Commento al Vangelo del 14 gennaio 2018 โ€“ p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 14 gennaio 2018.

II Per annum: Vocazione

Tra i vari titoli che la Bibbia attribuisce a Dio, cโ€™รจ anche: colui che chiama. Con la sua destra egli distende i cieli, li chiama e, โ€œtutti insieme, essi si presentanoโ€ (Is 48,13), ascoltano i suoi ordini e adempiono la loro vocazione, volteggiando nellโ€™universo e cantando le sue lodi: โ€œI cieli narrano la gloria di Dio e lโ€™opera delle sue mani annuncia il firmamentoโ€ (Sl 19,2). Nulla e nessuno รจ anonimo davanti al Signore che โ€œconta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nomeโ€ (Sl 147,4).

Al nome che Dio attribuisce ad ogni uomo corrisponde unโ€™identitร , una vocazione, una missione.

Nulla di intimistico, nulla di esterno alla persona, nulla che assomigli a unโ€™elezioneโ€‘premio per una precedente fedeltร ; la vocazione non รจ altro che la scoperta di ciรฒ per cui si รจ fatti, del posto che si รจ chiamati a occupare nel creato e nel progetto di Dio. Non รจ rivelata attraverso sogni e visioni, ma la si scopre guardando dentro se stessi, ascoltando la parola del Signore che si fa udire, non vedere, che si manifesta negli avvenimenti e parla attraverso gli angeli che ci pone a fianco: i fratelli incaricati di interpretarci i suoi pensieri e la sua volontร .

Corrispondere alla vocazione non significa lasciarsi coinvolgere in unโ€™impresa gravosa, imposta dallโ€™esterno, ma realizzare se stessi, essere fedeli alla propria identitร  e, dunque, raggiungere lโ€™equilibrio interiore e la gioia.

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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œRivelami, Signore, il nome con cui mi hai chiamato, prima che fossi concepito in grembo a mia madreโ€.

2a Domenica del Temo Ordinario   anno B

Prima Lettura (1 Sam 3,3-10.19)

3 Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava lโ€™arca di Dio.
4 Allora il Signore chiamรฒ: โ€œSamuele!โ€ e quegli rispose: โ€œEccomiโ€, 5 poi corse da Eli e gli disse: โ€œMi hai chiamato, eccomi!โ€. Egli rispose: โ€œNon ti ho chiamato, torna a dormire!โ€. Tornรฒ e si mise a dormire.
6 Ma il Signore chiamรฒ di nuovo: โ€œSamuele!โ€ e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: โ€œMi hai chiamato, eccomi!โ€. Ma quegli rispose di nuovo: โ€œNon ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!โ€. 7 In realtร  Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, nรฉ gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 8 Il Signore tornรฒ a chiamare: โ€œSamuele!โ€ per la terza volta; questi si alzรฒ ancora e corse da Eli dicendo: โ€œMi hai chiamato, eccomi!โ€. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. 9 Eli disse a Samuele: โ€œVattene a dormire e, se ti si chiamerร  ancora, dirai: Parla, Signore, perchรฉ il tuo servo ti ascoltaโ€. Samuele andรฒ a coricarsi al suo posto.
10 Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamรฒ ancora come le altre volte: โ€œSamuele, Samuele!โ€. Samuele rispose subito: โ€œParla, perchรฉ il tuo servo ti ascoltaโ€.
19 Samuele acquistรฒ autoritร  poichรฉ il Signore era con lui, nรฉ lasciรฒ andare a vuoto una sola delle sue parole.

Samuele, una delle figure eminenti dellโ€™Antico Testamento, visse in un tempo di grandi sconvolgimenti politici, sociali e religiosi. Da piรน di un secolo i filistei, giunti dalle isole dellโ€™Egeo, si erano installati lungo la costa, avevano occupato le fertili pianure della terra di Canaan e costretto Israele a vivere sulle montagne dove la terra รจ arida e sassosa. Come fronteggiare questi vicini sempre piรน aggressivi e invadenti? Lโ€™impresa sembrava disperata perchรฉ le tribรน ebraiche erano divise e โ€œognuno faceva quel che gli pareva meglioโ€ (Gdc 21,25)

Fu in questo tempo di transizione, dalla confusione sociale e politica allโ€™avvento della monarchia, che Samuele fu chiamato dal Signore a guidare il popolo.

โ€œLa parola di Dio โ€“ ricorda il versetto che precede la nostra lettura โ€“ era rara in quei giorni e le visioni non erano frequentiโ€ (1 Sam 3,1). Fu Samuele lโ€™incaricato di cogliere i progetti del Signore e di comunicarli a Israele.

Il brano di oggi lo presenta mentre, ancora adolescente, cresce tranquillo a Silo, nel tempio del Signore. Una notte fu chiamato. Udiva una voce di cui ignorava la provenienza, ma non stava sognando e non era una visione; aveva bisogno dellโ€™aiuto e dei suggerimenti di qualcuno capace di interpretargli il senso di ciรฒ che stava accadendo.

Ebbe lโ€™accortezza di rivolgersi alla persona giusta, al sacerdote Eli che, da uomo sensibile alla parola di Dio, intuรฌ subito la provenienza della chiamata e indicรฒ a Samuele la disposizione da assumere. Se udrai ancora la voce โ€“ gli suggerรฌ โ€“ rispondi: โ€œParla, Signore, perchรฉ il tuo servo ti ascoltaโ€ (v. 9).

Il racconto รจ redatto secondo lo schema e il linguaggio caratteristici delle vocazioni bibliche. I dettagli sembrano molto realistici e concreti, eppure sarebbe un errore prenderli alla lettera. Lโ€™espressione Dio parlรฒ aโ€ฆ ricorre spesso nella Bibbia e non va intesa in senso materiale; non รจ cosรฌ che il Signore si manifesta. La sua chiamata si fa udire nellโ€™intimo, nel cuore dellโ€™uomo e la vocazione di Samuele non fu diversa da quella che oggi รจ rivolta ad ognuno, per questo il brano ci aiuta a capire la nostra vocazione.

Cominciamo dalla strana osservazione: โ€œSamuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, nรฉ gli era stata ancora rivelata la sua parolaโ€ (v. 7). รˆ sorprendente che questo ragazzo, che aveva trascorso parecchi anni nel tempio di Silo, non conoscesse ancora il Signore. Tuttavia, se teniamo presente che, nella Bibbia, conoscere indica unโ€™esperienza intima, un abbandono convinto e incondizionato fra le braccia della persona amata, non stupisce che Samuele, pur essendo vissuto nel tempio del Signore, non lโ€™avesse ancora conosciuto, cioรจ non gli avesse ancora dato la sua piena adesione, la sua completa disponibilitร  a collaborare alla sua opera di salvezza.

Questa difficoltร  a conoscere Dio non desta meraviglia, perchรฉ non รจ facile capire i pensieri e lasciarsi coinvolgere nei disegni del Signore. Anche gli abitanti di Nazareth โ€“ riferiscono i vangeli โ€“ e gli stessi familiari di Gesรน che per piรน di trentโ€™anni erano vissuti accanto a lui, non lโ€™avevano conosciuto (Mc 6,1-6). Si puรฒ essere persone devote, partecipare a tutte le manifestazioni religiose senza conoscere realmente il Signore. Ci sono pagine del vangelo che abbiamo imparato a memoria, eppure, in certi momenti, abbiamo lโ€™impressione di leggerle per la prima volta; รจ vero, รจ la prima volta che lโ€™abbiamo lasciata penetrare nellโ€™intimo, dopo essere rimasti, forse per anni, insensibili alla voce del Signore.

Questa voce si fa udire di notte, quando tutto tace, quando non ci sono rumori che la confondono o la rendono impercettibile.

Solo la solitudine e il silenzio permettono di rientrare in se stessi, di riflettere sui misteri di Dio e del creato, sul senso della vita. Dove regnano il frastuono e la confusione รจ impossibile udire e interiorizzare la parola del Signore.

Non รจ facile riconoscere la voce di Dio. Furono necessarie ben quattro chiamate prima che Samuele si rendesse conto che il Signore aveva un messaggio da comunicargli.

In mezzo a tante voci che risuonano, รจ difficile discernere quale di esse viene dallโ€™alto. Dio non si scoraggia di fronte alla sorditร  dellโ€™uomo, รจ paziente e insiste fino a quando ci si decide a prestare attenzione alla sua parola.

E chiama sempre per nome.

La vocazione, per i semiti, era contenuta nel nome, perchรฉ il nome definiva la persona e ne indicava la missione. A Giuseppe lโ€™angelo disse: โ€œMaria partorirร  un figlio e tu lo chiamerai Gesรน (= Salvezza) perchรฉ egli salverร  il suo popoloโ€ (Mt 1,21).

Solo Dio conosce il vero nome di ognuno e chiama fin dal seno materno.

Il profeta che dichiarava: โ€œFin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nomeโ€ (Is 49,1) e Mosรจ che ricordava a Dio: โ€œTu hai detto: Ti ho conosciuto per nomeโ€ (Es 33,12) avevano capito che, se Dio chiama per nome, intende affidare un compito.

โ€œFacciamoci un nome!โ€ esclamarono tracotanti gli uomini di Babele (Gn 11,1). Rifiutavano il nome con cui li aveva chiamati il Signore e volevano costruirsene uno piรน adeguato ai loro progetti deliranti. Gesto emblematico il loro, immagine di chi rifiuta la vocazione di Dio e organizza la vita e pianifica il creato secondo criteri diversi da quelli del Signore. Una simile opera รจ destinata a crollare, come accade a tutte le torri costruite contro la volontร  di Dio.

Ogni vocazione comincia dalla scoperta del proprio nome, quello autentico, conosciuto da Dio, non quello dettato dalle ambizioni, proclamato dagli adulatori, suggerito dalla vanitร . Solo nel silenzio e nella preghiera รจ possibile sentirlo pronunciare dal Signore con tenerezza.

Samuele non giunge da solo a scoprire la voce di Dio, cโ€™รจ un uomo, il sacerdote Eli, che lo aiuta. Ci sono persone piรน sensibili di altre alla parola di Dio, sono loro che possono aiutare a scoprire ciรฒ che il Signore vuole che si faccia.

La lettura conclude dicendo che, dopo aver accolto il messaggio di Dio, โ€œSamuele acquistรฒ autoritร  perchรฉ il Signore era con luiโ€ e ogni parola da lui pronunciata si compiva infallibilmente (v. 19).

Samuele rispose con fedeltร  alla sua vocazione. Ebbe il coraggio di condannare la famiglia di Eli che si era allontanata dal Signore; seppe rinunciare alle proprie convinzioni politiche (2 Sam 8,6) e, adeguandosi alla volontร  di Dio, consacrรฒ re dโ€™Israele prima Saul e poi Davide.

Seconda Lettura (1 Cor 6,13c-15a.17-20)

Fratelli, 13 il corpo non รจ per lโ€™impudicizia, ma per il Signore, e il Signore รจ per il corpo. 14 Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterร  anche noi con la sua potenza.
15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? 17 Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18 Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato lโ€™uomo commetta, รจ fuori del suo corpo; ma chi si dรก alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo.
19 O non sapete che il vostro corpo รจ tempio dello Spirito Santo che รจ in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

โ€œTutto รจ permesso!โ€. โ€œPerchรฉ astenersi da ciรฒ che dร  piacere?โ€. โ€œIl bisogno sessuale, come quello del cibo, va soddisfatto, non importa come!โ€.

Abbiamo certamente udito frasi simili da chi cerca di giustificare, in qualche modo, comportamenti โ€œdisinvoltiโ€ in campo morale. Dai due versetti che precedono il nostro brano si desume che anche a Corinto circolavano simili opinioni: โ€œTutto mi รจ lecito! โ€“ sosteneva qualcuno โ€“ I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!โ€ โ€“ ribadivano altri (vv. 12-13).

In tutto il bacino del Mediterraneo, Corinto era nota per la dissolutezza dei costumi. Cittร  con due porti, offriva a turisti, commercianti e marinai ogni tipo di distrazione. La sua reputazione di cittร  del peccato รจ legata allโ€™affermazione dello storico Strabone il quale assicurava che, sullโ€™acropoli, si trovavano piรน di mille ierodule, cioรจ prostitute sacre. Esagerava, certo, tuttavia le espressioni comportarsi alla maniera dei corinti per indicare una vita libertina e ragazza di Corinto quale sinonimo di meretrice derivavano da motivazioni concrete.

In questa metropoli, non era facile comportarsi in modo coerente con il vangelo e, difatti, alcuni membri della comunitร  cristiana cedevano alle lusinghe delle ierodule e si abbandonavano a comportamenti immorali.

Venuto a conoscenza di ciรฒ che accadeva, Paolo decise di affrontare con chiarezza il tema degli abusi sessuali.

Le ragioni che adduce nella sua lettera non sono forse quelle che ci saremmo aspettati: nessuna minaccia di castighi divini, nessun accenno a conseguenze nefaste (pur reali e spesso drammatiche) per i singoli e per le loro famiglie. La condanna della fornicazione โ€“ intesa come esercizio della sessualitร  al di fuori del matrimonio โ€“ รจ dedotta da considerazioni teologiche e dalla tradizione biblica che considera lโ€™atto sessuale come un coinvolgimento totale di due partners in una sola carne (Gn 2,24).

Lโ€™impudicizia โ€“ sostiene Paolo โ€“ รจ incompatibile con la vita del battezzato, anzitutto perchรฉ il corpo del cristiano appartiene al Signore, dunque puรฒ essere donato solo a chi egli ha deciso sia definitivamente offerto, cioรจ allo sposo e alla sposa, nellโ€™istituzione coniugale. Un uso diverso del proprio corpo costituisce unโ€™ingiustizia, un furto nei confronti di Dio (vv. 13-14).

รˆ anche un sacrilegio, perchรฉ chi, attraverso il battesimo, รจ stato unito a Cristo, forma con lui un unico corpo e lโ€™impudico prostituisce un membro di questo corpo sacro (v. 15-18).

รˆ anche una profanazione. Il corpo del cristiano รจ sacro come un tempio perchรฉ in lui abita lo Spirito Santo (vv. 19-20). Abita, non in senso materiale, ma รจ presente con la sua forza, con la sua azione costante che anima la vita, suscita nuovi pensieri, guida i sentimenti e porta a gesti di amore.

Posti questi principi, si comprende come la sessualitร  non possa essere ridotta alla soddisfazione di un bisogno fisiologico. Non รจ fatta per soddisfare capricci egoistici, ma per manifestare amore e tradursi nel dono di sรฉ. Solo questi sentimenti e queste azioni sono in armonia con la vita nuova del cristiano.

Vangelo (Gv 1,35-42)

35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora lร  con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesรน che passava, disse: โ€œEcco lโ€™agnello di Dio!โ€. 37 E i due discepoli, sentendolo parlare cosรฌ, seguirono Gesรน.
38 Gesรน allora si voltรฒ e, vedendo che lo seguivano, disse: โ€œChe cercate?โ€. Gli risposero: โ€œRabbรฌ (che significa maestro), dove abiti?โ€. 39 Disse loro: โ€œVenite e vedreteโ€. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrรฒ per primo suo fratello Simone, e gli disse: โ€œAbbiamo trovato il messia (che significa il Cristo)โ€ 42 e lo condusse da Gesรน. Gesรน, fissando lo sguardo su di lui, disse: โ€œTu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)โ€.

La vocazione dei primi apostoli รจ narrata da Giovanni in modo diverso dai sinottici. Il quarto evangelista, infatti, non colloca la scena della chiamata presso il mare di Galilea, ma lungo le rive del fiume Giordano.

Un giorno il Battista, che si trovava lร  con due dei suoi discepoli, fissando lo sguardo su Gesรน che passava, esclamรฒ: โ€œEcco lโ€™agnello di Dio!โ€ (v. 36). Non era la prima volta che lo chiamava con questo nome, anche il giorno precedente lo aveva indicato allo stesso modo e aveva aggiunto una solenne testimonianza: โ€œIo ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi รจ il Figlio di Dioโ€ (Gv 1,29-34).

Il brano di oggi va letto prestando attenzione a ogni dettaglio e a ogni sfumatura linguistica, Giovanni, infatti, sceglie in modo accurato i termini e le immagini.

Un primo particolare va rilevato: il Battista stava ancora lร  (v. 35), nello stesso luogo dove si trovava il giorno prima, a Betร nia, al di lร  del Giordano (Gv 1,28). Gesรน si era messo in movimento, aveva iniziato il suo cammino, passava. Giovanni invece si era fermato, aveva concluso la sua missione, quella di indicare il messia. Consegnava a Gesรน i suoi discepoli e accettava di scomparire: โ€œEgli deve crescere e io invece diminuireโ€ (Gv 3,29-30).

Anche il verbo greco impiegato dallโ€™evangelista per descrivere la percezione che il Battista ha avuto di Gesรน รจ significativo, emblรฉpein, che non significa solo fissare lo sguardo, ma guardare dentro, contemplare lโ€™intimo di una persona.

Il Battista ha colto la vera identitร  di Gesรน, leggendogli nel cuore, e lโ€™ha espressa con unโ€™immagine piuttosto strana, lo ha chiamato agnello di Dio. Aveva a disposizione altre immagini, quelle di pastore, re, giudice severo; questโ€™ultima โ€“ stando ai sinottici โ€“ lโ€™ha anche impiegata: โ€œViene uno piรน forte di meโ€ฆ Ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio, ma la pula, la brucerร  con fuoco inestinguibileโ€ (Lc 3,16-17). Nella sua mente perรฒ, nessuna riassumeva la sua scoperta dellโ€™identitร  di Gesรน meglio di quella dellโ€™agnello di Dio.

Educato probabilmente fra i monaci esseni di Qumran, aveva assimilato la spiritualitร  del suo popolo, ne conosceva la storia e aveva dimestichezza con le Scritture. Pio israelita, sapeva che i suoi ascoltatori, sentendolo accennare allโ€™agnello, avrebbero immediatamente intuito lโ€™allusione allโ€™agnello pasquale il cui sangue, posto sugli stipiti delle case, in Egitto aveva risparmiato i loro padri dallโ€™eccidio dellโ€™angelo sterminatore.

Il Battista ha intravisto il destino di Gesรน: un giorno sarebbe stato immolato come agnello e il suo sangue avrebbe tolto alle forze del male la capacitร  di nuocere; il suo sacrificio avrebbe liberato lโ€™uomo dal peccato e dalla morte. Notando che Gesรน รจ stato condannato a mezzogiorno della vigilia di pasqua (Gv 19,14), lโ€™evangelista Giovanni ha certamente voluto richiamare questo stesso simbolismo. Era infatti quella lโ€™ora in cui, nel tempio, i sacerdoti cominciavano a immolare gli agnelli.

Cโ€™รจ una seconda allusione nellโ€™immagine dellโ€™agnello.

Chi ha presente le profezie contenute nel libro di Isaia โ€“ e ogni israelita le conosceva molto bene โ€“ non puรฒ non percepire il richiamo alla fine ignominiosa del Servo del Signore. Ecco come il profeta descrive il suo incamminarsi verso la morte: โ€œEra come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatoriโ€ฆ รจ stato annoverato fra gli empi, mentre invece portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatoriโ€ (Is 53,7.12).

In questo testo, lโ€™immagine dellโ€™agnello รจ collegata alla distruzione del peccato.

Gesรน โ€“ intendeva dire il Battista โ€“ si farร  carico di tutte le debolezze, di tutte le miserie, di tutte le iniquitร  degli uomini e, con la sua mitezza, con il dono della sua vita, le annienterร . Non eliminerร  il male concedendo una specie di amnistia, una sanatoria; lo vincerร  introducendo nel mondo un dinamismo nuovo, una forza irresistibile, il suo Spirito, che porterร  gli uomini al bene e alla vita.

Il Battista ha in mente un terzo richiamo biblico: lโ€™agnello associato al sacrificio di Abramo.

Mentre era in cammino verso il monte di Moria, Isacco chiese al padre: โ€œEcco qui il fuoco e la legna, ma dovโ€™รจ lโ€™agnello per lโ€™olocausto?โ€. Abramo rispose: โ€œDio stesso provvederร  lโ€™agnelloโ€ (Gn 22,7-8).

โ€œEccolo lโ€™agnello di Dio!โ€ โ€“ attesta ora il Battista โ€“ รจ Gesรน, donato da Dio al mondo perchรฉ sia sacrificato in sostituzione dellโ€™uomo peccatore meritevole di castigo.

Anche i dettagli del racconto della Genesi (Gn 22,1-18) erano ben noti e il Battista intese applicarli a Gesรน.

Come Isacco, egli รจ il figlio unico, il benamato, colui che porta la legna dirigendosi al luogo del sacrificio. A lui si adattano anche i particolari aggiunti dai rabbini. Isacco โ€“ dicevano questi โ€“ si era offerto spontaneamente; invece di fuggire, si era consegnato al padre per essere legato sullโ€™altare. Anche Gesรน ha donato liberamente la sua vita per amore.

A questo punto viene da chiedersi se davvero il Battista avesse presenti tutti questi richiami biblici quando, per due volte, rivolto a Gesรน, ha dichiarato: โ€œEcco lโ€™agnello di Dioโ€ (Gv 1,29.36).

Lui forse no, ma certamente li aveva presenti lโ€™evangelista Giovanni che intendeva offrire una catechesi ai cristiani delle sue comunitร  e a noi.

Oltre a quello di agnello, nel brano di oggi troviamo altri titoli significativi diretti a Gesรน. I primi due discepoli lo chiamano prima rabbi, maestro (v. 38), un titolo non particolarmente significativo; ma, dopo aver passato unโ€™intera giornata con lui, Andrea intuisce che egli non รจ solo un grande personaggio; a suo fratello Simone rivela: โ€œAbbiamo trovato il messia!โ€.

In seguito Filippo parla di Gesรน come di colui del quale hanno scritto Mosรจ e i profeti (Gv 1,45) e per Natanaele sarร  addirittura il figlio di Dio, il re dโ€™Israele (Gv 1,49).

Non basta un incontro furtivo con Gesรน per scoprire la sua identitร ; รจ necessario rimanere con lui, passare lโ€™intera giornata, cioรจ ogni istante della vita, nella sua casa.

Le parole che egli rivolge ai due che lo seguono: โ€œChe cercate?โ€ (v. 38) sono le prime che pronuncia nel vangelo di Giovanni. Sono dirette a ogni discepolo che inizia il suo cammino spirituale, dopo che qualcuno gli ha indicato Gesรน come maestro. Deve chiedersi cosa si attende da Cristo, perchรฉ potrebbe inseguire illusioni e alimentare vane speranze.

Nella seconda parte del brano (vv. 40-42) il gruppo dei discepoli comincia ad ampliarsi. I due che sono andati da Gesรน, che hanno visto e sono rimasti con lui e sono giunti a una comprensione piรน profonda della sua identitร , ora non possono piรน tenere per sรฉ la scoperta che hanno fatto, sentono il bisogno impellente di comunicarla ad altri.

Andrea, il primo che, nel vangelo di Giovanni, riconosce Gesรน come messia, ne parla al fratello Simone e lo conduce dal Maestro che, fissando lo sguardo su di lui, esclama: โ€œTu sei Simone, ti chiamerai Cefa, che vuol dire Pietroโ€ (v. 42).

Qui viene ripreso, per la seconda volta, emblรฉpein. Sono le uniche due volte che, nel vangelo di Giovanni, ricorre questo verbo. Prima il Battista ha guardato dentro Gesรน, ora รจ Gesรน che, con lo sguardo di Dio, penetra nel cuore di Pietro, ne coglie lโ€™identitร  e gli dร  il nome che definisce la sua missione. Per i pescatori del lago, Simone era il figlio di Giovanni, per Gesรน e per Dio, egli si chiama Pietro, perchรฉ la sua vocazione รจ essere pietra viva che mantiene salda la chiesa nellโ€™unitร  della fede.

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[accordion title=โ€Chi รจ Fernando Armelliniโ€ load=โ€hideโ€]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร  Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโ€™Universitร  di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโ€™estero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo Ordinario โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Gennaio 2018 anche qui.

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Gv 1, 35-42
Dal Vangelo secondo Giovanni

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora lร  con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesรน che passava, disse: ยซEcco lโ€™agnello di Dio!ยป. 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare cosรฌ, seguirono Gesรน. 38Gesรน allora si voltรฒ e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: ยซChe cosa cercate?ยป. Gli risposero: ยซRabbรฌ โ€“ che, tradotto, significa Maestro โ€“, dove dimori?ยป. 39Disse loro: ยซVenite e vedreteยป. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrรฒ per primo suo fratello Simone e gli disse: ยซAbbiamo trovato il Messiaยป โ€“ che si traduce Cristo โ€“ 42e lo condusse da Gesรน. Fissando lo sguardo su di lui, Gesรน disse: ยซTu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefaยป โ€“ che significa Pietro.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 14 โ€“ 20 Gennaio 2018
  • Tempo Ordinario II
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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