziarono a predicare il vangelo nel mondo conquistando in pochi anni l’intero Medi- terraneo. Essere cristiani in quei primi secoli era molto pericoloso, non pochi furono uccisi, imprigionati o esiliati, eppure non ebbero paura di testimoniare la loro fede. Infatti martire vuol dire testimone. Allora non c’erano templi fatti di pietra, al massimo ci si riuniva in case private, la vera chiesa era un edificio spirituale fatto di pietre vive, cioè di fedeli. Oggi noi abbiamo la nostra bellissima parrocchia che domina il lago, ma le pietre vive ci sono ancora? Abbiamo il coraggio di testimoniare la nostra fede fuori, tra le persone che incontriamo ogni giorno? Mentre celebriamo con gratitudine la dedicazione del nostro tempio, il Signore ci invita a non farci impaurire dalle molte voci che si levano contro la Chiesa, ma a essere perseveranti, perché è l’anima immortale, più che il corpo che muore, che dobbiamo salvare.

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