La cenere e la Pasqua
Guardano con occhi sbigottiti la piccola cassetta nella quale sono state deposte le ceneri del loro caro: il nonno, il papà, o forse il figlio. Tutto è ridotto in polvere, invisibile dentro la lucida botticella che i parenti vengono a deporre nel loculo predisposto. Sta diventando buona consuetudine raccogliersi insieme con il sacerdote in cimitero o nella cappella della memoria per un saluto e una preghiera davanti all’urna delle ceneri.
La cremazione incenerisce anche la possibilità che l’ultimo ricordo del defunto si riferisca all’immagine del suo corpo, quando la persona era in vita o quando appariva distesa sul letto di morte o in obitorio. Il corpo sepolto nella buca di terra nera in cimitero manteneva intatta la memoria dell’intera figura personale e suggeriva il paragone con il seme gettato e marcito, che poi fiorisce in una nuova pianta.
Questa anticipata e forzata dissoluzione del corpo pare allontanare e forse rimuovere l’immagine della risurrezione. Come se Dio avesse da fare più fatica nell’ultimo giorno per ricostituire il corpo risorto, quel Dio che ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza dalla cenere della terra, quel Dio che ha creato il mondo dal nulla con la sua parola.
L’annuncio quaresimale, «Tu sei polvere e in polvere ritornerai», che si ripete il mercoledì delle Ceneri e che continua ad echeggiare in tutto il tempo della Quaresima, scorre rapido davanti agli occhi come la sabbia che scende nella clessidra. Come la sabbia nel vento del deserto.
Si avvia dunque un percorso, un passaggio che permette alla penitenza di diventare vita, alla mortificazione di produrre gioia, alla morte di aprire un varco alla risurrezione. Ogni frammento di vita è deposto nel cuore di Dio. Ogni minuto della giornata, ogni fiato che inumidisce l’aria del mattino, ogni goccia di sudore che bagna la terra apre a un nuovo cammino, introduce una nuova speranza. Come è accaduto nella vita di Gesù, che si muove deciso fino al compimento del giorno di Pasqua, le nostre mani si protendono al Cristo risorto insieme con la Maddalena nel giardino fiorito.
Guardando l’urna delle ceneri o ricevendole sul capo, percepiamo con un brivido di essere stati concepiti come un puntino invisibile custodito e cresciuto nel grembo materno e intravediamo l’orizzonte infinito dove la polvere in cui ritorneremo – onorata di fede e preghiera – verrà esaltata nell’abbraccio della tenerezza del Dio Creatore e Signore del principio e del compimento della vita.
Fonte: Vatican Insider
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 6, 1-6. 16-18
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.